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L'intervista

Verso il ProWein, i produttori sono pronti: “Ma smettetela di fare paragoni con il Vinitaly”

15 Marzo 2019
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(Nella foto, Corrado Casoli, Alessandro Dettori, Alessandro Alì, Francesco Liantonio, Matilde Poggi, Antonio Benanti, Sandro Gini, Carmelo Bonetta e Francesco Cambria)

di Giorgio Vaiana

E' ormai considerato uno degli appuntamenti più importanti del vino mondiale. Ma attenzione. Non dite ai produttori di scegliere tra ProWein e Vinitaly, perché si “arrabbieranno”. Le due fiere sono entrambe importanti ed entrambe offrono validi motivi per esserci. 

Noi abbiamo raccolto le loro impressioni, alla vigilia dell'appuntamento di Dusseldorf. Per Alessandro Alì, direttore commerciale della cantina Lungarotti, il ProWein è la fiera di settore in cui si va più per un aspetto commerciale. Il Vinitaly continua a mantenere l'attenzione sul consumatore”.

“ProWein è diventato in poco tempo una manifestazione internazionale di rilievo – dice Francesco Liantonio di Torrevento – Si va lì per incontrare il mondo, non è più solo una fiera della Germania ed ha assunto un ruolo strategico per le aziende. Noi ci stiamo preparando con la consueta professionalità. Il momento dei mercati non è felice, sono troppo nervosi. E' compito nostro riportare un po' di calma e serenità. Abbiamo un grande potenziale per le mani”. Se dovesse scegliere tra Vinitaly e ProWein? “La fiera di Verona continua ad avere la sua autorevolezza e non si discute. Così come ProWein. Sono due fiere che non devono viaggiare in contrapposizione, ma devono entrambe contribuire ad accrescere il “Made in Italy” nel mondo. Il Vinitaly è fortemente ancorata alle tradizioni, al territorio, al vino italiano. Ha qualche difficoltà operativa, ma ci sta. Il Prowein si fa in una parte del mondo più pragmatica e concreta come è la Germania, una fiera più organizzata, più tecnica, più trade, più d'incontro. Per questo non sono in antitesi. L'una non esclude l'altra. Vinitaly a Verona è odio e amore. Il caos e i disagi fanno parte del folklore di questa fiera. Ma vebe così e deve continuare così”.

“Io al ProWein ci vado da moltissimi anni e credo che ci sia un pubblico diverso dal Vinitaly – dice Matilde Poggi de Le Fraghe – Le faccio tutte e due. Prowein è più internazionale; Vinitaly, è quasi del tutto riservata al vino italiano. Per me possono coesistere, si rivolgono a due pubblici diversi. Vinitaly a Milano? Spero che non accada. La fiera di Verona ha un grandissimo fascino. Il suo trasferimento sarebbe una grave perdita per il mondo fieristico italiano”.

“Andiamo a Dusseldorf con lo spirito di ogni anno, ossia quello di promuovere i nostri prodotti e i nostri territori – dice Francesco Cambria di Cottanera – Non siamo in un nostro stand, ma all'interno di quello gestito dal nostro importatore, ormai da 15 anni. ProWein, e mi sento di dirlo con l'esperienza maturata, è diventata molto importante, sia come platea di visitatori, che come numeri e servizi. Ti consente di fare business. Incontri persone che non incontreresti al Vinitaly. Le due fiere non sono sovrapponibili. Io, però, preferisco il Vinitaly: una fiera italiana del vino italiano soprattutto per italiani. Il ProWein ti offre scenari di mercati diversi. Ma molti contatti che fai lì, li faresti anche a Verona”.

