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L'intervento

Monica Larner risponde ad Attilio Scienza: il punteggio il modo più immediato per comunicare il vino

21 Aprile 2012
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“I punteggi al vino sono necessari. Non c’è ancora un’alternativa altrettanto efficace per comunicare la qualità di un vino”.

Così la firma di Wine Enthusiast, Monica Larner (nella foto), presente a Sicilia en Primeur replica alle critiche che Attilio Scienza, in un’intervista pubblicata su Cronache di Gusto, ha rivolto al sistema alla Parker definendolo “una trappola dalla quale uscire”. Per la giornalista statunitense il punteggio sarebbe il modo più immediato ed efficace per stimolare la curiosità del consumatore e per comunicargli quel vino ad un primo step.

“Non possiamo certo comunicargli da subito il territorio. Almeno non al consumatore del nostro mercato. Perché c’è tantissimo vino da tutti i paesi, migliaia di vitigni, di brand, è difficile per lui orientarsi. Il punteggio rimane il più netto e forte comunicatore della qualità di un vino. Non possiamo utilizzare come leva di comunicazione il territorio perché presuppone la conoscenza, da parte di chi beve, di quel territorio e di tutto quello che lo determina. Forse potrebbe funzionare in un Paese cone l’Italia o la Francia. E non è neanche detto che poi territorio sia qualità. Bisogna stare attenti”.

Un cruccio quello dei punteggi per la Larner, che più volte, come racconta, è stato tema di discussione alle riunioni di redazione del suo giornale. “Ci siamo chiesti se ci fosse un’altra strada. Abbiamo tirato fuori così tante idee ma alla fine non abbiamo trovato altra soluzione che davvero funzioni come il voto. Non credo che sia perfetto ma comunica bene. Dà un’idea, fa da stimolo”. Ammette comunque che c’è un’esagerazione o ossessione sul punteggio. “I produttori vanno alla ricerca del punteggio, i consumatori non vanno a comprare vino se non hanno una guida o una recensione con il voto in mano. Ricordiamo che questo modo di giudicare il vino ha i suoi limiti. Lo trovo riduttivo, lo ammetto, però è il solo che può essere punto di partenza per creare una cultura del vino presso i consumatori”.

M.L.