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L'iniziativa

Amaro Lucano punta agli Stati Uniti: e intanto premia il miglior bartender americano

01 Maggio 2017
Leonardo_Vena_amministratore_delegato_del_Gruppo_Lucano_con_il_vincitore_della_Lucano_Bartender_Competition_Ryan_Wainwright Leonardo_Vena_amministratore_delegato_del_Gruppo_Lucano_con_il_vincitore_della_Lucano_Bartender_Competition_Ryan_Wainwright

Da tempo l'azienda italiana ha messo gli occhi sul mercato oltre-Oceano. E per capire le sensazioni, ha organizzato una gara in cui ha premiato il miglior barman americano: hanno partecipato in 2.500. I 4 finalisti si sono sfidati a Milano


(Leonardo Vena e Ryan Wainwright)

di Michele Pizzillo

Leonardo Vena, quarta generazione di quel Pasquale Vena che nel 1894 creò l’Amaro Lucano, vuole conquistare definitivamente gli Stati Uniti. 

Anche perché è la “patria” della mixologia moderna e, quindi, sorgente di tutte le idee  e le mode per consumare consapevolmente i liquori. La presenza negli States – in particolare a New York, Chicago e Los Angeles – dell’amaro concepito e prodotto nel retrobottega di una biscotteria artigianale di Pasticci, cittadina nel “cuore” della provincia di Matera, è ritenuta soddisfacente dallo staff di Lucano, nuova denominazione dell’antica ditta Cav. Pasquale Vena & Figli. Ma Leonardo è convinto che bisogna dare un colpo di acceleratore perché il suo prodotto possa essere presente in tutti i posti giusti. Non mancano le iniziative, anche originali, perché i consumatori americani si affezionino sempre di più al liquore creato dal bisnonno Pasquale. Come, per esempio, un grande pranzo, nel New Jersey, di tutti i Vena che vivono negli Stati Uniti. “Eravamo cinquanta”, racconta l’amministratore delegato di Lucano, rammentando pure che nel secolo scorso dalla Basilicata sono partiti in migliaia verso le Americhe. Non può bastare un pranzo fra “parenti” o omonimi, per conquistare definitivamente un grande mercato, oltretutto molto esigente, come quello americano, appunto. Così, dall’headquarters di Lucano – quello appena allestito a Milano, mentre la produzione avviene sempre nello stabilimento di Pisticci Scalo – è partita l’iniziativa di una gara riservata ai bartender americani, che si è appena conclusa nella nuova sede milanese. Cioè, la “U.S. Bartender Competition” che il  Gruppo Lucano ha ideato e organizzato solo per quel mercato. Hanno partecipato 2.500 professionisti dello shaker. Ed è stata una selezione veramente dura – con tre semifinali nelle tre grandi città dove è maggiormente diffuso il Lucano -, visto che in finale, a Milano, sono arrivati solo in quattro. Quattro campioni che si sono sfidati davanti ad una giuria composta da Leonardo Vena, Tad Carducci, guru del bartendering in America e il giornalista  Stefano Ninchevic di BarGiornale.


(Tad Carducci e Leonardo Vena)

I quattro finalisti arrivati a Milano – e poi, premiati anche con un viaggio allo stabilimento di Pisticci, ovviamente con sosta in una delle più fantastiche ed antiche città del mondo, Matera – sono stati Ryan Wainright di Austin (Texas), Erika Odonez di New York, George Kaiho di Los Angeles e Julia Momose di San Francisco. Che hanno preparato due cocktail aromatici a base di Lucano Classico e di Lucano Anniversario, perché i giurati potessero decidere a chi assegnare il primo premio, un assegno da 2.500 dollari e la possibilità di entrare ufficialmente nel team Lucano, insieme a Leonardo Vena. Dopo una avvincente, ma anche divertentissima gara, è risultato vincitore il texano Wainright con i cocktail Sapori d’Italia (1 ½  oz Amaro Lucano, ¾ oz lemon juice, ½ oz Candolini Grappa ruta, ½ oz Honey syrup, ¼ oz local herb and citrus infused olive oil, 2 dashes housemade Eureka lemon bitter) e Roques Amari  (1 ½ oz Amaro Lucano anniversario, 1 oz Diplomatico reserva exclusiva, ½ oz Cocchi Dopo Teatro, ¼ oz Plantation Oftd, 1 dash chocolate bitters, 1 dash Angostura bitters). Mentre Erika Odonez ha puntato su Solstice Italia e Rather Mai Tai; i californiani Kaiho e Momose rispettivamente su The Sylvan e Ono Love il primo e Open and Shut ( 2/3 di Amaro Lucano anniversario e 1/3 di Cognac) e When Amaro Met Tiki la seconda concorrente donna.

La gara, con una bellissima scenografia che i Vena hanno allestito in una sala dove le pareti richiamano la terra d’origine dell’amaro – bellissima quella rivestita dalle antiche tegole di terracotta che coprivano il tetto del primo stabilimento di produzione dell’Amaro Lucano e quella con una serie di anfore utilizzate nel passato per la conservazione delle erbe utilizzate nella produzione dell’Amaro Lucano. Una parete molto ammirata da appassionati della mixologia che hanno potuto seguire la gara in diretta, attraverso le postazioni che sono state allestite in cinque locali milanesi. E, cioè, il mitico Bar Basso famoso anche per l’invenzione del Negroni sbagliato; il Cinc in zona Brera che continua a conservare la sua atmosfera belle epoque; il Dry, anche questo in zona Brera e il Rita e Sufer’s den dove si respira ancora l’atmosfera futurista e si accede solo se si è tesserati Uisp (Unione italiana sport popolare) e Arci.
Fino agli al 1970, l’azienda Vena era praticamente monoprodotto. I nuovi liquori sono stati inseriti nel decennio 70-80 del secolo scorso, come liquore di caffè, di liquirizia, sambuca, mirto, limoncetta, la Grappa Barocco e il Lucano Anniversario per ricordare i 120 anniversario della nascita del “mito Lucano”.
Simpatica anche l’iniziativa di riprodurre su una t-shirt il manifesto che la ditta Vena fece stampare in occasione dell’Esposizione universale di Milano del 1906, con scritto anche il nome del loro  rappresentate che curava le vendita in città e per la Francia: Luigi Siciliano, corso Venezia 27.