Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
L'iniziativa

Baker, Kiem e Roginska i protagonisti al nostro nuovo press tour

06 Marzo 2013
presstour presstour


Da sinistra Marie Roginska, Saverio Lo Leggio, Helena Baker, Othmar Kiem e Giuseppina Milazzo durante la visita all'azienda Milazzo di Campobello di Licata

Helena Baker, giornalista praghese del periodico Vinarskyobzor, Marie Joanna Roginska, giornalista franco polacca che vive a Parigi e scrive per Viwinowine e Othmar Kiem, firma di Falstaff, sono sati protagonisti nel nostro press tour per visitare cantine e aziende olearie, ristoranti stellati e hotel di charme.

Hanno anche partecipato alla quinta edizione di Sorsi dell’Etna, e qui di seguito riportiamo le loro impressioni sui vini assaggiati. Altri press tour sono in fase di elaborazione con giornalisti provenienti da tutto il mondo per far conoscere o approfondire il mondo agroalimentare e l'accoglienza siciliana.

Uno è un sostenitore delle tante facce della Sicilia del vino che per lui non è unica ma, piuttosto, un continente che negli anni ha fatto grandi passi avanti. L’altra ama i vitigni autoctoni che sono espressione delle tipicità del territorio e in Sicilia ha trovato vini “molto interessanti”.

Othmar Kiem, giornalista tedesco di Falstaff, profondo conoscitore della Sicilia, che per lui rappresenta un appuntamento annuale fisso da almeno quindici anni, e Helena Baker, wine writer per The Prague Post e www.bakerwine.cz, che conosce l’Italia del vino quasi come le sue tasche, sono stati a Palermo in occasione di Sorsi dell’Etna, la maxi degustazione di vini del vulcano organizzata da Cronachedigusto.it.

Kiem negli anni ha visto la Sicilia del vino crescere e modificarsi, correggere il tiro e affinarsi. “Si è iniziato a parlare di vini siciliani negli anni '90 – racconta – soprattutto con grandi produttori. All’inizio si è puntato più sui vitigni internazionali ma poi, sul finire degli anni '90, si è compreso che la vera svolta sarebbero stati i vitigni autoctoni, che sono tanti e fortemente caratterizzanti”.

La Baker ama la leggerezza di certi vini siciliani, la mineralità di altri a patto che la parola d’ordine sia tipicità.
E a proposito dei vini dell’Etna, “l’ultimo hotspot”, come lo definisce Kiem, il giornalista tedesco consiglia cautela. “Al Telimar ho assaggiato vini molto interessanti ma non tutto quello che viene dal vulcano è fantastico – sostiene -. Ci sono produttori molto abili nell’interpretare il nerello mascalese e sono stati in grado di conferirgli eleganza. Ma questo vino rimane sempre piuttosto rustico, va bene consumato in loco, ma sarebbe difficile da vendere ai francesi, per fare un esempio”.

Secondo il giornalista di Falstaff, nel successo di questi vini c’è una componente modaiola inevitabile ma “il vero capitale sono i vitigni che rappresentano un patrimonio unico. Il mio consiglio è quello di andare avanti su questa strada. Bisogna far capire che la Sicilia del vino non è unica – conclude – ed è necessario puntare tutto sui vitigni autoctoni tenendo a mente che l’Etna non è l’eldorado, che non bisogna strafare ed è fondamentale non sciupare il suo potenziale”.    

Cauta pure la wine writer praghese che, tra le altre cose, si occupa di abbinamenti vino-cibo, nonostante  sostenga con forza nerello mascalese e cappuccio, carricante e insolia. “Ho assaggiato alcuni vini dell’Etna molto interessanti – afferma –  perché sono stati in grado in esprimere la tipicità della zona che è quello che cerco in un vino”.    

C.M.