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L'intervista

Il “Golden man” dell’autonoleggio: “In Sicilia manca la cultura del turismo”

08 Aprile 2016
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Parla Tommaso Dragotto alla guida del'impero Sicily by Car, l'autonoleggio più conosciuto in Italia
 

 

(Tommaso Dragotto)

di Francesca Landolina

Potremmo definirlo “un uomo di mare prestato alle strade”. Lui è Tommaso Dragotto. Da giovanissimo intraprende la carriera militare nella Marina Mercantile, ma è l’attività imprenditoriale il suo chiodo fisso. E con immancabile caparbietà riesce a realizzare i suoi obiettivi. 

Lascia l’opportunità di una brillante carriera e nel ’63 fonda la Sicily by Car Spa, iniziando una lunghissima avventura che lo porta a diventare il “golden man” dell’autonoleggio.

Oggi la compagnia è una tra le più grandi realtà imprenditoriali della Sicilia. La numero uno in Italia nel settore. Presente in tutti gli aeroporti in Italia, e in altri all’estero, con una flotta di 18 mila macchine dall’età media compresa tra i 6 e i 12 mesi. Una realtà siciliana con ben cinquecento dipendenti. 

Lo abbiamo intervistato perché lo consideriamo un buon interlocutore per conoscere meglio le dinamiche del turismo in Sicilia. Quanti i flussi di viaggiatori che giungono nell’isola? Di certo, l’autonoleggio è un indicatore che aiuta a misurare l’entità del fenomeno turistico.

Quanti i suoi clienti mediamente?

“Partiamo da un dato. Sono circa 120 mila le prenotazioni che giungono alla compagnia per la Sicilia. Nel fine settimana arrivano almeno 300 clienti. Da qui si può capire che il turismo ‘cammina’. Già a giugno abbiamo 6 mila macchine prenotate in Sicilia e 4 mila in Sardegna”.

Chi è il cliente Sicily by Car?

“Il nostro cliente è il turista per l’80 per cento dei casi, un viaggiatore che arriva soprattutto da Francia, Inghilterra, Germania”.

Dati rincuoranti. Ma quali sono allora le ‘zavorre’ che impediscono alla Sicilia di fare il grande salto?

“Innanzitutto vorrei dire che la Sicilia è la regione più bella al mondo. Lo dico da viaggiatore. Ho visitato tantissimi luoghi, ma la nostra terra resta straordinaria per le sue bellezze paesaggistiche, artistiche e culturali. Mi innervosisco di alcuni dati. L’anno scorso per esempio sul Sole24Ore è uscita una classifica sulle regioni italiane prescelte dai turisti, dalla quale si evince che si pernotta di più in Veneto; seguono Toscana, Umbria, Lazio. Mi chiedo come sia possibile che la Sicilia stia in fondo alla lista. Inaccettabile. I nostri limiti purtroppo sono diversi. Manca la capacità di accogliere il turista guidandolo con una programmazione seria. Si arriva a Palermo per esempio e non si sa cosa fare. Mancano i punti informativi con persone che parlino le lingue nel centro della città, così come i dispositivi telematici da usare autonomamente. E ricordiamoci che siamo la regione con il più alto numero di siti Unesco. Si può aggiungere il limite delle strade e dei trasporti. In macchina da Palermo a Scicli servono 3 ore e mezza. Forse per Sicily by Car questo può essere un vantaggio. Ironizzo un po’, ma se ci riflettiamo bene tutto ciò avvilisce il turista. Spostarsi non è semplice”.

Quali le lacune da colmare per chi opera nel turismo?

“Ad oggi c’è ancora una incapacità di globalizzare il turismo da parte degli albergatori e di gestire il rapporto di pubbliche relazioni tra i turisti e la Sicilia. Occorre imparare a programmare seriamente offrendo pacchetti turistici che guidano passo passo”.

Ma ci sono zone della Sicilia in cui, secondo lei, sta cambiando qualcosa?

“Sì. Va bene per la Sicilia orientale da Ortigia a Noto, da Vendicari a Scicli. C’è una maggiore attenzione al turista”.

E per quali ragioni secondo lei questa capacità manca ancora nella Sicilia occidentale?

“Il problema è culturale. Ed è lì che bisogna lavorare. Qui a Palermo siamo tutti culturalmente ‘regionali’, da ‘stipendio’. Altrove hanno dovuto lavorare per avere i soldi ed è cresciuto lo spirito imprenditoriale, basti pensare a Catania”.

Per invertire la rotta?

“Bisogna cambiare gli uomini a capo delle istituzioni. Personalmente poi toglierei l’autonomia alla regione. Potremmo vivere solo di turismo e agricoltura”.

Cosa si attende tuttavia per quest’anno? Si può essere ottimisti e pensare ad una crescita del turismo in Sicilia?

“Sì ne sono convinto. Ci aspettiamo molto di più del previsto; almeno un 20 per cento in più”.

Quale il successo di Sicily by Car?

“Ho sempre lavorato con la massima professionalità per offrire un servizio impeccabile. Oggi la compagnia è la numero uno in Italia. Compete solo con le grandi multinazionali. Siamo stati i primi ad offrire un servizio di qualità ad un prezzo low cost. Ed è stato lungimirante anche metterci la faccia. Chi non sa che volto ha Sicily by Car? Per fortuna sono fotogenico”.

Una cosa da fare subito per incrementare il turismo?

“Informazione”.