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L'iniziativa

La nuova architettura del vino in Sicilia: “Ecco come si costruiscono adesso le cantine”

15 Aprile 2018
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Ad inaugurare il nuovo “Palcoscenico Sicilia” della Regione siciliana nella prima giornata della 52ᵃ edizione del Vinitaly, è stata una conferenza sulla presentazione dell’architettura regionale della cantina di Castellaro a Lipari.

“La nuova architettura del vino in Sicilia: sole, terra e mani” è il titolo del convegno su una nuova architettura del vino di Sicilia che esprime l’unicità del contesto in cui viene creata. L’attenzione alla forma architettonica, etica e sostenibile, nasce grazie alla sensibilità di una nuova generazione di viticoltori siciliani consapevoli dei valori del contesto culturale e naturale dell'isola. A parlare, gli architetti Michele Giannetti ed Alessandro Dalpiaz dello studio dalpiaz + giannetti architekten di Amburgo, insieme al produttore Massimo Lentsch dellaTenuta di Castellaro di Lipari, che rappresenta una case history unica nel suo genere, destinata a narrare una forma estetica non fine a se stessa, ma innovativa e capace di creare l’ambiente ideale per la personalità dell’azienda e per il suo contesto naturale e culturale.

Nel corso della conferenza, sono stati presentati esempi di cantine italiane e siciliane progettate secondo la filosofia della nuova architettura del vino: locale, sostenibile, strettamente intrecciata con la passione e con l’artigianalità dei produttori. Ed in particolare il caso di successo della cantina Tenuta di Castellaro. L'idea di partenza si ispira alle tradizionali abitazioni ipogee delle Eolie ed è studiata per incorporare la terra locale nella nuova struttura, per ricreare l’atmosfera di luce sulla pietra vulcanica, tipica del luogo, per fornire una grande massa termica, per equilibrare la temperatura nella cantina e per essere economica, in quanto realizzata da manovalanza locale con risorse locali. La cantina sfrutta anche le sue risorse naturali per la climatizzazione, dalla barricaia fino all’imbottigliamento, implementando l’uso di fonti di energia rinnovabili.

Al termine del convegno, una degustazione di vini provenienti da vigneti ad alberello. L'alberello rappresenta un simbolo di bellezza e di qualità e tutti coloro che ne sposano la filosofia e vogliono che si percepisca nel prodotto finale. Tutti vini, dunque, capaci di esprimere la filosofia produttiva di chi sceglie di fare vino nel rispetto della natura, della cultura e delle tradizione locali. In particolare ecco i vini degustati.

I Custodi delle Vigne dell’Etna, Vinujancu 2015 – Blend tra traminer e chenin blanc. Giallo dorato con riflessi brillanti. Naso con intense note minerali. In bocca la spiccata acidità e sapidità rendono ogni sorso piacevole e persistente al palato.

Tenuta di Castellaro Bianco Pomice 2017 – Malvasia e carricante.Colore giallo paglierino scarico. Note sulfuree al naso si uniscono a profumi di fiori bianchi e di frutta a polpa bianca matura. Intenso e persistente.

Manenti Frappato 2016, Cersasuolo di Vittoria Docg – Rosso cerasuolo. Naso di frutta rossa matura e spezie dolci. Sorso intenso e ricco con bella scia sapida finale. 

Federico Graziani, Etna rosso 2016 – Etna rosso Doc. Nerello mascalese.Rosso rubino intenso. Naso di fiori e frutti rossi e sentori speziati. In bocca il tannino è piacevole, elegante e vellutato. Bella persistenza.

Tenuta di Castellaro Nero Ossidiana 2013 – Rosso rubino intenso. Naso di ciliegia marasca e frutta rossa in confettura. Il sorso è avvolgente e piacevole con tannino equilibrato. Finale intenso.

Gianfranco Daino Suber 2015 – Blend nero d' avola, alicante e frappato. Rosso rubino intenso. Bocca ricca ed opulenta. Chiusura lunga.

Tenuta di Castellaro Malvasia delle Lipari 2015 – Giallo oro intenso con riflessi ambrati.Al naso intense note agrumate e fruttate di mela cotogna e pera matura. Bocca dolce con chiusura dalla buona spalla acida che ne allunga la persistenza.

Manuela Zanni