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L'intervista

“La nostra Gazza Golosa non si ferma più”. Bergonzi e il successo della rubrica della “Rosea”

22 Ottobre 2015
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(Pier Bergonzi)

Pier Bergonzi è capo-redattore centrale della Gazzetta dello Sport, il giornale più letto d’Italia.

Ma, oltre ad essere un grande conoscitore di ciclismo (ha scritto due libri dedicati al mondo dei pedali), Bergonzi è anche sommelier dell’Ais e grande esperto di vini. Covava dentro questa voglia di comunicare ai lettori della rosea le eccellenze eno-gastronomiche dell’Italia. Un'idea “folle” portata avanti con Daniele Miccione, collega ed anche lui appassionato di eno-gastronomia. La Gazzetta dello sport, dunque, apriva una nuova sfida. Far convivere, tra le pagine di puro sport, quella dedicata ai vini, ai cibi ed ai personaggi italiani. L’esperimento sembra essere riuscito in pieno, perché Gazza Golosa, ormai, è uno degli appuntamenti più attesi dai lettori della Gazzetta dello Sport.

Ogni settimana, Pier ed i suoi collaboratori selezionano “il meglio di quello che c’è tra vino e cibo”, usando le parole dello stesso Bergonzi. Gli unici argomenti vietati: “Ricette e ristoranti”, spiega Pier. Di solito la pagina di Gazza Golosa, oggi anche online, si compone di un tema principale, un prodotto da chef ed un vino scelto da Luca Gardini, Sommelier Campione del Mondo WSA nel 2010. “Gazza Golosa nasce dall’incontro con Massimo Bottura e Luca Gardini – racconta Pier – furono proprio loro a convincermi che la cosa avrebbe funzionato”. Gazza Golosa ha festeggiato da poco i 100 numeri: “Abbiamo raccontato 100 prodotti, 100 storie diverse e 100 vini da bere e da provare almeno una volta – dice Pier – Farla quotidiana? Assolutamente no, perderebbe il suo appeal”.

La Gazzetta dello Sport, per Bergonzi, “è un grande giornale popolare, la sua vocazione sportiva rimane e rimarrà sempre, ma può comunque avere all’interno altre sfumature E le pagine “Altri mondi” e la nostra, credo che si incastrino in questo senso: riuscire a dare al lettore interessato di sport, un’infarinatura di tutto, fatta sempre in maniera professionale”.
Bergonzi, poi, si concentra sull’argomento che ama più di tutti, il vino. “Il 2015 sarà una stagione pazzesca – dice – un’annata incredibile. Abbiamo superato la Francia sulla quantità, ma dobbiamo crescere per quel che riguarda la comunicazione nel mondo del vino”.

Sommelier per passione, giurato nel concorso Biwa, ha potuto tastare con mano la grandissima qualità dei nostri vini: “I francesi hanno molto più storia di noi, non so penso allo champagne, con una storia di 300 anni, mentre i nostri Franciacorta di anni ne hanno solo 50 – spiega Bergonzi -. Abbiamo una varietà incredibile di vitigni autoctoni, ci manca quel salto in avanti che, per esempi, è avvenuto nella cucina italiana, ormai riconosciuta ed apprezzata in tutto il mondo”.

Proprio la cucina italiana, secondo Bergonzi, potrebbe fare da traino al mondo del vino: “Qui dovrebbero essere gli stessi chef a dare una mano”.
Il Sud italiano sta stupendo per i vini: “Penso alla Sicilia, alla Puglia, alla Campania, alla Calabria e alla Basilicata – dice Pier -. Poi i soliti noti, Piemonte e Toscana, non si smentiscono mai”. Un’Italia enologica che ti consente di bere a prezzi accessibili, questa potrebbe essere la formula vincente: “I vari Nero d’Avola, Aglianico, Frappato o Primitivo, vini eccellenti ad un prezzo ragionevole”.

Le guide per Bergonzi sono da prendere con le pinze: “Negli ultimi anni ne escono davvero in quantità industriale – dice – ma secondo me hanno un difetto: manca un giudizio oggettivo, questo perché ognuno ha un palato di verso. Il mio consiglio? Bevete quello che vi piace e utilizzate la Guida come un punto di partenza, ma solo per farvi una cultura del mondo enologico. Poi assaggiate e createvi una guida vostra”.
E Bergonzi ha la sua personale guida: “Per i bianchi scelgo vini dell’Alto Adige o del Friuli; sui rossi vado a colpo sicuro in Puglia, Sardegna o Sicilia; per i rosè solo la Puglia; passiti e moscati in Lombardia o Emilia Romagna”.

Chiusura dedicata ai vini dell’Etna: “Sono ormai una realtà, penso a Passopisciaro o Benanti, forse i migliori – dice –. I loro vini hanno dentro la forza del Vulcano e la sapidità del mare. Sono incredibili”.

Giorgio Vaiana