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L'intervista

Salvadori, assessore all’Agricoltura Regione Toscana: “Ecco perché difendere il nostro pedigree”

15 Gennaio 2014
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Gianni Salvadori

Nel mondo è conosciuta come Toscana, un unico grande sinonimo di cultura, natura e lifestyle.

Proprio pochi giorni fa Wayn.com, la più ampia piattaforma social al mondo dedicata al viaggio e al lifestyle che conta 21milioni di membri in 193 paesi l’ha eletta come regione più amata al mondo.
Troppo spesso però la grandezza della Toscana è stata repressa dal campanilismo dei toscani, da un atteggiamento di chiusura che ha avuto il demerito di trasformare le peculiarità di ognuno in ostacoli più che in risorse.

Per questo le anteprime unificate di quest’anno, sotto il grande marchio regionale di “Tuscany Taste” sono già da considerarsi come un grande successo, prima ancora del “pronti via”.
In principio erano Chianti Classico, Nobile di Monepulciano e Brunello di Montalcino. Le tre storiche Docg ambasciatrici nel mondo della migliore produzione enologica regionale organizzano da circa 20 anni l’evento di presentazione delle nuove annate a stampa e trade di tutto il mondo.

L’evento ormai noto nel settore come la settimana delle Anteprime, quest’anno si allarga grazie alla volontà della Regione Toscana e del suo Assessore Gianni Salvadori e alla piena disponibilità del Gallo Nero, del Nobile e del Brunello in una vetrina globale di tutte le DOCG che alimentano ogni giorno la passione dei consumatori nazionali e internazionali per il Tuscany Taste.
A inaugurare l’evento, la quarta edizione di Buy Wine (Firenze, 15-17 febbraio 2014), workshop internazionale organizzato dall’Agenzia regionale Toscana Promozione per favorire l’incontro tra la Toscana del vino e il trade internazionale. In questi giorni alla Fortezza da Basso le prime Anteprime dedicate alle denominazioni minotri organizzate dai seguenti consorzi di Carmignano, Bolgheri, Terratico di Bibbona, Elba, Val di Cornia, Montecucco, Morellino di Scansano, Cortona, Chianti Colli senesi, Chianti Colli Fiorentini, Chianti Rufina eChianti.

Da lunedì 17 i circa 200 giornalisti proveniente da quasi 30 diversi paesi che in questi giorni raggiungeranno la Toscana per le anteprime si sposteranno dalla Fortezza di Firenze per raggiungere San Gimignano (Anteprima Vernaccia 16-17 febbraio), Stazione Leopolda di Firenze (Chianti Classico Collection 18-19 febbraio) Montepulciano (Anteprima Nobile 19-20 febbraio) Montalcino (20-21 febbraio).

Assessore, nel 2014 per la prima volta tutte le Docg Toscane si riuniscono sotto un unico marchio per presentare al mondo le proprie eccellenze enologiche. Come è riuscito a mettere tutti d’accordo?
“Mettersi insieme, fare sistema, oggi è un imperativo categorico e le aziende ne sono consapevoli. Questo vale anche per la Toscana, anche se il nostro “pedigree” vanta livelli d'ecellenza e l'appeal della Toscana cresce nel mondo. Il nome Toscana è ormai talmente conosciuto a livello internazionale che  negli Stati Uniti, ad esempio,  non viene neanche più tradotto. Grazie al cinema,  alla promozione turistica, alla enogastronomia, al nostro modo di vivere,  il desiderio di Toscana si sta allargando a nuovi mercati come il Brasile, la Cina e l’India. Abbiamo un’immagine solida che può contribuire a rafforzare quella dei nostri vini sui mercati maturi e ad aprire porte importanti su quelli nuovi. Ma questa immagine va difesa e rafforzata, ed è per questo che  occorre presentarsi in maniera compatta. Su questo abbiamo lavorato molto e finalmente, per la prima volta nella storia dell’enologia regionale, tutte le denominazioni toscane avranno una loro anteprima. Sarà questa la vera novità della  la quarta edizione di Buy Wine (Firenze, 15-17 febbraio 2014), il workshop internazionale organizzato da Toscana Promozione per favorire l’incontro tra la Toscana del vino e il trade internazionale. L’edizione 2014 sarà dedicata alle denominazioni emergenti,  che nel corso dell’evento organizzeranno le loro anteprime, e vedrà la partecipazione di  280 produttori toscani e 250 buyer da tutto il mondo, che saranno impegnati in due giornate di incontri B2B”.

