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L'azienda

Vadiaperti e l’elogio dell’invecchiamento

28 Novembre 2011
Raffaele-Troisi Raffaele-Troisi

di Fabio Cimmino

Dobbiamo veramente tanto alla famiglia Troisi, al papà Antonio ed al figlio Raffaele (nella foto), se, in questi anni, abbiamo potuto imparare ad apprezzare e convincerci delle incredibili potenzialià d’invecchiamento dei bianchi irpini.

Al punto tale che, anzi, sembra, oggi, molti diano quasi per scontato che fiano e greco possano tranquillamente affrontare anni ed anni di glorioso invecchiamento. In realtà, è bene chiarirlo subito, non quelli di tutti i produttori, non tutti quelli provenienti da una qualunque vigna dell’areale ed,ovviamente, non tutti i millesimi. Non basta insomma la fascetta della Docg per far scattare questo automatismo evolutivo.

Ma, detto questo, se non fosse stato per la lungimiranza di un uomo illuminato come il professor Antonio Troisi che, fin dal lontano 1984, anno in cui fu fondata l’azienda, ebbe la cura e la costanza di metterne, ogni anno, un po’ di bottiglie da parte per custodirle nella sua cantina, sottraendole alla vendita, mai avremmo potuto, in questi ultimi anni, capire e goderne, come ci è stata data occasione, grazie alle fantastiche degustazioni verticali organizzate da suo figlio Raffaele. Una lungimiranza dimostrata dal Professore fin dalla scelta coraggiosa, tra i primissimi, di non voler più svendere le proprie uve alle grandi “maison” della zona ma imbottigliare in proprio. Immagino, poi, che l’ulteriore sacrificio economico di metterne da parte anche poche bottiglie dovette sembrare agli occhi dei suoi vicini di filare una vera e propria follia.

Se al professor Antonio dobbiamo il merito di aver saputo valorizzare, in questa direzione, Fiano di Avellino e Greco di Tufo, e al figlio Raffaele (che ha ereditato preso in mano le redini dell’azienda dopo la sua scompars) cui va, invece, il riconoscimento di aver azzardato la stessa imporbabile scommessa con l’umile e bistrattata Coda di Volpe, relegata, dai più, ad uva da taglio per equlibrare e compensare le spigolosità di gioventù del fiano e, soprattutto, il greco. Pertanto anche se, al momento, trovate in commercio le tre versioni base di fiano, greco e coda di volpe dell’ottima 2010 e le riserve di fiano (Aiaperti) e greco (Tornante) dell’eccezionale vendemmia precedente, la 2009, il mio invito non può essere che di mettervi alla ricerca di qualche bottiglia più vecchiotta (attenzione, nel tempo, è cambiata sia l’etichetta sia la forma del contenitore, avendo, nel frattempo, abbandonato la classica, da me amata, renana).

Quando avrete la fortuna, sugli scaffali di un’enoteca o nella carta dei vini di un ristorante, di scovarnme un bottiglia d’antan, non fatevela, assolutamente, scappare. I prezzi ragionevoli praticati dalla cantina in uscita se aumentati con un ricarico giusto ed onesto saranno sicuro motivo in più per rischiare ed osare. Sono certo che (conservazione attenta permettendo) non rimarrete delusi. E se proprio non dovesse capitarvi l’occasione, allora, non vi resta che mettervi in cantina le ultime annate ed aspettare, pazientemente, il trascorrere del tempo.

Vadiaperti
ettari vitati: 10
bottiglie prodotte: 90.000
C.da Vadiaperti 83040
Montefredane – (Av)
Tel. 0825.607270
www.vadiaperti.it