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L'evento

Terra Madre chiude. É stato il Salone del Gusto più lungo della storia: 205 giorni

29 Aprile 2021

 

Cala il sipario domani, 30 aprile 2021, sulla tredicesima edizione di Terra Madre Salone del Gusto, la manifestazione internazionale organizzata da Slow Food, Città di Torino e Regione Piemonte che non si è arresa di fronte all’imperativo dettato dal Covid-19

e con grande spirito di resilienza ha rivoluzionato il proprio format, proponendo 205 giorni di eventi fisici e digitali, organizzati dalla rete di Slow Food e dai suoi partner in 75 Paesi del mondo. “Di fronte alla crisi sanitaria, sociale, economica causata dalla pandemia abbiamo voluto riportare l’attenzione sulle cause che l’hanno scatenata: la biodiversità agricola compromessa dall’agire umano, la crisi climatica che minaccia gli ecosistemi, le iniquità del modello di produzione e distribuzione del cibo. Tutti problemi che conoscevamo bene già prima di questa pandemia, ma che il modello di sviluppo dominante continua a ignorare o non voler affrontare – dichiara Carlo Petrini, presidente di Slow Food – In questa situazione noi abbiamo deciso di puntare i riflettori sulle soluzioni, piccole ma rivoluzionarie per la loro efficacia di azione a livello locale, che già oggi sono nelle mani delle comunità di contadini, pescatori, artigiani, cuochi, ma anche dei singoli cittadini che ogni giorno agiscono per il cambiamento con le loro scelte consapevoli. Da tempo sosteniamo la necessità di un cambio di paradigma, e non siamo i soli a dirlo: ecco, questi sette mesi di Terra Madre ci hanno permesso di ascoltare la voce di studiosi, accademici, filosofi, scienziati, economisti, insieme a quella dei contadini, artigiani, pastori, pescatori, educatori che sono l’ossatura fondamentale della rete di Terra Madre e di Slow Food in ogni angolo del pianeta. Il quadro finale che ci consegna questa edizione dell’evento, attraverso le migliaia di ore di attività realizzate nei cinque continenti, è una lucida visione di questi nuovi paradigmi, che rappresenta quella vera transizione ecologica da più parti invocata e non più rimandabile”.

Sette mesi di eventi che hanno portato Terra Madre Salone del Gusto in tutto il mondo, facendo di Torino e del Piemonte il punto di riferimento della riflessione sul futuro del cibo. “Il grande successo di questa edizione, pur nelle modalità che l’emergenza sanitaria ha imposto, è la dimostrazione della straordinaria forza della comunità che Slow Food ha creato negli anni e di cui Terra Madre Salone del Gusto, l’Italia e il Piemonte sono il cuore pulsante – sottolinea il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio – Ed è la prova che in questo patrimonio umano unico, fatto di competenze, storia e idee che guardano al futuro, c’è la chiave per ripartire. L’energia vitale per alimentare con consapevolezza e coscienza il nostro domani”. “Pur in un contesto di grande difficoltà causato da una pandemia che – sottolinea il sindaco di Torino, Chiara Appendino – ha fatto e, a tutt’oggi, sta facendo sentire in ogni parte del pianeta i suoi pesanti effetti di carattere sanitario, economico e sociale, la manifestazione Terra Madre Salone del Gusto ha superato ogni ostacolo, riuscendo nell’impresa di far dialogare tra loro realtà anche appartenenti a mondi lontani e diversi, e confermando l’evento come un’imperdibile occasione di sensibilizzazione sui temi del cibo, dell’educazione alimentare, della tutela delle biodiversità”.

“Occorre evidenziare – aggiunge Appendino – che il format scelto per la tredicesima edizione di Terra Madre Salone del Gusto – attraverso i suoi numerosi appuntamenti organizzati anche in digitale e proposti in sette mesi, coinvolgendo 75 Paesi – ha consentito di trasformare in opportunità i limiti posti dalla necessità di adottare misure restrittive per contenere la diffusione del Covid 19, permettendo allo stesso tempo, di mantenere al centro dell’evento Torino e il Piemonte e di allargare gli orizzonti della manifestazione”.

