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L'intervista

A San Gimignano si parla di ottima annata e forte identità

21 Febbraio 2012
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di Francesca Lucchese

Sotto le inconfondibili torri di San Gimignano la piccola e talvolta bistrattata Vernaccia chiama a raccolta pubblico e addetti ai lavori per la degustazione in anteprima dell’annata 2011.

L’occasione perfetta per rendere omaggio a quello che è il primo vino italiano ad aver ottenuto la Doc nel 1966 e l’unica Docg bianca della Toscana. Per noi è anche l’occasione per fare due chiacchiere con Letizia Cesani, presidente del Consorzio della Denominazione San Gimignano.
 
Per la prima volta l’appuntamento con l’Anteprima raddoppia, da una a due giornate. Perché?
“La nostra Anteprima è sempre stata focalizzata sugli operatori e sulla stampa specializzata. Quest’anno abbiamo voluto estendere la fruibilità dell’evento al consumatore finale nella giornata di domenica. Un tentativo riuscito perché i numeri ci confortano, l’afflusso dei visitatori è stato intenso”.
 
La vendemmia 2011 è in controtendenza rispetto al resto d’Italia: le aspettative aromatiche e strutturali dovute alle forti escursioni termiche, al fresco estivo e alle uve sane sono confermate?
“Assolutamente, i primi commenti sono molto positivi. Non ci stupisce, visto l’andamento climatico. L’Anteprima è sempre un momento un po’ anomalo per degustare le Vernacce, ma quest’anno sono meno penalizzate perché i vini sono più maturi, più morbidi e relativamente già pronti. Si tratta a mio avviso di un’annata estremamente buona e in controtendenza: non c’è stato un calo di produzione, ma circa un 2% in più. Una sorpresa”.
 
Lei è Presidente del Consorzio dal 2009. Cosa è accaduto in questi tre anni?
“Le mie parole pronunciate in occasione dell’elezione sono state crescita, consapevolezza e comunicazione. Crescita culturale e della qualità, crescita dei mercati e del prezzo. Un percorso che abbiamo avviato e di cui sono molto contenta. La consapevolezza è dedicata ai produttori affinché possano valorizzare le loro potenzialità senza competizione, con la massima apertura avvicinandosi al lavoro degli altri con umiltà e rispetto. La comunicazione su due fronti: verso l’esterno per le attività del Consorzio e verso il consumatore finale attraverso continui momenti di degustazione. Per abbattere i pregiudizi nei confronti della Vernaccia, quale miglior modo se non assaggiarla?”.
 
Parliamo di identità: con le modifiche del 2010 il disciplinare prevede un aumento della percentuale di utilizzo dei vitigni complementari dal 10% al 15%. A distanza di due anni gli effetti sono già visibili?
“È ancora decisamente presto e inoltre si potrebbe obiettare che questa decisione si scontra con il nostro gran parlare di identità. Invece vorrei sottolineare come la modifica sia estremamente innovativa: è uno dei pochi disciplinari d’Italia che fa un elenco dei vitigni non in positivo, ma in negativo indicando cioè chiaramente i vitigni che non si possono utilizzare. È un passaggio fondamentale perché il vitigno complementare deve essere un arricchimento, mai uno stravolgimento. E in assoluto la critica in degustazione riconosce un’identità della Vernaccia molto forte. Esistono delle complessità stilistiche, ma mai delle sregolatezze”.
 
Dopo l’Anteprima quali sono i prossimi impegni del Consorzio?
“Da domani iniziamo a pensare al Vinitaly. Dopodiché quest’anno ricorre il 40° anniversario del Consorzio. Abbiamo in programma tutta una serie di convegni, degustazioni e attività celebrative per questo evento. Voglio sottolineare come in tutti questi anni la necessità di aggregazione e la ricerca della qualità e del controllo siano state vincenti. C’è evidentemente una sensibilità dei produttori che viene da lontano di voler valorizzare questo prodotto che merita di essere conosciuto in tutto il mondo”.