Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
L'intervento

“Il progetto Pantelleria di Giacomo Rallo l’equilibrio tra il fare agricoltura e il fare cultura”

12 Maggio 2016
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(La cantina di Donnafugata a Pantelleria – Ph Fabio Gambina)

Riceviamo e pubblichiamo

Giacomo Rallo è stato un uomo cosciente dell’utilità della bellezza e del perché noi siciliani diciamo che è bello ciò che è buono, da bere come da mangiare. La sua scelta di vita è stata quella di dare corpo e voce alla bellezza, qualsiasi cosa facesse. Chi come noi ha avuto il privilegio della sua amicizia sa come famiglia Rallo abbia significato per lui anche l’azienda, i collaboratori, i prodotti e, soprattutto, campagne e cantine.

Competenza e passione, visione d’insieme e amore del dettaglio. Di questo sanno i suoi vini, intrisi di sogno e di sostanza. Basta ricordarne i nomi che rimandano a una dimensione a volte fiabesca della Sicilia, che ricordano storie di cavalieri e di dame e di luoghi tanto immaginati quanto reali.
Donnafugata ha sempre avuto nella sperimentazione, figlia della curiosità innata della famiglia Rallo, la sua dimensione più forte. Cultura, sperimentazione, tradizione e innovazione continua. Senza questa coerenza, non si può capire il ‘progetto Pantelleria’, forse quello che più di ogni altro segna il rapporto tra il fare agricoltura e il fare cultura, paesaggio, sviluppo territoriale e molto altro. Dalla progettazione della cantina alla gestione del vigneto, alla cura del prodotto, nel Ben Rye c’è tutta la passione, la storia e la cultura di un uomo, di una famiglia, capace di proiettare nel mondo un’intera isola.

Ancora, il ‘Giardino Pantesco’ donato al Fai, è un dono al futuro di una storia agricola e testimonia una visione che pochi altri imprenditori hanno avuto e hanno. Sperimentare innovando la tradizione e costruendo processi innovativi capaci, essi stessi, di divenire ‘tradizione’ è cosa difficile, che sa fare solo chi ha consapevolezza delle radici e coscienza del futuro e immagina il suo lavoro di oggi proiettato nel tempo, quando altri, soltanto allora, lo definiranno ‘tradizionale’.
Un uomo che non si accontentava di seguire il tempo, ma cercava di anticiparlo, senza ansia, con il sorriso di chi è consapevole di sé e della responsabilità sociale del suo ruolo. Giacomo
Rallo non lascia un vuoto, ma una presenza forte e un segno deciso e, soprattutto, una famiglia, un’azienda che sarà capace di seguirne l’esempio e di continuare a costruire una diversità sperando sempre che possa un giorno essere ‘normale’.

Giuseppe Barbera e Paolo Inglese, docenti della Facoltà di Agraria dell’Università di Palermo