E proprio in questa grande opportunità di conoscere e imparare risiede l’unicità di questa edizione di Terra Madre che ha unito virtualmente la rete Slow Food come mai nessuna edizione fisica avrebbe potuto fare. Intendiamoci, nessun appuntamento virtuale potrà mai sostituire il senso di fraternità e la forza della moltitudine che si incontra a Torino ogni due anni, ma in questi mesi ogni comunità Slow Food, ogni socio o attivista, ogni singolo appassionato ai temi proposti – ovunque nel mondo, qualsiasi fosse la sua lingua – ha avuto la possibilità di trovare in Terra Madre il format più adatto. Secondo una prima stima, i 1.160 eventi, organizzati in 75 Paesi – dall’Azerbaijan al Brasile, dalle Filippine all’isola di Antigua – che la piattaforma www.terramadresalonedelgusto.com ha ospitato e promosso con una media di circa sei al giorno, hanno raggiunto oltre 10 milioni di profili digitali in tutto il mondo. In particolare, gli appuntamenti trasmessi sulla piattaforma e sui social di Terra Madre Salone del Gusto hanno totalizzato oltre 1.300.000 visualizzazioni con un pubblico distribuito in 202 Paesi, mentre gli eventi organizzati direttamente dalla rete Slow Food in giro per il mondo hanno coinvolto 250.000 partecipanti. Significativo il dato relativo alle attività di formazione e agli incontri che prevedevano la partecipazione previa registrazione: un totale di 97 appuntamenti segna complessivamente l’iscrizione di 10.300 persone mentre sono oltre un milione gli utenti che hanno seguito quegli stessi appuntamenti attraverso i social. Inoltre, 3.300 giovani da tutto il mondo per un mese hanno aderito alla challenge organizzata su Instagram in collaborazione con gli attivisti dello Slow Food Youth Network per promuovere il cibo buono, pulito e giusto. Un altro dato importante emerge da una prima rilevazione statistica effettuata in prossimità della conclusione dell’evento, secondo la quale oltre il 45% dei soggetti che hanno partecipato attivamente agli appuntamenti di Terra Madre Salone del Gusto non aveva mai avuto un coinvolgimento nelle attività di Slow Food: una solida base di interlocutori da cui ripartire per le prossime sfide che ci attendono. E un ricco parterre di persone che potremo incontrare per la prima volta, fisicamente, a Terra Madre 2022.

“Sono numeri impossibili da paragonare a qualsiasi altro dato relativo alle precedenti edizioni e a qualsiasi altra iniziativa di Slow Food – sottolinea Carlo Petrini – «ma certamente possiamo dire che sono risultati di cui siamo molto soddisfatti, perché superano gli obiettivi che ci eravamo dati alla vigilia dell’apertura”. Un quadro più completo e dettagliato dei numeri sarà presentato nel mese di giugno, dopo il necessario lavoro di analisi e approfondimento che inizierà già la prossima settimana. Conferenze, formazioni, forum, oltre ai format più innovativi e di maggior successo, le Food Talk e i Come si fa?, rappresentano un patrimonio di saperi unico, una vera e propria “biblioteca del buono, pulito e giusto” che rimane a disposizione di chi ancora vuole conoscere, imparare, acquisire nuove consapevolezze, indispensabili per capire in quale direzione dobbiamo orientare il nostro agire.

Pescando in questa straordinaria biblioteca online, accessibile gratuitamente a tutti, vogliamo citare alcuni dei tanti nomi che ci hanno accompagnati in questo lungo viaggio: Franco Farinelli, Virginie Raisson e Paul Collier, con cui abbiamo aperto l’8 di ottobre, sul tema delle nuove geografie per leggere il mondo; Jonathan Franzen, che ha confermato la tesi secondo cui la battaglia per salvare la biodiversità, a differenza di quella contro la crisi climatica, è alla portata di tutti; Heribert Hirt e David Quammen, che sono intervenuti sul rapporto tra cibo e salute e il rapporto tra perdita di biodiversità e zoonosi; Elena Granata, con il modello di città del futuro, improntato sulla resilienza anziché sulla monocultura produttiva, a cui ha fatto eco Carolyn Steel, secondo cui l’imperativo è ricollegare le città e alla campagna circostante; Sunita Narain che ci ha riportati sulla tragedia delle ingiustizie sociali causate dalla crisi climatica; Célia Xakriabá, con il suo punto di vista di giovane donna indigena a proposito del ruolo del cibo, della biodiversità dei saperi e delle culture, del diritto alla terra; Paul Ariès e Eric Schlosser, sul cibo del futuro e sulle (non) soluzioni proposte dalla tecnologia; Alice Waters sul ruolo dell’educazione al gusto per i più piccoli (e delle scuole) nel cambiare il sistema alimentare.

C.d.G.