Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
L'iniziativa

La storia del Grana Padano in un libro: dal 1134 ad oggi la ricetta è immutata

19 Settembre 2016
Nicola_Cesare_Baldrighi_e_Stefano_Berni Nicola_Cesare_Baldrighi_e_Stefano_Berni


(Nicola Cesare Baldrighi e Stefano Berni)

di Michele Pizzillo

Chi ha il compito di tutelare e valorizzare un vanto dell’agroalimentare italiano come il Grana Padano, è utile che ne decanti i suoi pregi ed è anche giusto che abbia deciso di racchiudere in un bel libro, “Grana Padano: Una storia di qualità” con testi a cura di Silvia Borghesi (Mondadori, €. 39), la storia di un formaggio che viene prodotto dal 1134.

Se poi si decide di presentare il libro insieme all’editore, in questo caso il direttore generale di Mondadori Electa, Stefano Peccatori, e di un professore di psicologia dei consumi e neuro marketing nonché direttore del master in food and wine communication all’Università Iulm di Milano, Vincenzo Russo, che opportunamente spronati da Alessandro Cecchi Paone, possono venire fuori sorprese ed aneddoti che forse nemmeno ci si poteva immaginare. Così, per esempio, Pescatori paragona il Grana Padano alla stampa, nata 400 anni dopo del famoso formaggio, per la stessa cura artigianale che da secoli è immutata nelle loro fasi di preparazione ma, anche, per il riposo che viene assicurato ai due prodotti anche se per il libro spesso è molto lungo; eppure il libro non si mangia, ma si coccola, dice Peccatori, così come fanno i casari nei lunghi mesi che quasi si immedesimano nelle forme che seguono sino allora definitiva maturazione.

Se poi prendi nota di quello che Russo ha ravvisato nei messaggi promozionali – sempre caratterizzati da tocchi di ironia che fa sorridere nonché da aspetti davvero emozionali – che negli ultimi decenni hanno accompagnato lo sviluppo commerciale del Grana Padano, il formaggio più venduto al mondo, ti rendi conto che, probabilmente, sono stati sottovalutati i numerosi messaggi studiati per il formaggio creato dai frati dell’Abbazia di Chiaravalle, ormai una struttura che fa parte del perimetro della città di Milano, quando riuscirono a capire come poter conservare a lungo il latte, trasformandolo in un formaggio a pasta dura che poteva durare nel tempo, da qui, si evince dal libro, il nome caseus vetus, cacio invecchiato, prima di diventare Grana.
Dall’intuizione dei frati si è arrivati al ‘900, con la volontà di regolarizzare e controllare la produzione per garantire la massima qualità e le caratteristiche organolettiche formaggio. Nasce così, nel 1954, il Consorzio Tutela Grana Padano, con l’obiettivo di riunire le cooperative e le industrie casearie impegnate nella produzione secondo un disciplinare ben preciso, a tutela del consumatore.

E proprio ai suoi diversi consumatori il Consorzio si è sempre rivolto, con l’obiettivo di informare e fare cultura attraverso progetti nazionali e internazionali, come la sponsorizzazione di eventi sportivi piuttosto che la partecipazione a fiere importanti del settore, progetti di informazione nelle scuole fino all’attività di educazione nutrizionale Grana Padano divenuta dal 2005 un progetto istituzionale con finalità a servizio del consumatore.
Dalla qualità della vita grazie un corretto stile alimentare, alla promozione dei molteplici usi in cucina, fino ad arrivare alla ristorazione e al piacere di sperimentare abbinamenti innovativi grazie anche a collaborazioni con ristoratori e cucine “stellate”.

Insomma, “il Consorzio non si è mai fermato, e non si ferma; per questo cerca di fare pagare il latte alla stalla un prezzo superiore a quello praticato dal mercato”, dice il direttore Stefano Berni. E, con il presidente Nicola Cesare Baldrighi, che aggiunge: “Questo libro evidenzia come il Consorzio promuove e continua a comunicare i suoi valori a tutti. E, racconta, anche, l’importanza della materia prima e dei controlli, la tradizione millenaria e il rapporto con il territorio, il sapore, la genuinità e le caratteristiche nutrizionali”. Tutto questo adesso è racchiuso nel libro che già da qualche giorno è disponibile in libreria, che ha pure lo scopo di sintetizzare le peculiarità e la storia di un orgoglio italiano, descrivendolo anche attraverso le campagne pubblicitarie nazionali e internazionali ideate e prodotte fino a Expo 2015.


(Vincenzo Russo, Stefano Beri, Alessandro Cecchi Paone, Nicola Cesare Baldrighi e Stefano Peccatori)

Ha aggiunto Baldrighi nel corso della presentazione della pubblicazione: “Questo libro racconta la storia millenaria di un prodotto che fa parte di tutti noi perché è da sempre sulle tavole delle famiglie italiane, e non solo. Rappresenta la cultura gastronomica del nostro Paese, la storia millenaria e le tradizioni socio culturali di un territorio così splendidamente raccontate da Olmi nell’ “Albero degli Zoccoli” il piacere della condivisione, del mangiare bene. La scelta di scrivere il libro in italiano e in inglese è motivata dal forte appeal che il nostro prodotto ha a livello internazionale”.
Grana Padano Dop è infatti uno dei protagonisti del gusto universalmente riconosciuti, e il prodotto Dop più consumato nel mondo. Un terzo della produzione, infatti, varca i confini nazionali.