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L'iniziativa

“Natale a tavola, ieri e oggi”: il racconto con Famiglia Cristiana e il Refettorio ambrosiano

14 Dicembre 2022
I relatori I relatori

di Michele Pizzillo

Sicuramente da non perdere l’evento organizzato da Famiglia Cristiana e dal Refettorio Ambrosiano sul tema “Natale a tavola, ieri e oggi”.

E, per diversi motivi: intanto come ultimo appuntamento per festeggiare i 90 anni della fondazione dello storico settimanale; il posto scelto per l’evento conclusivo dei festeggiamenti, il Refettorio Ambrosiano creato nel 2015 per riutilizzare tutto il cibo che durante i 6 mesi di Expo a fine giornata sarebbe stato buttato perché non consumato; i personaggi incaricati di raccontare di come si è evoluta la storia della cucina, della tavola e del rapporto con il mangiare in Italia dagli anni ’30 ad oggi; la conclusione che l’obiettivo è quello di avere cibo più buono, pulito e giusto. Andiamo per ordine, perché l’evento ha offerto spunti che è molto difficile sintetizzare in un articolo. Anche perché Giusi Galimberti, vice caporedattore del settimanale cattolico e coordinatrice dei lavori dell’evento, ha proposto una scaletta così ben articolata che durante il racconto dei protagonisti dell’evento, nella sala del refettorio gremita di gente, c’è stata un’attenzione davvero incredibile e un gran silenzio per non perdere niente di questo veniva raccontato. A cominciare da Tiziana De Masi, attrice di teatro sociale che prima ha raccontato di come un clochard è diventato parte attiva del gruppo di volontari che porta avanti il Refettorio Ambrosiano; successivamente l’evoluzione di una cascina del torinese requisita ad un boss della mafia, dedicata a Bruno Caccia, magistrato fatto assassinare dello stesso boss e oggi esempio di azienda che produce cibo pulito e centro di educazione dei bambini al rispetto della giustizia.

(Luciano Gualzetti e don Stefano Stimamiglio)

Mentre Luciano Gualzetti, direttore della Caritas Ambrosiana, ha sottolineato che il refettorio – assicura il pasto caldo a 100 persone in difficoltà – rappresenta un passaggio temporaneo in attesa che queste persone possano ripartire. Tant’è che la grande sala è concepita come un ristorante anche elegante grazie agli artisti che volontariamente lo hanno abbellito con quanto hanno messo a disposizione molte imprese. Insomma, un posto dignitoso, con tavole apparecchiate e 10 volontari che ogni mattina scaricano tutto quello che arriva da Milano e decidono il menù della serata. A questo punto sono arrivati i ringraziamenti del direttore di Famiglia Cristiana, don Stefano Stimamiglio, evidenziando che “questa è la chiusura anche di una lunga serie di convegni che hanno toccato i diversi ambiti di interesse e le diverse anime del nostro settimanale. Dallo sport ai temi famigliari, dalla pace alla legalità, dalla solidarietà alla vita in casa. Novant’anni di una testata italiana, soprattutto in questi anni così difficili per l’editoria, sono un grande traguardo, che ci emoziona e riempie di orgoglio”. E, quasi introducendo il racconto di Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, che sul tema della sostenibilità alimentare ha detto: “Oggi non possiamo continuare a vedere il sistema alimentare come una cosa esterna a noi. Non possiamo parlare di cibo (che non è una merce come tante) se non ne guardiamo i suoi aspetti fino in fondo: responsabilità, coscienza e armonia con la natura e, non dimenticare che nel 1931 non si buttava niente per la capacità delle donne di riutilizzare tutto. Altro che economia circolare. E, quindi, dobbiamo cambiare. Non dimentichiamo che il 37 per cento dell’inquinamento da anidride carbonica è causato dalla produzione e consumo di prodotti alimentari, carne rossa in primo luogo. Infine il cibo ha una grande forza: consolidare l’affettività e la comunicazione”. E anche Cesare Battisti, segretario degli Ambasciatori del Gusto, ha voluto ricordare il ruolo della donna capace di non buttare niente: “A casa mia era indicata come la reggente, perchè la sua testa era una enciclopedia vivente di ricette che permettevano di riciclare tutto”.

(Carlo Petrini e Carlo Cracco)

Prima con Terry Sarcina e subito dopo con Carlo Cracco, che ha voluto dedicare un pensiero a Toni Sarcina, suo storico maestro scomparso quale settimana fa, collaboratore di Famiglia Cristiana da lunga data e fondatore con Gualtiero Marchesi, della scuola di cucina AltoPalato, per poi soffermarsi sulle sue tradizioni natalizie: “Le caratteristiche più belle del mio Natale in famiglia erano la presenza dei “riti” e impegni che non si potevano trasgredire. Orari, compiti e atteggiamenti a tavola, dove i piatti principali erano brodo, ravioli e baccalà. Essenziali, ma giusti per farci sentire a casa e ricoperti di affetto”. Un’altra sorpresa arriva da Enrico Dandolo, genero di Gualtiero Marchesi che prima ha ricordato come fino agli anni ’90 il Natale si festeggiava in famiglia tant’è che il grande Gualtiero, quel giorno chiudeva il ristorante. Poi ha svelato che la moglie di Marchesi, siciliana, era il terrore dei suoi cuochi perché nei piatti preparati con le sue ricette non ritrovava i sapori che riusciva a preservare lei. E, quindi, andava in cucina e mostrava come sviluppare bene le ricette, con cuochi che futuro sono diventati famosi, quasi terrorizzati. L’evento è stato anticipato da laboratori di creatività e verde: la maglia per piccoli regali natalizi con gli stilisti Giuliano e Giusy Marelli e la collaborazione di DMC, i centritavola delle feste con Silvia Magnano, autore delle pagine di verde di Famiglia Cristiana, e il tombolo con i pizzi di Cantù di Ernestina Marelli.