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L'evento

Giusto Occhipinti, Cos: perché torno al Vinitaly

08 Marzo 2012
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Giusto Occhipinti (nella foto) torna al Vinitaly con una nuova formula.

Quest’anno sarà infatti dentro l’area VIVIT che racchiude tutti i produttori di vini naturali. Dopo quasi tredici anni, la cantina torna a scommettere sulla fiera.

“Il mio ultimo Vinitaly  è stato nel 1999, – dice Occhipinti -. A Verona siamo sempre andati, ma per altre  manifestazioni. Come Villa Favorita. Quest’anno l’amministrazione di Verona, dopo quarant’anni ha deciso di cambiare formula riducendo  l’evento di un giorno e creando uno spazio apposito per i produttori che fanno biologico e biodinamico. Ho accettato di aderire perché penso che comunque il Vinitaly sia sempre una piazza importante”.

Giusto Occhipinti, dunque insieme ad altri produttori della Sicilia, tra cui Arianna Occhipinti, Alberto Graci e Francesco Guccione, sarà presente in questo spazio dedicato dal nome VIVIT. Il nome è stato proposto, tra l’altro, dallo stesso Occhipinti e tra le varie idee è stata quella che ha convinto di più l’organizzazione, in quanto acronimo di Vigne-Vignaioli-Terroir”.

E sulla Fiera, che durante questi anni, ha perso molto, registrando una flessione non indifferente di costi, commenta:
“I costi che dobbiamo sostenere  noi produttori sono  troppo elevati, è un vero dispendio di soldi. Verona costa quattro volte in più rispetto ad un periodo di bassa stagione, in più l’Ente Fiera pecca nell’organizzazione dei servizi”.

Aumenti che mettono “in ginocchio”  i produttori, secondo il produttore. E rispetto ad altre fiere, come ad esempio il Prowein,  l’organizzazione non riescirebbe a gestire 150 mila presenze, intasando, come denuncia Occhipinti, una città e creando difficoltà a spostarsi con disservizi enormi. “Sono stato al Prowein, di recente e stando in città con  mezzo milione di presenze  non ci si accorge di essere in periodo di Fiera, cosa che invece avviene a Verona, con molte meno presenze. Credo che si debba sensibilizzare l’Ente Fiera affinché si attivi per offrire soprattutto a noi produttori, altrettanti servizi. E poi, dal momento che ci sono milioni di fiere e noi produttori siamo un po’ costretti ad andare dappertutto, con un investimento di rirorse non indifferente, sarebbe meglio cambiare formula, magari facendola diventare una manifestazione biennale, come il Vinexpò di Bordeaux.  In questo modo, forse si riuscirà a mediare un po’ il clima di disordine e disorganizzazione che regna sovrano nei giorni del Vinitaly a Verona e a dare un po’ di tregua alle nostre tasche”.

Nonostante tutto per il titolare della Cos il Vinitaly rimane una fiera con un grande peso a livello internazionale. E spezza una lancia a favore dell’Ente Fiera, che quest’anno, avendo registrato delle presenze in meno, ha voluto creare uno spazio apposito  per coloro che fanno il vino con una filosofia diversa.

“L’amministrazione si è  resa conto che a livello logistico era  più logico riunire in un unico spazio i produttori con un filosofia diversa, soluzione ideale per esercitare un impatto migliore sul potenziale cliente. Dal canto loro, e dato il forte decremento delle presenze,  hanno dimostrato la massima disponibilità ad aprirsi a nuove idee. In questo caso, devo fare i complimenti all’Ente che si è mostrato disponibile. E spero sia sensibile a queste critiche di noi produttori sulla possibilità di riorganizzare la città di Verona in un modo mifliore per quei giorni, senza creare disagi”.

Maria Antonietta Pioppo