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L'intervista

Botter, export ancora fermo: insistenti le voci dell’ingresso in azienda del fondo Clessidra

16 Giugno 2020
massimo_romani_botter massimo_romani_botter

di Emanuele Scarci

Botter supera indenne il lockdown, ma ora i mercati esteri tardano a riaprirsi e la scommessa si ripropone. A breve nell’azionariato della casa vinicola di Fossalta di Piave potrebbe entrare ufficialmente il fondo di private equity Clessidra.

“E’ stato un periodo terribile, ma grazie alla nostra concentrazione sulla grande distribuzione estera, siamo riusciti a tenere gli stessi ricavi, o persino un po’ meglio del 2019. Il risultato è stato possibile grazie alla sgommata di inizio d’anno, almeno fino a marzo. Poi il lockdown progressivo in tutti i Paesi ha creato dei danni”. Così afferma Massimo Romani, direttore generale di Botter Wines, nonostante la buona tenuta dell’azienda veneziana indulge al pessimismo. “Più che di performance per Paesi parlerei di performance per canale di vendita – aggiunge il top manager – Ma il vero punto di domanda è quali saranno i tempi della ripresa, perché se continuasse ad essere lenta come in queste settimane i danni sarebbero ben peggiori”.

Nel 2019 Botter ha realizzato ricavi per 217 milioni di euro (+10,9%), per circa il 94% sui mercati esteri, con un utile operativo di 25 milioni e un utile netto di 10,3 milioni (+12%). Nel 2018 i debiti finanziari ammontavano a 34,6 milioni, in calo dai 48,5 milioni dell’esercizio precedente. Le bottiglie prodotte sono 97 milioni. Botter è un gigante del Prosecco Doc, ma è forte anche in altri vini: Merlot veneto Igt, Pinot grigio delle Venezie Doc e Primitivo Igt. Romani, 48 anni, ex bocconiano, è stato per 12 anni in Grandi Salumifici Italiani, prima come cfo e poi direttore generale. Nel 2016 è approdato in Amadori come amministratore delegato e dal gennaio 2019 è stato cooptato come direttore generale da Botter.

A inizio anno si era parlata di una fusione tra la veneziana Botter e la coneglianese Vinicola Serena. Tale da realizzare un fatturato aggregato di 280 milioni e conquistare la testa delle cantine private per fatturato. Ma qualcosa non deve aver funzionato. Infatti, a breve pare doversi concludere la complessa operazione di acquisizione (forse la maggioranza) di Botter da parte del fondo di private equity Clessidra che fa capo a Italmobiliare. Oggi la proprietà della casa vinicola compete alla famiglia fondatrice e per il 22,5% al fondo d’investimento specializzato nell’agroalimentare Idea Taste of Italy, controllata dal gruppo De Agostini. Sul punto specifico Romani glissa: “L’azienda ha deciso di non intervenire in nessun modo su queste notizie di stampa. E intendiamo continuare così”.