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L'intervento

Se Giovanni Rana copia una ricetta di Heinz Beck

24 Maggio 2021

di Daniele Cernilli, DoctorWine

Vent’anni fa il cambio sequenziale era montato quasi solo sulle Formula 1. Ora si trova su diversi modelli di auto che vanno su strada, segno che la sperimentazione fatta a suo tempo su veicoli estremi ha portato a risultati utilizzabili su scala ben più vasta.

Mi veniva in mente questa considerazione quando ho visto che Giovanni Rana ha presentato una linea di ravioli ripieni di carbonara, una ricetta che fu inventata diversi anni fa da Heinz Beck, famoso e stellatissimo chef della Pergola del Rome Cavalieri di Roma. È stato, e credo sia, ancora uno dei cavalli di battaglie di Beck e, avendolo assaggiato un paio di volte, devo dire che era davvero uno splendido piatto, un omaggio di un grande chef austriaco a Roma, la città che lo ospita e dove lavora ormai dal 1993. Non so se Heinz Beck ha saputo che una ricetta sostanzialmente inventata da lui ha ispirato, non so se casualmente o volutamente, i ravioli di Rana, un prodotto sicuramente rispettabile, ma d’impostazione industriale e tirato in migliaia di confezioni, come minimo.

Di certo un ragionamento sul ruolo di sperimentatori che molti grandi chef sembrano avere, con ricette che in casi come queste vengono poi fatte proprie dall’industria alimentare, sarebbe da fare. Ricordo peraltro che persino Gualtiero Marchesi collaborò con un’importante industria, diversi decenni fa, per la realizzazione di piatti pronti surgelati e che alcune ricette di Carlo Cracco furono inserite, quando ancora si poteva mangiare in treno, nel menu dei Frecciarossa. Però in quel caso si trattava di accordi precisi fra gli chef e l’industria, cosa che nel caso di Beck non mi risulta sia avvenuto, ma potrei sbagliare. Se così fosse inviterei Giovanni Rana, persona simpaticissima peraltro, a prendere atto che l’idea dei ravioli ripieni di carbonara ha una paternità, quella di Heinz Beck, che non può rivendicarla perché il copyright sulle ricette non è riconosciuto. Però, se potessi, gli suggerirei di fare almeno una telefonata, per riconoscergli che l’idea di quella ricetta è decisamente sua.

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