L'intervista
Chianti, partenza d'anno con il freno a mano tirato. Busi: "Vero, ma non sono preoccupato"

di Emanuele Scarci
Dopo l’accelerazione record del 2021, l’anno nuovo per i vini toscani si è aperto con un’inchiodata degli imbottigliamenti.
Cos’è successo? “Le restrizioni contro la pandemia scattate a dicembre hanno rallentato tutto - osserva Giovanni Busi, presidente del Consorzio vino Chianti - E anche all’estero si è venduto poco. A metà dicembre a New York e a Houston le strade e i ristoranti erano deserti. Mai vista una cosa del genere. E con i ristoranti vuoti, il vino non si vende né si compra. Ma oggi non mi preoccupo più di tanto: gli enti di certificazione segnalano che i campionamenti per ottenere le fascette stanno procedendo spediti. Mi aspetto quindi una ripartenza a breve”.
Le montagne russe
In dettaglio, a gennaio l’inciampo delle principali 14 Dop toscane si misura nel -6% medio, a 21,6 milioni di bottiglie, rilevato dell’Associazione vini toscani. Colpiscono il -38% della Maremma, il -33% del Brunello di Montalcino e il -21% del Chianti. Limita i danni il Chianti Classico con il -4% mentre l’Igt cresce del 9%. Un avvio d’anno da dimenticare dunque che segue un 2021 con un imbottigliato di 282,5 milioni di bottiglie, +10% sul 2020 e +4% sul 2019. E con le tre maggiori denominazioni (Igt Toscana, Chianti e Chianti Classico) che si ritagliavano oltre l’80% della torta. In termini assoluti, nel 2021 il Chianti ha raggiunto 96,3 milioni di bottiglie, +6,5% sul 2019 (il vino più venduto) e il Chianti Classico 37,7 milioni di bottiglie, +11,4%. A molta distanza seguono: Brunello di Montalcino con 11,4 milioni, +41% sul 2019, Bolgheri con 7,2 milioni (-2%) e Maremma con circa 7 milioni (+18%).
Rebus prezzi
Sul fronte prezzi, il vino Chianti sfuso è balzato del 50% da 1 euro/litro di un anno fa a 1,50 di oggi. “La vendemmia scarsa dell’anno scorso e l’impennata della domanda hanno agito sui prezzi - sottolinea Busi - ma i rincari dovuti, in primis, all’impennata dell’energia e, poi, delle materie prime non ci viene riconosciuto. Il Chianti è venduto per il 65% nella grande distribuzione italiana ed estera, ma i retailer mostrano scarsa sensibilità. Le catene commerciali sono disponibili a riconoscere ritocchi del 2-3%. In qualche caso fino al 5% che però è insufficiente a compensare i costi. Diverse aziende non hanno ancora firmato i contratti per il 2022”.
ULTIMI COMMENTI
Tragedia nel veronese: è morto il figlio dell'enologo della cantina Valpolicella Negrar
elena 28.06.2022 11:50Vino della settimana - Ilios 2018 della cantina Solidea
valerio 26.06.2022 12:37Lutto nel mondo della tv: è morto Roberto Bicocchi, il papà di "Vito"
Pier Raimondi 25.06.2022 17:06Prezzi dei vini italiani di pregio: "Qualcuno fa speculazione"
vito giustra 23.06.2022 21:15Bando Ocm vino promozione 2022/23 in Sicilia: 5 milioni per i mercati extra Ue
Giulio Andreetta 22.06.2022 14:20