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L'intervista

Monceri (Intesa Sanpaolo): “Economia in ripresa. La Banca assume un ruolo chiave”

17 Ottobre 2017
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Una lunga chiacchierata con il direttore regionale Sicilia di Intesa Sanpaolo, al fianco di Taormina Gourmet 2017, analizzando la situazione economica del Meridione, parlando dell'agricoltura, del ruolo sempre più importante dei giovani e di come sia fondamentale il supporto di un istituto di credito


(Pierluigi Monceri, direttore regionale Sicilia di Intesa Sanpaolo)

L'economia meridionale, le nuove opportunità per i giovani, con specifici “pacchetti di ingresso” agevolati, il mondeo della Banca che si evolve e diventa più smart e social.

Di questo e molto altro abbiamo parlato con Pierluigi Monceri, direttore regionale Sicilia di Intesa Sanpaolo, uno dei partner protagonisti a Taormina Gourmet 2017.

Direttore, come sta in questo momento l'economia del Meridione? Segnali di ripresa?
“L’economia meridionale sta anch’essa beneficiando di una ripresa che si è ormai sempre più consolidata a livello Paese e che fa prevedere una crescita del Pil italiano dell’1,4% per il 2017. Vediamo anzi che alcune regioni/settori del Mezzogiorno e in termini di crescita anno su anno mostrano risultati anche migliori della media italiana, seppure questi miglioramenti siano un po’ a macchia di leopardo. I consumi sono comunque cresciuti, tutti i principali indicatori economici sono incoraggianti e si registrano incrementi molto forti in settori storicamente forti al Sud come il turismo e l’agroindustria. Addirittura, e qui parlo di Sicilia, secondo l’Osservatorio turistico nei primi sei mesi del 2017 si registrano 2,2 milioni di arrivi, con un +19% rispetto allo scorso anno, e quasi 6,6 milioni di presenze, ovvero un +14,6% sullo stesso periodo dell’anno scorso e si rileva una crescita della spesa turistica straniera nella regione del 22,4% rispetto al 18,3% del Mezzogiorno ed al 4,6% dell’Italia

Sempre più giovani investono nell'agricoltura. Come la Banca aiuta questi investimenti? Quali prodotti specifici?
“Intesa Sanpaolo lo scorso anno ha stanziato un plafond triennale di 6 miliardi di euro per tutte le iniziative che la nostra Banca ed il Mipaaf hanno messo a punto per sostenere crescita, innovazione, internazionalizzazione, formazione e ricambio generazionale. L’accordo prevede anche di facilitare l’utilizzo dei fondi comunitari previsti dai Psr (Piani di Sviluppo Rurale) per il periodo 2014-2020. Questi finanziamenti e la consulenza che Intesa Sanpaolo si impegna a offrire aiuteranno le imprese a mantenere alto il livello qualitativo dell’agroalimentare italiano, a tutelarne i marchi di eccellenza e a esplorare nuove opportunità commerciali, in particolare sui mercati esteri, dove il Gruppo è in grado di accompagnare le aziende clienti in 40 paesi. Inoltre si può contare sul Progetto Filiere che consente anche alle aziende che operano nel settore agricolo e agroalimentare di lavorare in una logica che facilita e migliora l’accesso al credito. Per le aziende che investono in innovazione Intesa Sanpaolo copre anche fino al 100% e con anticipo il capitale investito”.

Senza credito non può esserci un'attività. Pare però che le banche, soprattutto la vostra, stiano agevolando l'ingresso dei nuovi imprenditori. E' vero? E se sì, in che modo?
“Qui in Sicilia abbiamo erogato finanziamenti alle imprese per circa 360 milioni di euro nel 2016 e a giugno di quest’anno avevamo già registrato un incremento del 5% che arriva al 30% se prendiamo in considerazione la piccolissima impresa. Una parte importante di questo credito è destinato al sostegno dell’agricoltura, ma non basta erogare denaro, occorre orientare gli investimenti laddove possono generare un salto di produttività. L’agricoltura al Sud può crescere infatti ulteriormente puntando sull’internazionalizzazione e la digitalizzazione oltre che sul superamento della sua parcellizzazione. Intesa Sanpaolo è consapevole di quale sia la sua responsabilità per il sostegno e l’orientamento delle politiche industriali nel Meridione ed intende offrire non soltanto il più ampio supporto finanziario all’agricoltura, ma anche favorire la nascita di una vision di lungo termine mettendo a disposizione strumenti e approccio non convenzionali. All’interno della Banca dei Territori, Intesa Sanpaolo ha creato strutture specializzate dedicate all’agroindustria con 400 filiali “verdi” e ha preparato 100 specialisti in agroindustria. In questi numeri sono comprese le 34 filiali “verdi” e i 3 specialisti della Sicilia”.

Progetti della vostra banca per il futuro? Punterà ancora sull'agricoltura?
“Noi puntiamo a sostenere tutti i settori produttivi del territorio e quando possibile anche a facilitare la creazione di nuovi. Certamente l’agricoltura è un settore sul quale storicamente siamo presenti e sul quale abbiamo intensificato la nostra attenzione in quanto elemento di forza dell’economia italiana, ma ancor di più di quella meridionale e siciliana. Quello che raccomandiamo ormai da tempo è il metter a fattor comune, cioè integrarli come ampia filiera produttiva, settori importanti e strategici come l’agroindustria ed il turismo. Ma non bisogna cullarsi su risultati che sono in parte legati alle turbolenze politiche nordafricane che hanno dirottato molti turisti qui da noi. Bisogna invece lavorare per rendere strutturale il fenomeno lavorando in sinergie di offerta, quindi mettendo insieme il turismo balneare, quello legato ai beni culturali, cioè due straordinarie eccellenze della Sicilia, con le eccellenze eno-gastronomiche dell’isola. Inoltre vanno create le basi affinché quest’offerta venga inserita nel modo più efficiente sul mercato internazionale. Turismo e agroindustria lavorando insieme hanno margini di crescita ancor più forti. Pensiamo che in termini di ricchezza diretta generata dal settore turistico, la regione realizza circa 4 miliardi di euro di valore aggiunto, e che quello agroindustriale è di circa 3,5 miliardi. In Sicilia si stima che per ogni presenza aggiuntiva, sia esso un nuovo arrivo o un prolungamento di presenza, si generano 71,5 euro di Valore Aggiunto, un valore che risulta superiore al dato medio meridionale, ma decisamente inferiore a quello italiano che è di 103,4 euro. Pertanto, in Sicilia il ruolo, il peso ed il “valore economico” del turismo hanno evidenti margini di crescita. L’ampliamento e la diversificazione dell’offerta turistica possono favorire il rafforzamento dei flussi turistici internazionali, i processi di destagionalizzazione e l’attivazione di sinergie di filiera con altri settori. Una tale combinazione di tematismi riuscirebbe a generare sul territorio un moltiplicatore che permetterebbe di ottenere un valore aggiunto pari a 119,6 per presenza aggiuntiva.

C.d.G.