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L'intervista

Giuseppe Raciti, il Premio Europa al Bocuse d’Or: “Per me è stata la gara delle gare”

03 Febbraio 2016
Raciti_Bocuse Raciti_Bocuse

di Manuela Zanni

A due giorni dalla conclusione della selezione italiana de “Il Bocuse d’Or” che si è tenuta ad Alba presso la prestigiosa sede del Teatro Sociale, che ha visto trionfare Marco Aquaroli come rappresentante dell’Italia a Lione nel maggio 2016, abbiamo sentito Giuseppe Raciti, giovane chef siciliano che ha ricevuto proprio in questa occasione uno dei quattro premi prestigiosi, il Premio Europa, conferitogli dalla Comunità Europea per la valorizzazione dei prodotti e del territorio.

Dopo l'esordio in contesti nazionali in occasione della partecipazione al concorso Miglior Chef Emergente Italiano (secondo Sud), ma con un curriculum ricco di già importanti collaborazioni, il trentenne Giuseppe Raciti è stato selezionato tra i 12 chef italiani che hanno partecipato al Bocuse d’Or.
“Ancora una volta, in questa circostanza, mi trovo a riconfermare quanto questo lavoro sia per me una passione vera, quanto sia parte integrante e irrinunciabile della mia vita. Quanto il rumore delle padelle e il crepitio che ne scaturisce sia per me suono rassicurante, emozionante, indispensabile”, spiega Giuseppe con la voce ancora tremante che tradisce l’emozione.

Una carriera, quella di chef, che era già nella mente di Giuseppe sin da ragazzo, quando già all’età di 13 anni ha iniziato lavorare in cucina durante i mesi estivi mentre nel periodo della scuola aspettava il fine settimana per tornare a tuffarsi in cucina. Nonostante i sacrifici, la voglia di crescere lo ha portato a partire per la Svizzera per formarsi professionalmente e personalmente conoscendo nuove, persone, luoghi, sapori, paesaggi passando da un Cantone all’altro, dal Palace di Gstaad al Kulm Hotel a St.Moritz, da Villa Principe Leopoldo a Lugano allo Le Chalet D 'Adrien di Verbier, solo per citarne alcuni.
Tornerà in Sicilia definitivamente solo nel 2014, per la prima cucina davvero “sua”, come primo chef di Zash country boutique ad Archi di Riposto, in provincia di Catania. Si tratta di un hotel di charme che nasce dalla ristrutturazione di un antico palmento: 13 ettari di agrumeto tra Etna e mare, 10 camere di design, una Spa e un ristorante.

“Per me il Bocuse d' Or è stata la gara delle gare. Emozionante in tutti i sensi, ci son voluti ben due mesi di preparazione intensa per poi arrivare al grande giorno. È stato un evento organizzato alla perfezione, in occasione del quale ho ritrovato tutte le eccellenze della cucina italiana presenti in una sola giornata. La concentrazione era fondamentale perché, nonostante quattro ore e trenta possano sembrare parecchie, il tempo è passato velocemente e occorreva mantenere la calma e la lucidità nonostante l’atmosfera fosse frenetica intorno a me. Alla fine essere riuscito a fare tutto in tempo e avere anche ricevuto i complimenti degli altri chef per me è stata la soddisfazione più grande. Poi è arrivato il Premio Europa conferitomi dalla Comunità Europea per la valorizzazione dei prodotti e del territorio e per me è stata una soddisfazione immensa che auguro a tutti di vivere almeno una volta nella vita. L’importante è avere tanta voglia di fare e non sentirsi mai arrivati perché chi si sente arrivato in realtà non va da nessuna parte”.

Nei piatti presentati al Bocusè, uno a base di carne di cervo e l’altro di storione, c'è tutto il bagaglio professionale acquisito fin qui: le tradizioni siciliane, la cucina classica, la rivisitazione, senza superare il limite della semplicità dei sapori.
Non ci stupisce che alla domanda sui progetti futuri oltre a continuare a realizzare una cucina di qualità puntando sempre al meglio a cominciare dalle materie prime utilizzate, ci confessi, con voce ferma e sicura di sé, di ambire alla stella Michelin, sogno di tutti gli chef.