Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
L'iniziativa

“Enology in Rosa”: vince l’enologo Antonino Santoro con il rosato di Donnafugata

08 Luglio 2019
Gangemi__Ponzini_Cal_Vitale_Thun_Carella_Vaccaro_Landolina Gangemi__Ponzini_Cal_Vitale_Thun_Carella_Vaccaro_Landolina

Seconda edizione per il concorso. Un premio all'enologo che produce il miglior vino rosa in Sicilia. La giuria è composta da sole donne


(Viviana Gangemi, Alice Ponzini, Gea Calì, Arianna Vitale, Ilona Thun, Maria Carella, Irene Vaccaro, Francesca Landolina)

Per la seconda edizione di “Enology in rosa”, è ancora una volta una giuria di donne a decretare la miglior produzione di vino rosato, sull’Etna. Ed è Antonino Santoro, enologo della cantina Donnafugata, a vincere, con l’Etna Doc Rosato “Sul vulcano 2018”, la maglia rosa della competizione dedicata ai vini rosati, organizzata da Enoiltech e dall’Istituto Oeno Italia. 

Giunta alla seconda edizione la gara ha messo in mostra, ancora una volta, versatilità e piacevolezza di una delle tipologie di vino, sempre più apprezzate dal pubblico dei consumatori moderni: quella dei vini rosa. Il contest si è tenuto presso la cantina Pietradolce di Castiglione di Sicilia in provincia di Catania e a scegliere il vincitore è stata una giuria composta esclusivamente da donne. “Pensiamo che le donne abbiamo potenzialità superiori agli uomini per capacità degustative – ha affermato Antonino Mirabile ideatore del contest, responsabile Enoiltech e responsabile tecnico commerciale di Oeno sezione Sicilia – Sono più sensibili e più attente. In più prediligono la piacevolezza, senza pregiudizi né filtri, e questo è ciò che serve per poter esprimere un giudizio onesto su un buon rosato, che deve essere buono ma anche attraente alla vista”. In giuria, per la seconda edizione, 8 donne, che a vario titolo lavorano nel mondo del vino: Gea Calì, ideatrice dell’evento “Drink Pink in Sicily”, le enologhe Maria Carella, Irene Vaccaro e Viviana Gangemi, Francesca Landolina giornalista per Cronache di Gusto, Arianna Vitale dell’associazione “Le Donne del Vino Sicilia”, Alice Ponzini responsabile di cantina, Ilona Thun, neo produttrice della cantina Conti Thun nella Valtenesi, zona in provincia di Brescia occidentale al lago di Garda e presidente della giuria, che in occasione della manifestazione ha anche presentato il suo progetto “Rosato autoctono” dedicato alla valorizzazione dei “vini rosa”.


(Michele Gnecchi, Antonino Mirabile, Delfio Faraci e Raffaele Vezzoli)

La degustazione nel corso del contest si è tenuta alla cieca e sono stati degustati 30 vini rosati, etnei e di altri territori siciliani. ll vino vincitore è stato selezionato dalla giuria femminile e successivamente proposto alla giuria di enologi, i quali hanno condiviso a pieno il lavoro delle giurate con un esito di voto unanime a favore del premiato.  


(La giuria al lavoro)

“L’idea di una maglia rosa, che ricordando la competizione ciclistica – ha spiegato Mirabile – passa di anno in anno da enologo ad enologo, è uno stimolo alla valorizzazione dei vini rosati, affinché siano sempre più piacevoli e identitari sui mercati, ma è anche un invito alla crescita qualitativa, che Enoiltech suggerisce con alcune linee guida sulla vinificazione. Per la terza edizione, il nostro obiettivo è accrescere la partecipazione e poi c’è dell’altro in cantiere, ma al momento non sveliamo i nostri prossimi progetti”. Tra gli organizzatori del contest, oltre all’ideatore Antonino Mirabile (responsabile tecnico commerciale Enoiltech), anche Michele Gnecchi (ceo Istituto Oenoitalia), Delfio Faraci (ceo Enoiltech), Raffaello Vezzoli (responsabile tecnico istituto Oenoitalia).

Al termine del contest, un incontro tecnico ha permesso di delineare le linee guida da seguire per ottenere rosati di qualità: il colore dei rosati ed il profilo olfattivo e gustativo sono fattori, secondo Mirabile, che determinano lo stile del vino. “Il colore è un indicatore molto significativo per un vino rosato – ha affermato -. Sull’Etna si è già piuttosto avanti per la qualità dei vini, anche per i rosati, ma vorremmo che questi ultimi avessero un carattere identitario più distintivo, uno stile più decifrabile fin dal colore, andando incontro alla modernità”. Oggi la tipologia non è più secondaria. Il mercato vuole rosati e i rosati possono ambire a quella ‘maglia’, per il semplice fatto che possono salire sul podio dei grandi vini, al pari di un bianco o di un rosso. La serata si è conclusa con una degustazione di piatti tipici proposti dalla cantina Pietradolce e abbinati naturalmente a tutti i rosati presentati.

C.d.G.