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L'evento

Bollicine, riesling e un vino francese che da solo vale il viaggio: ecco gli eroi enoici della montagna

08 Novembre 2011
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 Alcuni dei vini degustati

Bollicine, Riesling, Sauvignon Blanc e una chicca francese che da sola vale il viaggio. Sono alcuni dei protagonisti della degustazione organizzata dal Cervim, il Centro di ricerca per la Viticoltura di Montagna, nell’ambito del Merano Wine festival.

In passerella undici aziende tra nazionali ed internazionali premiate all’ultima edizione del Concorso internazionale dei Vini di Montagna 2011. La degustazione si è tenuta all’hotel delle Terme di Merano. La presentazione affidata ai produttori delle aziende partecipanti con il direttore del Cervim, Gianluca Macchi.

La prima parte della degustazione è stata dedicata alle bollicine, sia metodo Charmat che metodo Champenois. si parte col Prosecco della cantina Pederiva, presentata dalla produttrice Mariangela Pederiva, azienda di Valdobbiadene con l’etichetta Cartizze Dry 2010. Anche la seconda, sempre in Valdobbiadene, Andreola, raccontata dal produttore Stefano Pola che ha presentato il Prosecco Brut Docg e il Cartizze. La terza azienda, Opera, in Val di Cembra, in Trento, ha visto protagonista un metodo classico 2007, Chardonnay in purezza, 36 mesi sui lieviti, un vino molto minerale, sapido, con un residuo zuccherino di 7 grammi/litro, con note molto marcate di crosta di pane.

Cantine Aldeno, una cooperativa sociale, 350 ettari di territorio, ha protato in degustazione Altinum, un vino caratterizzato da una fermentazione lenta, 90% Chardonnnay e 10% di Pinot Noir, con una spiccata nota di mandorla al naso. Si passa ai bianchi fermi con l’azienda Borgo dei Posseri che presenta il Furiel, un Sauvignon Blanc, vinificato a 600 metri sul livello del mare, una scommessa per questo territorio che inizia con l’impianto del vitigno nel 2004, una produzione elitaria di 8 mila bottiglie di Sauvignon e 50 mila complessive, considerando le altre cultivar.

Proseguiamo co Pinot Grigio de Lo Triolet, anch’essa una produzione di nicchia, per una produzione di 40-45 mila bottiglie.

L’ottavo vino è quello di Sandro De Bruno, presentata dal produttore Giovanni Bonati, un’azienda di Verona, che valorizza un vitigno autoctono, il Durello, vitigno esistente già dai tempi dei Dogi, da cui il nome del vino Durello, noto anche per le proprietà benefiche e curative. È importantissimo il terroir, caratterizzato da un terreno vulcanico, ad una certa altitudine. In totale 23 ettari quelli coltivati da De Bruno, a sentire lui un vino dalle grandi aspettative, che potrà competere fra qualche anno coi vini alsaziani.

Si passa dunque alla zona della Mosella, al Riesling Alte Reben, dell’azienda Rweingut Ring, vino che non ha bisogno di parole ma solo di essere degustato, presentato dalla produttrice Stefanie Ulrich.

Protagonista anche la Val d’Aosta, col produttore Stefano Celi dell’azienda La Source sulle colline di Torrette, con un rosso dal vitigno autoctono, Le Petit Rouge, annata 2009. L’affinamento è di circa 7-8 mesi nei tonneau da 550 litri, e i sentori sono quelli tipici del Petit Rouge: rosa canina e frutti rossi maturi.

Poi è la volta Abraxas, protagonista per la Sicilia col suo Passito di Pantelleria ’08 presentato dal titolare Calogero Mannino.

E per concludere in degustazione arriva il Banyuls de Le Cave Etoile 2002, un vino che mantiene la giusta acidità anche dopo parecchio tempo. Ci troviamo nel sud della Francia. Il tipo di Banyuls degustato è un Oxidative, 10 anni di invecchiamento in botti di quercia mezze vuote, per agevolare l’ossigenazione, e, dunque, l’ossidazione. Della stessa produzione sussistono le tipologie Bianco, Rosè, Rouge. Anche qui è la zona che fa il vino: ci troviamo nel punto in cui i Pirenei incontrano il mare, tutto viene fatto manualmente. I vitigni utilizzati sono Grenache, Syrah, Muscadel. La sua fermentazione viene bloccata con l’aggiunta di alcool neutro, punto di differenza con lo Sherry e il Marsala.

Maria Antonietta Pioppo