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L'iniziativa

“L’Uovo e la Colomba”, la kermesse a Milano che mette in mostra i simboli di queste festività

14 Aprile 2017
Fiorella_Ciaboco Fiorella_Ciaboco


(Fiorella Ciaboco)

“L’Uovo e la Colomba”, kermesse gastronomica milanese dedicata ai simboli della Pasqua, ideata e organizzata da BonnePresse, uno studio creato da tre giornaliste professioniste (Marianna Corte, Carlotta Dazzi e Gaia Grassi) con la passione per il food, il design e il mare, riserva sempre delle belle sorprese che, probabilmente, fanno apprezzare ancora di più questi dolci della tradizione. 

Tant’è vero che l’appuntamento goloso 2017 si è caratterizzato per tre aspetti che riteniamo meritevoli di essere conosciuti. Intanto la qualità e la professionalità di maestri pasticceri arrivati da alcune regioni dell’Italia del Nord; per l’aspetto sociale, visto che in esposizione c’erano le colombe prodotte in carcere; infine, per lo spirito solidaristico che gli organizzatori hanno voluto riservare ai laboratori che operano nelle aree terremotate. Andiamo con ordine, partendo dalle eccellenze artigianali proposte da laboratori come il mantovano Antoniazzi che nei chiostri di una location storica quanto suggestiva come Palazzo delle Stelline, ha portato dei pezzi d’arte, più che uova e colomba, tanto da suggestionare il visitatore al punto di avere avuto l’impressione di entrare in un museo, tanto sono belli ed originali le uova di cioccolato di questo fantasioso pasticciere di Bagnolo San Vito.


(Colomba del carcere minorile)

Senza dimenticare laboratori storici come quello della Martesana (una vera e propria istituzione a Milano che l’anno scorso ha celebrato i 50 anni di attività) e Angela (che nel 2016 ha inaugurato un laboratorio a visto per permettere ai clienti di vedere i pasticceri al lavoro) o Marra di Cantù, la varesina Dolcearte che produce anche panettoni salati e il “pan de bira” realizzato con luppolo fresco e malto d’orso tostato, nonché la veronese Beltrame con il capo pasticcere Domenico Beltrame super premiato per la sua bravura. Senza dimenticare Il Forno dei Viganò di Desio che in 17 anni di attività ha creato dei prodotti che sono ormai dei classici. Tutte attività che meritano la massima attenzione perché rappresentano una voce importante dell’economia dove operano.


(Maurizio Stocchi)

Per l’aspetto solidaristico, l’attenzione è per le aziende che sono arrivate dalle zone colpite dal sisma. Come Stocchi di Amatrice che pur con le difficoltà facilmente intuibili, continua a tenere alto il nome di una famiglia che da più di 40 anni è il punto di riferimento goloso della zona. Al Palazzo delle Stelline c’era pure la cioccolateria Vetusta Nursia di Norcia di Arianna Verucci che continua la tradizione familiare di decorare manualmente le uova di Pasqua, mentre la stilista marchigiana Fiorella Ciaboco, ha presentato la produzione di Daniele Pascoli, proprietario del  Panificio Fronzi di Pieve Torina, un centro dove gli immobili sono stati dichiarati tutti inagibile, anticipando l’idea del marchio “difendiamo il made in Marche”, tanto da allestire nel suo grande atelier, un punto vendita per i soli prodotti provenienti dai marchigiani   maggiormente colpiti dal sisma. 


(Uova di Antoniazzi)

Infine, per l’aspetto sociale, c’era la presenza della Cooperativa sociale Buoni Dentro dell’Istituto di pena minorile Beccaria che ha allestito un laboratorio di panificazione e pasticcerie per impegnare i giovani detenuti e, magari, assicurargli una formazione professionale che potrà essere utile una volta lasciato il carcere. Mentre la Pasticceria Giotto del carcere di Padova è ormai un’attività consolidata e che, oltretutto, propone degli ottimi prodotti. Dice Laura Teruzzi, che è una sorte di direttore commerciale, “i nostri panettoni, le colombe e le uova di cioccolata sono di ottima qualità. Si vendono non perché li producono i carcerati, ma perché sono prodotti validi”.

Michele Pizzillo