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L'intervista

Cancer Plan, Castelletti: “Vinta una battaglia, non la guerra. E occhio alle tassazioni”

16 Febbraio 2022

di Emanuele Scarci

Alla fine la grande parte dei 70 europarlamentari italiani ha votato a favore di una posizione più equilibrata nel consumo di alcolici, distinguendo fra consumo e abuso.

E gli emendamenti De Castro-Dorfmann alla relazione Beca sul Beating cancer plan dell’Unione europea hanno ottenuto a Strasburgo la maggioranza dell’assemblea, incassando tra i 350 e i 392 voti su 705 componenti. E’ rimasta quindi sostanzialmente minoritaria la posizione dell’europarlamentare del Pd Alessandra Moretti. Un passaggio fondamentale per il vino italiano che, non dimentichiamo, vale 12 miliardi di fatturato (senza considerare l’indotto) dei quali oltre 7 miliardi di export e occupa 1,3 milioni di addetti. Il vino italiano è promosso all’estero con sostanziosi fondi comunitari, quantificabili in almeno 1,2 miliardi nei prossimi 10 anni. Cosa insegna questa vicenda e che fare per evitare che si ripeta? Certamente tenere le antenne dritte, convincersi che l’agenda della Commissione europea sul tema è ancora lunga e mantenere costantemente aperta la comunicazione con gli europarlamentari francesi e spagnoli. Ne parliamo con Paolo Castelletti, direttore di Unione italiana vini.

Con il voto di Strasburgo si è vinta una battaglia. E la guerra?
“E’ ancora in corso. Anche se siamo moderatamente soddisfatti per l’esito del voto che non è una vittoria piena: per esempio, l’emendamento di De Castro sul “no safe level” che eliminava dal testo questa aberrazione non è stato accolto, ma il passaggio è stato semplicemente edulcorato. Inoltre non è stato toccato il testo sulla tassazione: è rimasto integro rispetto a quello inviato dalla commissione Beca al Parlamento europeo”.

Quindi la guerra continua?
“Certo. La battaglia contro queste posizioni ideologiche non è affatto conclusa a Strasburgo. Seguiranno infatti a breve delle iniziative di Oms: ci aspettiamo un cambiamento radicale di narrativa, più restrittiva sulle bevande alcoliche, e che saranno certamente riprese dall’Europa”.

L’impressione dall’esterno è che la filiera del vino si sia mossa all’ultimo momento. Forse non si era capito bene dove si andasse a parare?
“Credo anch’io. Noi comunque ci lavoravamo da 3 anni. Forse avremmo potuto intervenire già a livello di commissione Beca. Se avessimo condiviso alcuni concetti con alcuni deputati che ne facevano parte non avremmo visto alcune brutture contenute nelle conclusioni. Il pericolo è che la Commissione per i propri regolamenti peschi ciò che le fa comodo”.

Per esempio sulla tassazione dei consumi?
“Sicuramente, per la tassazione hanno le indicazioni della Commissione Beca. Mentre sulla promozione speriamo di non essere ulteriormente penalizzati: per esempio, la prima call sulle promozioni orizzontali ha già penalizzato vino, carni e insaccati con un documento ancora da approvare. Quindi la mia opinione è che il grande lavoro per la filiera del vino inizi solo adesso”.

Servirebbe monitorare l’evoluzione della normativa europea da un tavolo di filiera italiana?
“Temo che possa diventare un altro produttore di documenti senza seguito. Sarebbe già tanto se i ministri si intendessero tra di loro e avessero una strategia su tutto quello che è made in Italy. Non è solo il vino a essere sotto attacco, ma anche i derivati del latte, le carni, gli insaccati e i prodotti lavorati”.

Prima del voto si temeva per la compattezza degli eurodeputati italiani. Cos’è successo?
“Gli italiani, con rare eccezioni, hanno votato compatti gli emendamenti. Sono stati i più affidabili insieme agli spagnoli. Le defezioni sono arrivate dai francesi e all’interno del gruppo socialista. Anzi, se ricordo bene, il relatore della commissione Beca è un socialista”.

Come vi siete mossi nei contatti con gli eurodeputati?
“Abbiamo avuto incontri bilaterali con tutti i gruppi sia della maggioranza Ursula che della minoranza Ursula. Tutti hanno manifestato il sostegno agli emendamenti. In questo caso la politica ha risposto meglio del previsto”.