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L'intervista

Il successo di Simonit&Sirch: “Abbiamo solo ripreso le tecniche di potatura manuale”

01 Febbraio 2016
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(Pierpaolo Sirch e Marco Simonit)

di Michele Pizzillo

Prima che un giornalista con una storia di esperto delle terre venete alle spalle, Ulderico Bernardi, consegnasse il Premio Nonino Risit d’aur-Barbatella d’oro 2016 ai preparatori d’uva Simonit&Sirch, la vulcanica padrona di casa, Gianola Nonino, ha voluto ricordare quando, qualche decennio addietro, Marco Simonit ancora ragazzetto bussò alla loro porta per offrirsi come potatore di vite. 

“Mi fece una tenerezza che non ebbi il coraggio di dirgli di no. E, poi, avevamo appena acquistato una nostra vigna e avevo valuto che era importante avere un potatore in azienda. Oggi, invece, me lo trovo davanti come il più grande potatore al mondo e, per questo, sono contenta di vederlo premiato”. Ci ha pensato Bernardi a leggere la motivazione e a consegnare la barbatella d’oro a Simonit e al suo compagno di viaggio Pierpaolo Sirch: “Il loro operare è magistrale ed è un grande esempio per le nuove generazioni: riscoprire l’antica tradizione della potatura manuale della vite, rispettando gli equilibri naturali, ricercando la qualità assoluta, sfidando il futuro senza dimenticare la parte migliore del passato. In questo modo hanno preservato e innovato la potatura della vite, un’eccellenza che si era perduta. Un’intuizione straordinaria che li ha portati ad essere i referenti dei più prestigiosi vignaioli del mondo”. Infatti, sono consulenti, fra l’altro, dei leggendari Chateau d’Yquem, Chateau La Tour, Moet&Chandon. “E pure noi, quando abbiamo bisogno, dobbiamo metterci in coda e attendere”, ha detto scherzando la Nonino mentre Simonit, con solo due parole, ha elogiato l’artigianalità e la manualità italiana.

Per raggiungere questi traguardi, i due cinquantenni friulani hanno fatto una cosa molto semplice: “Abbiamo ripreso le tecniche di potatura manuale che erano state abbandonate a favore delle pratiche meccaniche, sbrigative e poco rispettose della piante e della sua struttura – dice Simonit -. Con una forte mortalità precoce delle viti, un problema che affligge i vigneti di tutto il mondo, cosa abbiamo fatto? Studiato e poi codificate quelle che riteniamo che siano le corrette regole di potatura della vite come quella ramificata, rispettosa del flusso linfatico e che si può adottare su tutte le forme di allevamento. Con grande soddisfazione dei vignaiuoli di tutto il mondo”. Tant’è che arrivano chiamate da tutte le aree viticole del pianeta. “Siamo solo due, non possiamo soddisfare tutte le richieste – aggiunge Simonit – così nel 2003 abbiamo fondato i Preparatori d’uva, che è l’unico gruppo strutturato a livello internazionale nel settore della formazione del personale addetto alla potatura manuale dei vigneti”. Per arrivare sei anni dopo a creare la Scuola italiana di potatura della vite, diventando centro di formazione permanente oggi presente con 15 sedi ubicate nelle principali regioni viticole italiane dove, chi vuole intraprendere il mestiere di potatore può frequentare un corso specifico.


(Gianola Nonino)

“Ma ai nostri corsi arrivano anche casalinghe che vogliono apprendere le pratiche per potare i fiori, vignaiuoli dilettanti, appassionati di giardinaggio. C’è di tutto, insomma”. Persone che dopo il corso teorico, vengono seguite dagli esperti della scuola friulana una volta che si trasferiscono in vigne. E sì, perché Simonit e Sirch in questi anni hanno rinnovato il ruolo del potatore e dato importanza alla sua professionalità. E, aggiunge Simonit: “Siamo riusciti a rendere di facile apprendimento la tecnica di potatura, cercando non solo la tecnica migliore, ma anche il modo migliore e più semplice al tempo stesso, per trasferirlo agli altri”. Tant’è vero che la “ditta” ha pubblicato un “Manuale di potatura della vite”, registrato in video i corsi, messi in rete, su Youtube tutte la pratiche per eseguire una potatura perfetta. “Abbiamo anche creato una nuova figura professionale, quella del tutor di potatura – dicono -, potatori ad alta formazione che sono in grado di affiancare e formare in vigna il personale delle aziende. Ne abbiamo 30 che lavorano con noi. Anche perché non possiamo essere dappertutto, visto che siamo consulenti di 130 aziende fra Europa, Stati Uniti, Argentina e Sud Africa”.

Oltre che rivalutare un mestiere che sono sempre in pochi a saper fare, Simonit&Sirch stanno invogliando i vignaiuoli ad avere cura del proprio terreno, passando dalla salute della vite.