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L'intervista

La Doc Roma per far spiccare il volo ai vini laziali: “I produttori adesso puntano sulla qualità”

11 Maggio 2016
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(Carlo Hausmann)

Cento giorni da nuovo assessore all’Agricoltura della regione Lazio. Dopo le dimissioni di Sofia Ricci, per Carlo Hausmann, docente del Master in Cultura dell'Alimentazione e delle Tradizioni Enogastronomiche, è arrivata la chiamata del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. 

“Cento giorni fittissimi di impegni – dice Hausmann – con un Vinitaly in mezzo che è stato molto impegnativo”.
La rassegna veronese è andata molto bene, “un pensiero condiviso con gli stessi produttori del Lazio che hanno partecipato alla fiera veronese – spiega Hausmann – Nel nostro padiglione abbiamo mostrato un’immagine molto moderna del nostro comparto enologico, grazie anche a tantissimi appuntamenti che hanno permesso di scoprire le nostre realtà enologiche”.

L’obiettivo per le aziende era quello anche di portare il messaggio di candidatura delle olimpiadi di Roma 2024: “Per questo abbiamo ospitato decine di sportivi”, spiega Hausmann.
Ma si è parlato anche di ricerca, di cultura del vino, con personalità importanti come Daniele Cernilli, Riccardo Cotarella e Attilio Scienza. Ora gli occhi sono puntati sul nuovo Psr: “Pronti, via e mi sono ritrovato sul tavolo il nuovo Psr, con un budget di 780 milioni – spiega Hausmann – Ci siamo attivati immediatamente per fare uscire i primi bandie ci siamo riusciti, predisponendo gli avvisi per lo sviluppo locale da 250 milioni di euro. Di questi, quasi la metà, circa 120 milioni di euro, sono destinati all’insediamento dei giovani, poi investimenti aziendali e trasformazione”.
Per Hausmann, il trucco del successo di un vino è quello di legarlo al racconto dei territori: “Da solo il vino non va da nessuna parte”, afferma l’assessore. Il Lazio sta tentando di recuperare il gap con le altre regioni vinicole: “Stiamo facendo un grande sforzo – spiega il numero dell’agricoltura laziale – attraverso specifiche offerte delle aziende agricole. Stiamo tentando di normare in modo armonico il settore dell’enoturismo, un punto cardine del nostro progetto di riqualificazione dell’intero settore”.

Il Lazio sta crescendo dal punto di vista qualitativo: “Sempre più aziende scelgono di fare qualità e non più quantità – dice l’assessore – penso a tutto quel tessuto fatto di micro-aziende che adesso agiscono in rete, un po’, anche se il paragone è azzardato, come fanno in Bordeaux”.
La superficie vitata del Lazio è diminuita in tre anni del 10 per cento circa, segno che ci si sta dedicando ad una coltivazione delle uve con più attenzione per la ricerca delle eccellenze, “che già ci sono – dice l’assessore – penso ai Castelli romani, al viterbese e al cesanese. Ma abbiamo un punto di forza che dobbiamo sfruttare ed è l’immagine di Roma”.

La Doc Roma, attiva e operativa da due anni, infatti, è una delle aspettative migliori dei produttori: “Sono più di 30 le aziende di Roma e dei comuni limitrofi che imbottigliano con il marchio Doc Roma – dice Hausmann – Si tratta di un vino che ha il suo carattere e le sue peculiarità. Molto interessante. Il problema è che questi vini non hanno ancora fatto breccia proprio nei romani. Oggi è più facile trovare in un ristorante un vino straniero che un vino Doc Roma. E questo non è proprio un bene.”.

G.V.