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L'intervista

Le Santorine e il capocollo di Martina Franca: “Noi, da una piccola bottega fino ad Harrods”

18 Febbraio 2016
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Angela e Micaela Santoro raccontano la loro attività di famiglia ereditata dal padre dove producono uno dei salumi più famosi del mondo


(Angela e Micaela Santoro, le Santorine)

di Annalucia Galeone

Angela e Micaela Santoro sono due sorelle, allegre e complici. Lavorano nell'azienda di famiglia: il salumificio Santoro di Cisternino, piccolo comune nell'entroterra brindisino, conosciuto per la produzione di un salume tipico della zona: il Capocollo di Martina Franca.

Hanno avuto la capacità di ritagliarsi un proprio spazio, andando in controtendenza in mondo quale quello della norcineria esclusivamente maschile. Lo hanno fatto a modo loro, raccontando la vita quotidiana, impegnate tra il lavoro in azienda, i viaggi tra le più importanti fiere dell'agroalimentare, le passioni personali e le serate con gli amici. Hanno inventato l'hashtag #lesantorine. Bellezza e bontà si coniugano con armonia, spiccata ironia e il pubblico naturalmente si sofferma ad ammirarle. Hanno avuto percorsi di formazione differenti: Micaela dopo il liceo ha frequentato il Conservatorio Nino Rota di Monopoli, Angela ha conseguito la laurea in economia presso l’Università del Salento. Entrambe decidono di rimanere, a trattenerle oltre al legame forte con l’azienda di famiglia, c’è l’amore immenso per la propria terra, piena di contrasti e insicurezze. “E' un territorio dalle grandi potenzialità, solo chi sceglie di impegnarsi al massimo può portarle alla luce in modo originale e innovativo – affermano all'unisono”.

Raccontateci la vostra storia legata a doppio filo alla vostra azienda, il salumificio Santoro di Cisternino fondato dal vostro papà, Giuseppe che ha fatto di una passione un lavoro.
“Nostro padre Giuseppe ha una macelleria da 30 anni a Cisternino, vende la carne locale, è un bravo artigiano. E' cresciuto sin da piccolo come garzone nelle botteghe. Nel 2000 ha deciso di costruire un'azienda vera e propria, per fare della sua passione un lavoro più strutturato. È nata così quella che, da allora, è la nostra seconda casa: il Salumificio Santoro, una bomboniera nelle campagne di contrada Marinelli. Se dicessimo che ci aspettavamo tutto questo riscontro semplicemente iniziando a raccontare noi stesse in modo spontaneo sui social network, diremmo ovviamente una sciocchezza. Dietro quella scelta come mezzo di comunicazione c’era fondamentalmente la semplicità di accesso al mezzo e la sensazione che sarebbero diventati di lì a breve qualcosa di davvero grande, ma nessuna strategia, nessuna analisi degli scenari, insomma semplicemente una, col senno di poi, bella intuizione”.

Il Capocollo di Martina Franca, nel cuore della Valle d'Itria è un prodotto d'eccellenza dell'arte norcina oltre che presidio Slow Flood. Qual è la tecnica di produzione e da dove arriva la materia prima?
“La tecnica di produzione, vanta una tradizione lunga centinaia di anni, è stata elaborata nel vicino comune di Martina Franca, occorrono grande manualità e sapienza artigiana. La marinatura nel vino cotto di Verdeca e l’affumicatura con corteccia di Fragno, una quercia che puntella la nostra zona, sono due passaggi che lo contraddistinguono e rendono unico. L'azienda Santoro ha creato una associazione con sei allevatori della zona, ci conferiscono i tutti i loro suini, allevati secondo precise regole. Inoltre come previsto dal disciplinare del Capocollo di Martina Franca, ci approvvigioniamo da allevamenti scelti anche in altre zone, ma con materia prima nata, allevata e macellata solo ed esclusivamente in Italia”.

Per le Santorine la tradizione e lo scambio generazionale sono delle risorse, però lo sguardo è sempre rivolto all'innovazione. Quali sono gli obiettivi futuri?­
“Il nostro desiderio è crescere, sempre di più, in modo lento e 'orizzontale', portare i nostri prodotti in giro per il mondo, migliorare la qualità mantenendo le attuali dimensioni quantitative. Ci consentono di curare ogni dettaglio nel modo migliore. È questo ciò che conta di più”.

La fama del vostro Capocollo presente anche presso i magazzini Harrods di Londra ha contribuito alla diffusione di un insaccato tipico su scala nazionale e non solo?.­
“Dobbiamo tanto a quel posizionamento, da tre anni non fa che mettere in luce in una location frequentata da sei milioni di persone l’anno, il nostro prodotto e soprattutto il nome della nostra meravigliosa regione, la Puglia”.

Quali sono le tendenze del mercato e le attività messe in atto con l'Associazione Produttori del Capocollo di Martina Franca per lo sviluppo del comparto?
“Con l’Associazione Produttori realizziamo periodicamente moltissime attività. Noi associati siamo sempre più uniti nella promozione, collaboriamo per valorizzare il capocollo simbolo di un’intera regione e allo stesso tempo facciamo sapere al consumatore finale quanto lavoro e quanta storia ci sia dietro un salume così tradizionale e insieme così nuovo, traino anche per altri settori come il turismo e l’agricoltura”.
 
Salumificio Santoro s.r.l.
Via Isonzo, Snc
Cisternino, Marinelli – Brindisi
080 443 1297