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L'azienda

Un Catarratto che osa sfidare il tempo. Possente, quando il terroir è nel calice

11 Giugno 2021
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di Ambra Cusimano

L’essenza di un territorio la può raccontare solo chi la vive ogni giorno”, questo il motto dei fratelli Antonio, Maria e Stefania Possente che oggi lavorano condividendo l’esperienza trasmessa loro dal padre.

L’azienda agricola Possente sorge nella valle del Belice, ma i 37 ettari vitati si suddividono tra il comune di Salaparuta e quello di Alcamo. Siamo in provincia di Trapani, nella Sicilia occidentale. A Salaparuta una parte delle vigne si trova su terreno alluvionale composto da uno strato di limo superficiale e calcarinite sotto. In questa zona si nota subito la vigoria delle piante. Queste sono le viti cresciute sul letto del fiume Belice, un tempo navigabile. Ancora oggi è possibile trovare fossili incastonati nelle pietre passeggiando tra i filari. Salendo sulle colline, invece, il terreno di color arancione è prevalentemente composto da calcarinite.

(Maria Possente)

La famiglia Possente è tuttavia di Alcamo. Non troppo distante da Salaparuta. Alcamo è anche il nome di una delle prime Doc ad essere riconosciute in Sicilia. Il disciplinare è del 1972, ha subìto parecchie modifiche, tanti vitigni ammessi dimenticando forse che è una zona particolarmente vocata al Catarratto. Maria assieme al marito Stefano Cammarata racconta la storia della sua famiglia, la decisione di tornare a Salaparuta per iniziare questo percorso cominciato dal padre Giuseppe che non smette di andare per filari sebbene sia il fratello Antonio a gestire la terra e le vigne.

Il front office della campagna è lui. Non è un caso che durante i periodi di vendemmia sparisce tra i campi e di lui si perdono le tracce. La filosofia produttiva è basata su un’agricoltura molto naturale e su vinificazioni eseguite con fermentazioni spontanee e interventi minimali. Si tratta di vini biologici vinificati in acciaio che risultano molto ben bilanciati e di grande bevibilità e spontaneità dove non manca l’approccio forte al territorio. L’azienda oggi produce 80 mila bottiglie suddivise in dieci etichette, esporta il 70 per cento della produzione e dispone di 37 ettari di vigneto tra Alcamo e Salaparuta. Un piccolo esempio di solida famiglia di vignaioli e di come la strada della qualità possa portare lontano. Servono passione e la scelta di non scegliere scorciatoie. Il mercato poi ripaga gli sforzi. Ecco alcuni assaggi.

Kima Catarratto 2020
Non filtrato con fermentazione spontanea è agrumato color lemon; bevendolo si sprigionano sentori di pesca bianca e fiori bianchi. Molto armonico e diretto. Bella beva.

Acini di Grillo 2020
E’ un Grillo 100% non filtrato. Ha un naso di agrumi tendente al candito, frutta gialla, alloro ed erbette aromatiche; in bocca ha una buona sapidità finale che gli dona un ottimo slancio.

Abir Zibibbo 2020
Ha un’aromaticità delicata con sentori di rosa selvatica; in bocca risulta fine con le note aromatiche che tornano sul finale lungo e tagliente.

Acini di Nero 2019
E’ un Nero d’Avola in purezza che fa 8 giorni di macerazione sulle bucce; al naso si avvertono immediatamente sentori di frutta rossa come fragola e ciliegia. In bocca risulta fresco con delicati tannini.

Cinque Inverni 2014
E’ il vino più sorprendente tra quelli assaggiati. Un Catarratto che macera 15 giorni sulle bucce e fa 3 anni e mezzo di affinamento in tonneau. Il colore è ambra chiaro e presenta un profumo di incenso, frutta secca, miele e cera d’api; al palato risulta ancora fresco, disteso con sentori di peperone e caramello, la parte ossidativa è sulla frutta secca. Potrà essere bevuto ancora per altri anni.