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L'intervento

“Sì, Pio Boffa mi manca. Vi racconto chi era il signore delle Langhe”

03 Maggio 2021

di Daniele Cernilli, DoctorWine

La vita è fatta purtroppo anche di momenti tristi, e per me questo è uno di quelli.

Meno di un mese fa è scomparso Pio Boffa, famoso produttore di Alba, titolare della Pio Cesare, ma soprattutto un caro e prezioso amico. Non ha fatto a tempo ad avere il vaccino, al contrario di me, pur avendo la mia stessa età e pur essendo una persona dalla salute abbastanza fragile ultimamente. Lo avevo sentito l’ultima volta alla fine di marzo, quando sono stato ad Alba per Nebbiolo Prima. Eravamo in zona rossa, non potevamo uscire dall’albergo dove si facevano le degustazioni, e non potevamo perciò vederci, come accadeva tutte le volte che andavo in Langa e tutte le volte che lui veniva a Roma. Mi disse che non avremmo comunque potuto incontrarci perché era risultato positivo al Covid “però mi sento abbastanza bene, sto in ufficio da solo, lavoro, ho solo un po’ di raffreddore”. La situazione poi è precipitata e non c’è stato più nulla da fare. A conferma di quanto sia pericoloso e infido questo terribile virus.

Dire che Pio “era” mi crea difficoltà, non ci vorrei credere, mi sembra impossibile non poter più parlare con lui delle cose che ci appassionavano. Pio era un grande professionista nel suo lavoro, ha girato il mondo in lungo e in largo. Ricordo che nel 2000 ci incontrammo all’aeroporto Narita di Tokyo. Lui sbarcava e io dovevo rientrare in Italia prendendo il volo di ritorno sullo stesso aereo. “Che ci fai qui?” gli chiesi. “Io vado a presentare e a vendere i miei vini. Tu piuttosto cosa ci fai in Giappone?”. Due parole in italiano dopo tre settimane mi sembrarono dolcissime. Poi avevo visto un volto amico. Non lo vedrò più, non sentirò più la sua voce, il modo irruente che aveva quando si arrabbiava, e succedeva spesso. Non lo vedrò più all’opera dietro un banchetto in una manifestazione in capo al mondo a servire i suoi vini. Non potrò più prenderlo in giro definendo il suo Barolo o il suo Barbaresco come i vini “base” della Pio Cesare, una cosa che non sopportava.

Perciò vorrei qui ricordarlo, a voi e a me stesso, perché se c’è stato qualcuno che con determinazione, serietà, grande capacità lavorativa, ha portato nel mondo i vini della sua azienda, ma anche il racconto di una famiglia che ha iniziato nel 1881, e ha contribuito a fare del Barolo una leggenda, questo è stato Pio Boffa. E questo vorrei che gli fosse riconosciuto in modo chiaro e da tutti coloro che hanno avuto il piacere di conoscerlo. Ciao Pio, ovunque tu sia.

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