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Birra della settimana

Parlar di birre (italiane) a Bruxelles

17 Settembre 2017
Moeder_Lambic Moeder_Lambic


(Il Moeder Lambic a Bruxelles)

di Andrea Camaschella

Che il mondo delle birre artigianali italiane sia, in patria, in pieno fermento è piuttosto evidente: una legge definisce cosa sia la birra artigianale, alcune multinazionali stanno facendo la spesa in Italia, comprandosi birrifici, ovunque si vedono festival, feste, eventi piccoli e grandi che si pubblicizzano fregiandosi della presenza di birre artigianali.

L’Italia non è, però, un paese di tradizione birraria, il nostro movimento è recente, anche se agli addetti ai lavori pare passato un secolo, sono poco più di vent’anni che assistiamo al proliferare di birrifici. Eppure all’estero un certo interesse i nostri birrai lo stanno suscitando, soprattutto sui nuovi mercati, come il nord America, la Scandinavia, l’Asia, l’Australia assorbono parte delle migliori produzioni. Nei paesi invece di grande tradizione si fatica ancora un po’, anche se a Bruxelles, da un po’ di anni a questa parte, uno dei locali più importanti nel mondo birrario di nicchia, quello delle birre artigianali, prodotte da piccoli birrifici indipendenti, il Moeder Lambic, organizza un evento dedicato espressamente alle produzioni italiane. Dunque in Belgio, da un po’ di anni a questa parte la birra italiana è conosciuta, apprezzata e anche guardata con curiosità e come spunto per nuove produzioni.

Accanto alla scelta di birrifici e birre selezionate da Francesco Oppido, deus ex machina del Ranzani 13, locale di Bologna piuttosto rinomato per le sue pizze e la selezione delle birre, sabato 2 settembre si è tenuto un laboratorio dedicato ad altre birre, sempre e rigorosamente italiane e in bottiglia. E per me, poter parlare di birre italiane ai clienti del Moeder (beh, alcuni sono italiani che ora vivono a Bruxelles), in uno dei paesi di più grande tradizione birraria, è qualcosa senza prezzo.

Ho scelto di aprire con la Marèn del Birrificio Lariano, una birra alla frutta (amarene) da 5,4% Alc. con un passaggio in legno che esalta e sottolinea l’acidità lattica della frutta. Ottimo aperitivo, benché il fantastico equilibrio tra dolce e acido la renda sempre fresca e piacevole, mentre i suoi profumi fruttati, frutta rossa e ovviamente ciliegie, invitano alla bevuta, un sorso dopo l’altro. Un omaggio italiano al Belgio, visto che la Marèn prende ispirazione dal mondo – belga – delle birre a fermentazione spontanea e/o mista con l’aggiunta di frutta, tradizione qui sicuramente rispettata, ma non scimmiottata: è un percorso a sé, che porta a una birra elegante, ben pensata e soprattutto ben realizzata da Emanuele Longo, decisamente apprezzata anche dal pubblico belga.

Si continua con un’altra birra che trae ispirazione dal mondo belga, quello delle Saison, con la Piazza delle Erbe (4,9% Vol.) del birrificio Ofelia di Sovizzo (VI). La scelta di Andrea e Lisa (i fondatori di birra Ofelia) è stata quella di sottolineare le speziature e molti dei sapori delle più classiche Saison valloni, non con il lavoro del lievito, ma con la sapiente scelta di spezie, creando anche nuove e intriganti suggestioni. La mano (e un palato) molto gentile nel trovare un equilibrio delicato nonché complicato tra tutte le erbe, i fiori e quello che oggi caratterizza la Piazza delle Erbe, è stato decisamente apprezzato. Come sempre le persone sono rimaste inizialmente stupite dall’elenco delle spezie, che poi si ritrovano effettivamente nella bevuta o all’olfatto, ma sul subito cardamomo, anice stellato, camomilla, erba luisa, così come le pur semplici bucce d’arancia, lasciano sempre stupiti, soprattutto per l’equilibrio di sapori e sentori che in Ofelia hanno saputo raggiungere, lasciando ammirato chi la beve.

