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L'iniziativa

“Spumante charmat, la Sicilia può fare di più”

27 Maggio 2019
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Esperti ed addetti lavori a confronto alla prima edizione di un evento dedicato al mondo “sparkling”. “L’Isola ha potenzialità inespresse”. L’analisi sui consumi all’estero e l’importanza della sostenibilità e del packaging

Un momento di formazione sull’intero ciclo di produzione dello spumante con metodo charmat, focalizzando l’attenzione sulle possibilità e gli strumenti disponibili, oggi, per produrre spumanti di alta qualità e appetibili per il mercato.

Ecco l'obiettivo di “Sicilia Sparkling – i pensieri dell’effervescenza”, la prima giornata di formazione pensata e realizzata da Andrea Di Gesù, titolare di Adg Forniture che si è tenuta alla cantina Donnafugata di Marsala in provincia di Trapani. L’imprenditore siciliano è riuscito nell’intento di offrire alle cantine siciliane un momento di formazione sull’intero ciclo di produzione dello spumante con metodo charmat. “Le potenzialità del territorio siciliano rispetto alla produzione di spumanti metodo Charmat di qualità sono immense e a volte ancora inespresse – ha detto Di Gesù – Grazie al costante confronto con clienti e amici produttori, ho potuto toccare con mano la nostra realtà e ho capito che c’era un bisogno latente, quello di acquisire maggiori conoscenze e competenze”. Insieme a lui, hanno preso parte alla giornata formativa, autorevoli relatori, una nutrita platea di produttori ed enologi di cantine, provenienti da tutte le provincie siciliane. Molti gli interventi di addetti ai lavori che hanno fornito vari spunti e possibili scenari.

L’enologo Umberto Marchiori di Uva Sapiens, con un approccio rigorosamente tecnico e un pizzico d’ironia, ha trattato il tema della longevità ed effervescenza dei vini spumanti, approfondendo aspetti tecnici della produzione e conservazione dei vini dotati di anidride carbonica. Dalla produzione il focus si è spostato sul marketing con Pierpaolo Penco, country manager Italia di Wine Intelligence. Un intervento denso di informazioni che hanno spaziato dal mercato italiano, nel quale il consumo è molto diversificato, a quello degli Stati Uniti con focus sui Millennial, consumatori poco fedeli, ma aperti alla sperimentazione; dal mercato cinese, di dimensioni più ridotte di quanto si potrebbe pensare, a quello del Regno Unito. Interessanti, poi, le analisi sul posizionamento delle diverse tipologie dei vini spumanti italiani, che hanno permesso di iniziare a ragionare sulle possibili opportunità per le bollicine siciliane.

A seguire, l’intervento sul packaging design di Giacomo Bersanetti, fondatore di Sga Wine Design che, attraverso la presentazione e il racconto dei progetti realizzati, ha trasmesso l’importanza del packaging e la sua metodologia nel valorizzare l’unicità e l’identità nello sviluppo dell’immagine di un’azienda. E, sempre a proposito di packaging, con Stefano Pistoni, Business Development Manager W&S di Upm Raflatac, è stato approfondito il tema dell’etichetta autoadesiva, dall’importanza di coniugare l’aspetto estetico con quello funzionale scegliendo la carta giusta alla sostenibilità delle etichette grazie all’innovativo progetto di riciclo RafCycle, che offre una nuova vita agli scarti delle etichette con vantaggi per le aziende e per l’ambiente.

“Il vino come volano della sostenibilità” è il tema affrontato da Gloria Luzzani dell’Università Cattolica che, in qualità di coordinatore tecnico, ha presentato il programma Viva sulla sostenibilità della vitivinicoltura in Italia. Programma ambizioso che dal 2011 persegue l’obiettivo di misurare e certificare le prestazioni di sostenibilità della filiera vite-vino e individuare azioni di miglioramento. I vantaggi sono molteplici sia per l’ambiente che per le aziende vitivinicole, con importanti ricadute anche dal punto di vista del consumatore, che sempre più spesso nelle scelte d’acquisto premia la sostenibilità del prodotto. Ultimo, ma non ultimo, l’intervento di Desiderio Bortolin, titolare della Bortolin Angelo Spumanti, case study della giornata. “Fare un buon charmat è un arte; farne meno ma farlo meglio” così ha esordito, per poi raccontare la sua storia, l’amore per la sua terra e l’evoluzione della Docg Conegliano Valdobbiadene, nonché le scelte che lo hanno portato al restyling della sua linea di spumanti. Bortolin è riuscito a trasmettere alla platea grande passione e rispetto, e ha lasciato aperta una riflessione “prima di tutto bisogna pensare al perché si vuole fare uno spumante”.

La giornata si è conclusa con un momento conviviale, in cui è stato possibile degustare diversi spumanti metodo charmat di varie cantine siciliane e una selezione di Prosecco Valdobbiadene Docg della Cantina Bortolin Angelo. “È stata una giornata di arricchimento, sia tecnicamente che umanamente, grazie alle conoscenze e alla passione trasmesse dai relatori – conclude Di Gesù – Oggi abbiamo posato la “prima pietra” di un progetto molto più grande. Dal mio punto di vista, per fare le cose bene è fondamentale il lavoro di squadra; se le nostre relazioni sono costruttive e migliorative possiamo raggiungere livelli più alti e questo non può che riflettersi positivamente sulla nostra attività”.

Veronica Laguardia