In Toscana esistono denominazioni minori e alcune invece tra le più importanti del mondo. In che modo entrambe le categorie possono trarre benefici da un progetto come Tuscany Taste?
 “Questa è una ricchezza, ma può tradursi in una insidia, quella della frammentazione. Non c’è dubbio che, a fronte di un numero così elevato, solo poche denominazioni sono  veramente conosciute nel mondo. Ma i territori viticoli di grande pregio, come  la Toscana in particolare, non possono che esprimersi attraverso questa ricchezza di vini, ciascuno legato a precisi territori, a specifiche regole di produzione e alle popolazioni rurali che curano. Affinché questa “frammentazione” si traduca in ricchezza è fondamentale  che tutte le D.O., anche quelle più piccole, assumano caratteri riconducibili ad una identità toscana. Il marchio Tuscany Taste va proprio in questo senso, affinché ciascuna specificità grande o piccola che sia, nei vini come nelle altre produzioni agricole e agroalimentari  possa comunque essere ricondotta alla Toscana”.

Il Vino Toscano oggi può ancora spendere il proprio “marchio di fabbrica” nel mercato internazionale o questo valore aggiunto inizia a essere minacciato dai nuovi territori enologici nati negli ultimi decenni e anni nei vari continenti?
 “La concorrenza cresce, è vero, e si fa sempre più agguerrita ma  il vino toscano può ancora spendere  il proprio “marchio di fabbrica” e le iniziative promozionali  della  Regione Toscana vanno proprio nell'ottica di rafforzarlo. Per questo ci muoviamo per fare sistema, tutti insieme,  perché siamo consapevoli del fatto che oggi nessuno, nemmeno la Toscana, può vivere su rendite di posizione. Fare una anteprima di tutta la produzione viticola toscana, coniare il nuovo brand del Tuscany Taste sono azioni che rafforzano l’identità del vino toscano”.

Rischiando di essere più prosaici, come sono andate le vendite dei vini toscani nel 2013 e quali prospettive ci sono per il 2014?
“I dati 2013 sono ottimi, confermano e superano le buone performance del 2012 e noi ci auguriamo che il 2014 sia ancora un anno con prospettive rosee.
Da gennaio a settembre l’export dei vini toscani è cresciuto del 6% rispetto allo stesso periodo del 2012 (anno record per il commercio estero delle nostre etichette): 520.6 milioni di euro. Nell’ultimo decennio il commercio estero dei vini toscani è cresciuto, in valore, del 63%, facendo registrare solo due risultati negativi, in occasione della crisi economico finanziaria del 2008-2009. Una breve parentesi che, in realtà, ha fatto da preludio ad una delle stagioni più felici per l’export toscano che dal 2009 al 2013 è cresciuto del 46%. Con il 15% delle esportazioni nazionali, anche nel 2013 la Toscana si conferma al terzo posto in Italia dopo Veneto e Piemonte. Il successo dell'enologia toscana nel mondo è trainato, in primo luogo, dai vini DOP (Rossi e Bianchi) che rappresentano il 70.6% dell'export regionale di vini in valore e che nei primi 9 mesidel 2013 (gennaio-settembre) hanno fatto registrare un incremento nelle esportazioni del 4% in valore, attestandosi ampiamente sopra quota 367 milioni di euro. Per il Chianti, la più grande Denominazione di Origine della nostra regione per vastità del territorio e quantità di vino prodotto, le scorte di cantina sono ai minimi storici”. 

Se dovesse dare tre consigli ai produttori della sua regione quali sarebbero?
“Il primo in assoluto, considerata la grande ricchezza di denominazioni di origine piccole e grandi, ma soprattutto piccole, presenti in Toscana: fare sistema.  Certo, ogni produttore avrà il “suo” vino ed è naturale che dovrà rispecchiare il “suo” territorio, ma con la consapevolezza di essere parte del “sistema toscano” e di quel meraviglioso e importante “made in Italy” così tanto conosciuto, apprezzato e, ahimè, imitato nel mondo. Il secondo:  non improvvisarsi  vitivinicoltori, andare avanti con determinazione ma con attenzione. Fare il vino è una professione difficile, che richiede ingenti investimenti e  grandi capacità, sia nella fase  produttiva sia nella  commercializzazione. A livello mondiale oggi è certamente più facile produrre un ottimo  vino che avere un sicuro successo sul mercato dei vini. Il terzo: avere piena coscienza di essere dei produttori vitivinicoli “toscani”. Il prodotto toscano è senza dubbio conosciuto per le sue qualità, ma la qualità è inscindibile rispetto all’ambiente,  al paesaggio. L'agricoltore ha un ruolo fondamentale è un  “custode della campagna”  e in Toscana  il viticoltore lo è in modo particolare”.

Valentina Paolini