E ancora nella terza birra, la Primatia del pugliese Birranova, di Triggianello (BA), si ritrova l’ispirazione belga. Qui Donato (fondatore e mastro birraio di Birranova) ha guardato alla tradizione natalizia di casa sua, usando il cotto di fichi, tipico sapore del natale pugliese, partendo da una base di chiara ispirazione belga, una Dubbel da 9% Vol.. Calda e accogliente anche questa birra ha intrigato i partecipanti, con i sentori del mosto cotto di fichi ben amalgamati nei malti caramellati e più ricchi di sapori, su una struttura comunque semplice da bere, se si pensa all’alto tenore alcolico.

La storia più recente delle birre italiane passa per le birre che strizzano l’occhio al mondo vinicolo, le Italian Grape Ale. La storia delle Iga passa ovviamente per il birrificio Barley da Maracalagonis (CA) e da Nicola Perra il mastro birraio che ha immaginato e poi creato la BB10, la prima, indimenticabile birra anello di congiunzione con il mondo vinicolo. Della sua creazione con la sapa di Cannonau vi ho già raccontato qui e confermo ogni parola. Aggiungo solo lo sguardo sorpreso dei partecipanti, incuriositi dalla tipologia, avvolti dai sentori di questa birra ancor oggi unica, nel suo genere. L’ispirazione della birra base guarda al mondo anglosassone e la scelta della sapa, del mosto cotto (e stracotto) di uva, alla tradizione sarda, il mettere insieme il tutto… Nicola sottolineerebbe che è assolutamente sardo, ne sono certo, però anche un po’ belga lo è. Comunque resta sempre una birra, con sentori che possono ricordare un grande Cannonau, ma appunto la BB10 è una birra.

Da Imperial Stout da 10% a Russian Imperial Stout da 8,7%, questo il cambio di scenario in quel di Bruxelles per passare alla Piedi Neri di Croce di Malto da Trecate (NO). Una R.I.S. sui generis e molto territoriale, con castagne e (soprattutto) riso Venere di coltivazione locale. Calda e invitante, mai noiosa, secca il giusto, corpo bilanciato e una nota di vaniglia che parrebbe proprio arrivare dal riso. E la Piedi Neri non fallisce nemmeno questa volta: arriva dritta al cuore dei partecipanti. Il pubblico belga sull’alto tenore alcolico dà grande soddisfazione, non si scompone, in virtù del grande allenamento cui ogni giorno si sottopongono.

E se già non bastasse tutto questo ben di dio per vincere facile, la chiusura l’affido a Teo Musso e alla geniale Xyauyù, birra che a Piozzo (CN) in Baladin si produce cercando di ricreare il metodo Solera e quindi un’ossidazione estrema. Il risultato è incredibile, nel bicchiere un liquido scuro, denso e piatto propaga profumi che spaziano dal mondo del vino, dei Madera, degli Sherry, a quello delle birre e dei Barley Wine. Le note olfattive di frutta sotto spirito, frutta secca, brule e toffeee, e ancora frutta candita e disidratata spiazza definitivamente i partecipanti. L’Italia ha diritto di birra anche in Belgio e un posto di rilievo per giunta.

Rubrica a cura di Andrea Camaschella e Mauro Ricci
 

INDIRIZZI

Birrificio Lariano
via delle Pavigie, 6
Sirone (LC)
031 853663
www.birrificiolariano.com

Birrificio Ofelia
Viale dell'Artigianato, 22
Sovizzo (VI)
340 4002458
www.birraofelia.it

Birrificio Birranova
Via Lepanto, 11
Triggianello (BA)
080 4085000
www.birranova.it

Birrificio Barley
Via Colombo
Maracalagonis (CA)
070 789496
www.barley.it

Birrificio Croce di Malto
Corso Roma, 51/A
Trecate (NO)
0321 1856101
www.crocedimalto.it

Birrificio Baladin
Località Valle, 25
Piozzo (CN)
0173 778013
www.baladin.it