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L'intervista

Mangia (Aeroviaggi): nascerà un nuovo turista che vorrà spazi all’aria aperta e cibo di qualità

08 Aprile 2021

 

Intervista al presidente del grande gruppo alberghiero. Nuovo brand per diversificare l’offerta. “Grande attenzione alla ristorazione nei nostri hotel, coinvolti grandi chef per formare il personale. E tra Sicilia e Sardegna…”.

di Geraldine Pedrotti

Da piccolo ufficio nel centro di Palermo al più grande gruppo alberghiero in Italia per numero di posti letto. Aeroviaggi è un “gioiellino” dell’imprenditoria siciliana che ha conquistato l’Europa. Novanta milioni di euro di fatturato nel 2019, 3.200 stanze per un totale di oltre 9 mila posti letto, gestisce 14 strutture tra Sicilia e Sardegna e ha sedi a Palermo, Milano, Parigi e in Sardegna. Abbiamo incontrato il presidente Marcello Mangia, che insieme ai fratelli compone la governance dell’azienda di famiglia nata nel 1973 e che dà lavoro a 150 dipendenti, che diventano 1.200 durante la stagione turistica. “Nasciamo come agenzia di viaggi nel 1973: un telefono, una scrivania. Da lì a pochi anni mio padre ha trasformato l’attività in piccolo tour operator locale, con l’obiettivo di portare i siciliani in viaggio in tutto il mondo. Successivamente abbiamo invertito il business, concentrandoci sull’incoming, che è quello che poi ha reso celebre Aeroviaggi: siamo un tour operator integrato, che si rivolge al mercato europeo con particolare attenzione a quello italiano e francese, affiancando alla gestione alberghiera quella del trasporto aereo, con circa 11 voli charter settimanali dalla Francia e numerosi voli di linea e low cost dagli altri aeroporti nazionali verso la Sicilia e la Sardegna”.

Questi due anni hanno stravolto la nostra concezione del mondo, la nostra quotidianità. In un momento nero per il turismo mondiale, secondo lei cosa accadrà quando l’emergenza sarà superata?
“Il Covid ha accellerato un cambiamento che era già in atto da anni. Di posti belli ce ne sono tanti, ma quello che farà la differenza nella scelta del turista sarà la ricerca di luoghi all’aria aperta, con ampi spazi e tranquillità a propria disposizione. Un altro fattore ricercato sarà la maggiore attenzione alla buona ristorazione. Per questo stiamo investendo da tempo nelle nostre strutture per offrire servizi di alta qualità ai clienti, anche a tavola. Abbiamo avviato corsi di formazione destinati al nostro personale e guidati da grandi chef come il bistellato Gennaro Esposito, Danilo Angè, Peppe Giuffrè e molti altri, proprio perché crediamo che la ristorazione sia un asset fondamentale per la nuova proposta turistica in Italia”.

Come sarà il turista dell’estate 2021?
“E’ un turista che vuole continuare di base il modello di vacanza esistente, ma come dicevo gli elementi fondamentali su cui si baserà la sua scelta sono due: open air e ristorazione. Poco affollamento e cibo naturale, autentico, legato alla tradizione e al territorio. Selezioneranno in maniera più attenta il luogo in cui andare e noi ci stiamo facendo trovare pronti”.

Chi è invece il “Turista Aeroviaggi”?
“Sono tanti tipi. In bassa stagione è un cliente in terza età, mentre in alta sono per lo più famiglie. Il 65% è composto da stranieri (Francia ed Est Europa, ma stiamo investendo molto anche sul Nord Europa), la restante parte italiani. Puntiamo molto sugli stranieri perché viaggiano tutto l’anno, non soltanto ad agosto come noi italiani. Se la situazione tornerà ai livelli di prima, l’obiettivo è tenere aperte le nostre strutture 12 mesi all’anno, anche attraverso un nuovo progetto che abbiamo in cantiere”.

Ci anticipi qualcosa…
“Stiamo creando un brand nuovo che si dedicherà esclusivamente alla catena alberghiera e sarà destinato ad un pubblico diretto, senza le dinamiche del tour operator. Il nome è ancora top secret. E’ un’implementazione ulteriore alla nostra azienda, un passo importante per diversificare l’offerta”.

In tempi non sospetti noi Cronachedigusto.it lanciammo la provocazione che fosse meglio per la Sicilia creare un’unica società di gestione per tutti gli aeroporti dell’Isola. Per un’azienda come la vostra questo cambierebbe qualcosa?
“Sono contrario ai monopoli, creano rigidità. Certo sarebbe una grande efficienza, ma la concorrenza fa bene. Anche se spesso questi aeroporti sono gestiti da amministrazioni pubbliche, che non sempre seguono logiche imprenditoriali nel loro agire. Devo dire che l’aeroporto di Palermo è gestito molto bene. E’ un bel benvenuto ai nostri clienti quando sbarcano in Sicilia”.

Le tre cose che farebbe se fosse Ministro del Turismo.
Al netto del Covid, pensando ad una già avvenuta ripartenza, penserei ad applicare in Italia il “modello spagnolo”. Lì l’amministrazione pubblica svolge un ruolo di facilitatore per le aziende e crea costantemente tutte le condizioni affinché ci sia sviluppo turistico. Una seconda cosa che farei è quella di aiutare le aziende turistiche italiane ad investire, con sistemi che incoraggino investimenti virtuosi e con un patto fiscale reale. Sono molto più favorevole al credito d’imposta rispetto al fondo perduto, che crea operazioni spesso fallimentari. Infine creerei condizioni per le aggregazioni imprenditoriali. In Sicilia per ora c’è vivacità ma è tutto a rischio delle aziende”.

La differenza tra Sicilia e Sardegna per un turista?
“Sicilia è cultura. Sardegna è natura”.

Quando e dove va in vacanza Marcello Mangia?
“In vacanza vado purtroppo poco, ma quando riesco vado spesso nei miei alberghi”.