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L'iniziativa

La cultura del vino cresce a tavola: a Villa Costanza le cene formative sui territori siciliani

05 Luglio 2019
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Primo ciclo di questa iniziativa dedicato ai vini dell'Etna. All'ultima serata presente anche Antonio Benanti, presidente del consorzio Etna Doc


(Luigi Salvo, Elisabetta Musso, Francesca Landolina, Federico Latteri, Marco Durastanti, Veronica Laguardia, Livia Ricevuto, Filippo Fiorito, Antonio Benanti) 

Dalla mente vulcanica di Marco Durastanti del ristorante – pizzeria Villa Costanza a Palermo, non poteva non nascere una rassegna dal titolo “Villa Costanza meets Etna”. Ed è così che, tra giugno e luglio, si sono susseguite quattro cene per esplorare di più i vini del vulcano, con la presenza di alcuni produttori. 

“Uno dei modi più efficaci per scoprire un territorio è assaggiarlo – afferma il titolare del ristorante Marco Durastanti – ed è per questo che abbiamo voluto avviare questo ciclo di cene dedicate ai vini etnei”. Le serate hanno visto sfilare grandi vini delle più rappresentative cantine etnee. Alle cene è stato sempre presente un produttore, dall’enologo Giulio Castorina di Masseria Setteporte, a Sofia Bosco di Tenute Bosco, da Gina Russo di Cantine Russo ad Antonio Benanti della cantina Benanti e presidente del Consorzio Etna Doc. E per i partecipanti, professionisti e addetti al settore, sommelier e giornalisti, è stata l’occasione per saperne di più, ma in un clima amichevole e leggero, come quello che abitualmente si respira a “casa” di Marco.

Attenti e ben curati i menù proposti e i piatti abbinati ai vini. Chi ben conosce il locale sa quale linea accompagna la cucina. Dopo aver applicato la filosofia Slow Food nel modello di ristorazione e dopo aver dato vita all’orto a Ciaculli – curato insieme all’associazione Coltiviamo Tradizioni – da cui ottenere gran parte delle verdure e degli aromi del menu, i fratelli Durastanti, Marco e Costanza, hanno dato prova del loro desiderio di sperimentare e innovare continuamente, fino a giungere alla produzione di due vini, un Grillo e un Nero d’Avola poi. Ma oltre a i loro vini, utilizzati per piccoli eventi, la cantina dà spazio alle eccellenze vinicole siciliane, e tra queste l’Etna non manca di certo.

Così alle cene, Marco ha conquistato i suoi commensali, esponendo le sue idee di cucina sostenibile ed etica, mettendo in chiaro il suo profondo desiderio di dar vita ad un luogo a Palermo che sia un vero fulcro di cultura gastronomica. “Non è facile – racconta – spiegare al cliente perché non ci sono certi piatti cult, che magari non sono di stagione. A volte non possiamo esaudire alcuni desideri, ma da parecchi anni ormai i clienti ci scelgono perché sanno che qui a tavola arriva solo ciò che è tracciabile, etico e di stagione. Lo stesso vale per i vini. Serate come queste hanno lo scopo di raccontare ciò in cui crediamo”. Le cene a tema territoriale riprenderanno di certo, forse ci sarà ancora con un po’ di Etna o ci saranno altri territori siciliani da raccontare e condividere, perché “in Sicilia – dice Marco – l’eccellenza è ovunque ci sia buon senso”.

C.d.G.