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L'intervista

L’estate di Angiolino Maule: “Le critiche sul vino naturale? Mi spingono ad andare avanti”

10 Agosto 2017
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Angiolino Maule è il vigneron per eccellenza. Lui è sempre tra i filari, osserva e scruta il cielo. Persegue ormai da oltre 20 anni la sua filosofia del vino naturale. 

“Accetto e difendo quello che la terra mi dà senza correggere, aggiungere o sottrarre per avere di più. Sono sempre stato convinto che la mia terra e il mio vitigno siano tra le cose piu’ importanti. Una grande terra e un grande vitigno non hanno bisogno di aiuti chimici dall’esterno. La soddisfazione di produrre vini naturali e nello stesso tempo buoni ti fa stare bene e ti fa guardare in faccia il consumatore con serenità. Ho faticato molti anni per trovare chi potesse capire che cosa vuol dire un vino naturale”. Ecco la filosofia dei suoi vini, del modo di vedere l'enologia. Tanto che ormai VinNatur, la “sua” creatura fa il pieno non solo di presenze, ma anche di consensi internazionali. VinNatur riunisce vignaioli da tutto il mondo che intendono difendere l’integrità del proprio territorio, rispettandone la storia, la cultura e l’arte che sono state loro tramandate nel tempo, traendo ispirazione da una forte etica ecologica. Oggi sono 184 soci.

Insomma Angiolino estate piena di impegni…
“Esatto. Volevo venire in Sicilia per una vacanza, ma impegni di lavoro hanno fatto rinviare questo viaggio a data da destinarsi. Con mia moglie andremo tre giorni a Jesolo per il Ferragosto”.

Scruta il cielo, aspetta la pioggia?
“Siamo in attesa di una perturbazione. Spero che piova. Se dovesse farlo tra oggi e domani, sarà una grande annata”

Il caldo non la preoccupa?
“Non sono tipo da allarmismi. Il caldo c'è sempre stato. Ricordo il 2003, oppure il 2012 con un mese di agosto con temperature di giorno sopra ai 40 gradi e 37 gradi di notte, come sta facendo quest'anno. Ma secondo me ci saranno vini di grandissima qualità. Certo i buoi buoni si vedono in salita. E quindi è chiaro che in cantina bisognerà essere molto bravi”.

VinNatur cresce, così come l'attenzione sui vini naturali…
“Sempre più attenzione ed interesse. Sono davvero felice. Il nuovo disciplinare prevede controlli più serrati ed è stato creato appositamente. Siamo 184 e siamo un po' troppi”

In che senso?
“Nel senso che è un settore troppo a vista in questo momento. Abbiamo giovani vignaioli di 25/30 anni bravissimi e devono andare avanti loro. Quindi il disciplinare servirà anche a fare un po' di pulizia”.

Ma il vino naturale esiste o non esiste?
“Quando sento dire la frase “Il vino naturale non esiste” mi arrabbio. Però, dico sul serio, non me ne frega niente. Lo dicono i zucconi che sanno solo criticare. Come quando abbiamo presentato il nuovo disciplinare: subito hanno gettato benzina professandosi persone esperte, con frasi del tipo “io farei così”, “io aggiungerei questo”. Invece si tratta solo di persone ignoranti. Ma queste critiche mi stimolano ad andare avanti e mi fanno capire che siamo sulla strada giusta. E lo dimostra il crescente entusiasmo in questo settore e l'interesse da parte degli americani”.

Il nuovo disciplinare cosa prevede?
“Un piano controlli più serrato, più sicuro, più inattaccabile e più veritiero”.

La bevuta che ricorda con piacere?
“Ho smesso di bere i vini degli altri. Adesso mi confronto solo con me stesso. E non sono mai contento di quello che faccio”.

Il viaggio che vorrebbe fare?
“La Sicilia ormai è una promessa. Poi vorrei tornare in Francia. Non vado da dieci anni. Nella Loira. Vorrei vedere se si sono evoluti anche loro. Io di passi in avanti in questi dieci anni ne ho fatti”.

G.V.


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