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L'iniziativa

Renato De Bartoli: “Doc Monreale futuro promettente, ma servono serietà e impegno”

30 Aprile 2020
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L’intervento dell’Ad di Baglio di Pianetto a Wine Moment

“Lo sviluppo di tutte le Doc è fatto dalla serietà e dalla coerenza dei produttori”. Renato De Bartoli, Ad di Baglio di Pianetto, intervenuto ieri allanostrra rubrica Wine Moment, ci ha portati, metaforicamente parlando, all’interno della cantina di Santa Cristina Gela, a pochi chilometri da Palermo. “Un suolo molto calcareo, ricco di minerali e pietre che si frantumano col passare dei trattori conferendo molta mineralità – spiega De Bartoli parlando della Doc Monreale – C’è molto interesse ad oggi verso le Doc minori e quella di Monreale, essendo anche patrimonio Unesco, potrebbe essere da traino per il turismo”.

Baglio di Pianetto è un luogo incontaminato, un feudo magico e verdeggiante appartenuto al Barone Ramione. I vigneti si estendono per circa 100 ettari, oltre il 70 per cento in produzione e da 4 anni è ormai totalmente biologica. Non solo Doc di Monreale, però. “I vini con una tiratura più internazionale li mettiamo sotto la Doc Sicilia –  racconta – che funziona e cresce con una comunicazione e dei progetti in tutto il mondo. Io sono anche dell’idea che inserire il nome Sicilia sulla Doc di Monreale non può che dare un’indicazione geografica in più”.  E in queste lunghe giornate in casa De Bartoli riscopre la sua curiosità. “Non ho un vino preferito, né etichette preferite, c’è un vino per ogni momento ed è anche molto importante l’abbinamento sociale, l’abbinamento di compagnia – dice l’Ad – Non puoi condividere un vino semplice, fruttato con chi è abituato a vini complessi, idem viceversa. Con mia moglie condividiamo ogni giorno le dosi previste dai medici: un bicchiere a pranzo, uno a cena. Sono molto aperto, mi piace bere francese, italiano. Bevo spesso anche vini della mia azienda di famiglia”.

E sul futuro, al momento incerto, un’unica certezza. “Il vino accompagna l’uomo da migliaia di anni, il vino è nella gioia, ma anche nella tristezza – ha sottolineato – Il mondo del vino resterà forte perché resteranno i consumi. Ci sarà probabilmente uno sconvolgimento del mercato ma comunque il vino resterà perché fa parte di noi”.

Giorgia Tabbita