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L'iniziativa

L’Arena del Vino, il perfetto mix tra vini “sartoriali”, moda e sapori

24 Giugno 2019
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(Stefano Della Porta, Giuseppe Arena, Ettore Arturo Rizzi)

di Michele Pizzillo, Milano

Il lifestyle italiano è sicuramente un mix tra vino, moda e sapori. E, per avere una conferma, Giuseppe Arena, promotore dell’evento “L’Arena del vino e non solo …”, la seconda edizione che si è tenuta a Milano al Grand Hotel Palazzo Parigi, ha evidenziato come per il vino (ma non solo, visto che non sono mancati distillati ed eccellenze alimentari) bisogna pensare ad un’idea di sartorialità perché sono prodotti che si distinguono proprio per la loro originalità. 

Arena, però, ha fatto di più. Ha mixato vini, champagne, distillati, specialità alimentari con prodotti della moda – da Abc Mannequins al fashion designer Alessandro De Benedetti, da Luca Pagni Eyewear all’Atelier Federico Sangalli Haut Couture, da Piantadomino Accessory a Veraroad Fashion, da Paola Quadretti Haute Couture a J Oost Tailoring Men – in modo che addetti ai lavori, critici enogastronomici, giornalisti specializzati e consumatori curiosi, potessero fare “incontri curiosi” tra  i tavoli riservati alle aziende vinicole (34 in rappresentanza di 11 regioni), i distillati di Elegance Distribution, gli champagne di Laurent Perrier, i dolci della Fratelli Sicilia, le carni del piemontese Oberti, il salmone di La Nef Coda Nera e gli spazi riservati alla Haute Couture, in pure stile sartoriale, appunto. Ed, anche, per parlare sempre di più del vino, agevolare la nascita di nuove community di appassionati e, perché no?, fare dialogare i vini tra loro. Per questo, Arena ha invogliato tutte le aziende presente a questo importante appuntamento, di proporre ai visitatori verticali di tre annate per ciascun vino, affiancate anche da due etichette dei vini di più recente produzione. Nonchè l’organizzazione della masterclass “Chardonnay e territorio” con il sommelier Marco Spini che ha guidato la degustazione degli Chardonnay prodotti dalla siciliana Baglio del Cristo di Campobello, della piemontese Coppo, dell’altoatesina Tiefenbrunner e della friulana Ronco del Gelso. E la masterclass “Il Barolo vite Talin” con Barbara Sandrone come relatrice.


(Tenuta di Tavignano)

Fra le novità che hanno accompagnato la presentazione della manifestazione vanno segnalati anche vini che però saranno disponibili in autunno perché, dice Stefano Della Porta, direttore commerciale di Laurent-Perrier Italia, la “Cuvée brut in magnum”, il “Laurent-Perrier ultra brut nature” e il “Laurent-Perrier cuvée rosé” della Maison francese hanno bisogno ancora di qualche mese di affinamento per raggiungere la perfetta maturazione. Anche per il Syrah in purezza della Fattorie Le Pupille, bisogna avere un po' di pazienza, ammette Ettore Arturo Rizzi, figlio di Elisabetta Geppetti che dalla creazione dell’azienda maremmana, è pronta per coronare il sogno di produrre un grande Siryh che chi ha avuto modo di degustarlo non ancora “perfetto”, assicura che la signora de Le Pupille è sulla strada giusta. In degustazione, invece, la nuova Grappa di Barolo 1991 Grandi Riserve della Distilleria Marolo di Alba.


(Campo alla Sughera)

Di vini interessanti Giuseppe Arena ne ha schierati diversi e, francamente, impossibile degustarli tutti. Come, per esempio, la bella gamma della marchigiana Tenuta di Tavignano che di Verdicchio dei Castelli di Jesi ha proposto il Misco riserva Docg classico 2016 e il 2017 del Misco Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc classico superiore, nonché il Rosso Piceno Doc Libenter del 2013 e del 2016; le altre novità sono state Offida Docg Pecorino, Marche Igp Passerina e Morro d’Alba Doc Barbarossa tutti della vendemmia 2018. Invece, per Campo alla Sughera di Bolgheri, di proprietà dei tedeschi Frederick e Isabel Knauf, la direttrice Elisabeth Finkbeiner ha fatto degustare Adeo Bolgheri Doc rosso 2016, Arnione Bolgheri Doc superiore 2013 e Campo alla Sughera Toscana Igt 2012: tutti vini di taglio bordolese che, però, sono espressione della precisione tedesca e della passione italiana. Dal 2017, però, in azienda è entrato l’enologo francese Stéphane Derenoncourt. A sbancare, è stato anche Laudàri Chardonnay Sicilia Doc 2016 di Baglio del Cristo di Campobello con i suoi aromi agrumati e floreali, la fragranza fruttata di mango e susina gialla, sostenuti da note speziate e da una sapidità e freschezza in perfetta armonia con una bella persistenza. Altro Chardonnay molto apprezzato, è stato Monteriolo 2016 Piemonte Doc di Coppo, con i suoi intensi profumi fruttati e floreali e l’eccellente freschezza che riempe la bocca. Mentre l’azienda agricola Caudrina di Romano Dogliotti è stata una presenza quasi prevalentemente declinata sull’aromatico cioè il Moscato, con l’Asti Docg La Selvatica dalla spuma abbondante con perlage persistente, profumo aromatico e complesso e intenso per il ventaglio di sensazioni offerte e il vivace Moscato d’Asti Docg La Caudrina, con le sue delicate sfumature floreali, sapore dolce, gradevolmente acidulo e aroma persistente. Notevole il Barolo Marcenasco Docg 2015 che Renato Ratti produsse la prima volta nel 1965, introducendo un innovativo stile di vinificazione, guidando così le Langhe verso la nuova filosofia dei cru. L’impegno di Renato, venuto a mancare nel 1988, lo porta avanti il figlio Pietro che, come  si evince dal Marcenasco 2015, esalta al meglio l’eleganza e la complessità del Barolo.