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L'intervista

Donatella Cinelli Colombini comincia il suo mandato: “Vorrei un mondo del vino più equo”

18 Gennaio 2016
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La neo-presidente dell'Associazione Donne del Vino parla a 360° del mondo enologico italiano: “Le donne? Guidano un'azienda nel 30 per cento dei casi. Ma nei posti che contano sono quasi del tutto assenti”


(Donatella Cinelli Colombini)

Di poche parole, com’è nel suo stile, ma quelle pronunciate sono sempre di grande valore e importanza. Donatella Cinelli Colombini parla a Cronache di Gusto della sua nuova esperienza di presidente dell’Associazione Donne del Vino, perché “va bene la soddisfazione del ruolo che mi è stato affidato – dice la Colombini -, ma adesso dobbiamo guardare al futuro per stare al passo con i tempi che cambiano velocemente”.

Non piace alla Colombini sentir dire che ci vorrebbe un mondo del vino più rosa, “direi invece più equo – dice -. Le donne guidano un’azienda vitivinicola nel 30 per cento dei casi e sono pochine. E spesso sono al comando dell'azienda perché sono 'la figlia di…? e mai perché scelte come manager. Ma se confrontiamo i dati delle donne al comando nei posti che contano (tipo FederDoc, FederVini, nei consorzi), qui la percentuale crolla drasticamente al 10 per cento. Ecco, direi che bisogna cominciare a ragionare in questo senso”.
Occhi puntati alla cinquantesima edizione del Vinitaly (10-13 aprile 2016), dove l’Associazione Donne del Vino sarà al gran completo, assicura la Colombini e dove “sarà possibile fare il punto della situazione del mondo del vino italiano”.

A proposito, come sta andando? “Un segnale di ripresa c’è – dice – grazie anche ai consumi delle donne che sono il segmento che sta crescendo di più, come per esempio in Giappone, in Cina, in India, in Svezia e negli Stati Uniti. Le donne bevono vino per socializzare, ed i dati comparativi con il consumo degli uomini dimostrano questa tendenza positiva”.
Ma non sono tutte rose e fiori. “Il vino italiano sta soffrendo in comunicazione e nel marketing – dice la Colombini – ma spesso il problema è che un’azienda molto piccola, che magari produce un vino di qualità eccelsa non riesce ad investire in questi settori per mancanza di soldi. Sarà una tematica che affronteremo”.

Mai ferma, curiosa e grande appassionata del mondo enologico italiano, la Cinelli Colombini ha i suoi “top 3”: “L’Etna in primis, un territorio emergente che sta facendo i cambiamenti migliori, con una grande evoluzione nel mondo del vino; poi dico Valtellina, perché qui lavorano dei veri supereroi: portano a volte la terra con gli elicotteri; e poi, più che un territorio, cito un fenomeno, come il Prosecco, che in molti paesi è diventata una parola di uso comune per indicare il vino frizzante a basso costo: mi ha lasciato senza parole”.
Obiettivi dell’Associazione? “Dare più opportunità alle donne del vino e diffondere la cultura del vino stesso nel mondo”.

G.V.