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L'iniziativa

Diego Planeta: il vino siciliano ha grandi prospettive

20 Ottobre 2011
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Due anni di sofferenza. Anche il 2011 non sarà una buona annata per il vino siciliano. Una produzione più scarsa, a livello di quantità, ma di maggiore qualità.

Ma Diego Planeta (nella foto), uno dei più conosciuti produttori di vino siciliano nel mondo, va oltre. Perché ora c’è la Doc Sicilia. Che permetterà, secondo l’ex presidente dell’istituto regionale della Vite e del Vino, un controllo più accurato del vino, valorizzerà le piccole zone di produzione che oggi sono conosciute, spesso, solo dagli addetti ai lavori e permetterà lo sviluppo del consorzio di tutela. Ecco, in sintesi il Planeta-pensiero, nel primo dei nove seminari sul “Sistema vitivinicolo” cominciati nella facoltà di agraria dell’università di Palermo e che dureranno fino al prossimo maggio.

Il primo seminario, “Il mercato del vino”, ha visto come protagonista il numero uno della cantina sociale siciliana più grande. Che ha fatto un excursus storico dell’evoluzione e della diffusione dei vini, ma soprattutto del mercato dei vini, nella nostra regione. “Il 2009 è stato un anno drammatico per la produzione del vino in Sicilia – dice Planeta – Abbiamo registrato il minimo storico di litri prodotti”.

I motivi, per Planeta non sono chiari: “Dipende dalle decine di vigneti abbandonati, estirpati oppure mal coltivati. Ha influito la vendemmia verde ed altri fattori che dipendono dal mercato vero e proprio”. Ora c’è il 2011, con i dati che ancora non sono stati diffusi e su cui, quindi, come dice lo stesso Planeta, non si può fare nessuna considerazione. Ma gli addetti ai lavori hanno già le idee ben chiare. “È l’anno in cui i produttori rimescolano le carte e si deve ricominciare il gioco – dice – All’orizzonte ci sono grandi possibilità per la Sicilia. C’è un crollo ulteriore e di questo ne siamo consapevoli. E ne siamo sicuri perchè abbiamo già i dati di produzione di uva”.

Nel 2009 2,4 milioni di quintali di uva sono stati trasformati in vino. Quest’anno circa 1,4 milioni di quintali. “Ma questo deve far ben sperare – dice Planeta – Perchè i prezzi aumentano a vantaggio della qualità. Anche i vini a basso prezzo aumentano. Del 100%. Mentre quelli di qualità, mantengono i loro standard di vendita con piccoli aumenti del 10%”. Per Planeta la Sicilia va verso una produzione equilibrata di vino, soprattutto cerca di accontentare quanti nel mercato europeo chiedono una riaffermazione dei vini siciliani. “Oggi non ci sono più contributi pubblici, la distillazione è finita ed è rimasto solo il mercato per ricavare qualcosa – dice Planeta – Credo che la soluzione giusta sia che l’istituto regionale vite e vino, l’assessorato regionale all’agricoltura e l’Assovini lavorino insieme per creare una squadra vincente sia sul territorio nazionale che internazionale”.

Il prossimo seminaro dal titolo “La politica vitivinicola dell’unione europea” si terrà presso l’aula magna della facoltà di agraria dell’università di Palermo il prossimo 11 novembre. Relatore sarà Eugenio Pomarici, presidente del gruppo di esperti mercati e consumatori presso l’organizzazione internazionale della vite e del vino e membro del comitato scientifico e tecnico, oltre che professore associato di economia e politica agraria presso l’università di Napoli Federico II.

Giorgio Vaiana