“Quest'anno non andremo al ProWein, per i troppi impegni che abbiamo avuto – dice Antonio Benanti – Di solito, però, privilegiamo il Vinitaly. La nostra azienda è presente in 48 mercati e devo dire che ho notato che alcuni operatori li troviamo solo al ProWein, una fiera molto ben organizzata. Con il Vinitaly abbiamo ideato l'esposizione dei vini del consorzio Etna Doc ed è stato un vero successo. Il Vinitaly a Milano? La fiera di Rho si presterebbe molto bene, ma non credo sia una scelta giusta lasciare Verona, anche per il contesto “romantico” che questa città è in grado di offrire. Per noi è un piacere andare a Verona, anche se è una fiera molto stancante. Forse sarebbe il caso di aprirla solo agli addetti ai lavori”.

“Il ProWein è una fiera che ci consente di incontrare i nostri partner sparsi nel mondo – dice Carmelo Bonetta di Baglio del Cristo di Campobello – che magari poi non verranno al Vinitaly. Noi saremo a Dusseldorf per far assaggiare le nostre nuove annate, sono quei momenti di incontro in cui speri di trovare nuovi accordi commerciali. Le fiere servono per avere visibilità, far conoscere i nuovi prodotti. E' insomma la fine di un percorso che facciamo ogni anno, gettiamo un seme e speriamo di raccogliere i frutti. Sono investimenti che le aziende devono fare. Se rimani a casa è difficile vedere come gira il mondo. Vinitaly e ProWein sono due cose un po' diverse: il Prowein è molto più raccolto. Al Vinitaly giochiamo in casa. Ci serve anche per incontrare i nostri agenti, gli appassionati, i ristoratori. Ma l'una non esclude l'altra. Sono tutte e due importanti”.

“Quest'anno abbiamo scelto di non andare al ProWein – dice Alessandro Dettori – Ho avuto troppi impegni con il Vinitaly per la nuova organizzazione di Vite. Il ProWein è molto meglio del Vinitaly, a me spiace dirlo. Tutti gli importatori di qualità vanno a Dusseldorf e non vengono al vinitaly. Ma la fiera di Verona comunque rimane la più grande e importante fiera a livello internazionale, sia come dimensioni che come numero di visitaori. Io spero sempre che possano migliorare i servizi, anche se sarà impossibile perché c'è un problema strutturale. Spostarla a Milano? Non penso che si risolverebbe il problema. E' che in Italia devi accontentare troppe persone, come sempre. Bisognerebbe farla fuori dai centri urbani, magari in una landa desolata. Al ProWein prendi la metro e la fermata è sotto la fiera: tutto è più facile e con il fatto che non sia la più grande del mondo, ha meno visitatori, ha una facilità logistica. Non ci metti di certo 90 minuti per uscire dal parcheggio”.

Al ProWein ci sarà anche il cosorzio del Soave. Nello spazio messo a disposizione dal Consorzio, i buyer potranno degustare la nuova annata del Soave che si preannuncia una delle migliori degli ultimi 10 anni. Nell’Enoteca Soave, ci saranno 70 etichette dei 31 produttori che espongono in fiera, illustrate da un personal sommelier che accompagnerà gli operatori alla scoperta dei vini, delle zone di produzione e dei cru. “La fiera di Dusseldorf apre un periodo di grande impegno sul fronte promozionale – dice Sandro Gini , presidente del Consorzio – fiere, masterclass in Italia e all’estero, conferenze internazionali e infine l’evento di maggio, che abbiamo chiamato Soave Stories, un contenitore che metterà in luce tutti gli aspetti che rendono questa denominazione unica nel panorama italiano”.

Gruppo Italiano Vini partecipa a ProWein fin dalle prime edizioni dell’evento. Questa fiera, inizialmente dedicata quasi esclusivamente al mercato tedesco, ha visto, anno dopo anno, crescere il numero di visitatori del trade dei principali paesi internazionali. “Il mercato tedesco rimane sempre un punto di riferimento ma la parte internazionale dell’evento è molto rilevante – dice Corrado Casoli – Il profilo altamente professionale dei visitatori della manifestazione è molto centrato e permette alle aziende di incontrare i propri importatori e di conoscerne dei nuovi. Una azienda, sia piccola sia grande, interessata all’export dei propri prodotti percepisce questa manifestazione come uno degli appuntamenti da non mancare”.