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L'intervista

Parla Bindocci: “Il Brunello di Montalcino, la fine del mio mandato, il futuro del consorzio”

04 Febbraio 2016
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(Fabrizio Bindocci)

Una presentazione delle nuove annate ormai dietro l’angolo, un mandato quasi in scadenza, tante cose e tanti eventi ancora in programma. Fabrizio Bindocci, presidente uscente del consorzio del Brunello di Montalcino vuole chiudere “alla grande” questi tre anni del secondo mandato alla guida del consorzio toscano (il primo mandato durò solo un anno, perché Bindocci era subentrato, ndr).

Dal 19 al 22 febbraio, dunque, la presentazione delle nuove annate: “Una manifestazione ormai rodata che andrà sicuramente bene – spiega Bindocci -. Quest’anno, in più, avremo una location eccezionale, come i locali di Sant’Agostino ed i due chiostri della casa di riposo, appena ristrutturati”.
Ai banchi di assaggio, il Brunello 2011 e la riserva 2010: “Si corre con due grandi cavalli – dice metaforicamente Bindocci -. In più ci sarà l’anteprima 2015, un’annata straordinaria, che arriva dopo due annate zoppicanti come la 2013 e la 2014 ed è paragonabile per grandezza alla 2010 e alla 2012”.

Per Bindocci, però, è tempo di tirare le somme di questa esperienza: “Come tutte le cose belle era destinata a finire e devo dire che sono davvero dispiaciuto – dice il presidente -. Ma ritengo sia giusto che ci sia un ricambio generazionale. Occorre che arrivino persone motivate con nuove idee e portino una ventata di freschezza all’interno del Consorzio. È stata un’esperienza meravigliosa, impegnativa, che però mi ha permesso di conoscere tante belle persone. Abbiamo fatto tante cose belle, ma mi riservo qualche ultimo colpo da qui a maggio, quando scadrà il mio mandato”.

Proprio a maggio dovrebbe esserci la cerimonia di passaggio delle consegne. I soci del Brunello possono votare in base al loro “peso”: nel senso che ognuno ha a disposizione tanti voti in base alle dimensioni del vigneto e delle bottiglie prodotte. Ci sarà una rosa di candidati su cui scegliere, ma ancora la lista dei nomi è top secret. “Non sappiamo molto – dice Bindocci -, ma vi assicuro che a maggio conoscerete il nuovo presidente”.
Il Brunello di Montalcino, però, continua a inanellare un successo dietro l’altro, soprattutto nel mercato americano: “Il nostreo segreto? – dice Bindocci – Sappiamo fare squadra. Tutti camminiamo nella stessa direzione, di attenzione alla qualità, al territorio ed alla comunicazione”.

Ed i numeri sono importanti: oltre 9 milioni le bottiglie prodotte lo scorso anni di Brunello, 4,5 milioni quelle di Rosso.
“In questo mio mandato abbiamo anche affrontato la delicata questione della modifica del disciplinare – spiega il presidente – con la rimozione del limite dell’altitudine a 400 metri, l’inserimento dell’irrigazione di soccorso e il blocco dei nuovi vigneti”. Sono più di 2.100 gli ettari destinati alla produzione di Brunello, 520 per il Rosso e 250 i soci del consorzio, ormai vera icona del vino toscano. “Un ettaro qui in media costa 500 mila euro – dice Bindocci – stiamo attraversando una fase positiva grazie anche al cambio generazionale che stanno vivendo molte aziende socie, perché i ragazzi hanno voglia di dimostrare che sono bravi ed hanno un approccio diverso, soprattutto con i compratori esteri. Hanno una marcia in più”.

E a Montalcino il consorzio è “pane per tutti”, visto che nel comune non c’è praticamente disoccupazione e quasi tutti lavorano all’interno del Brunello: “Diamo lavoro a oltre 4 mila persone, un fatturato di 160 milioni di euro, 30 milioni dall’indotto – spiega Bindocci – il nostro buon lavoro sta pagando”.
Parentesi finale dedicato al cosiddetto “Consorzio dei consorzi”, un mega consorzio dei vini toscani per sfondare nel mercato estero: “Non è utopia – conclude Bindocci -. Al 90 per cento lo statuto è pronto. Dobbiamo solo definirlo ed andare dal notaio a firmarlo”.

G.V.