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La curiosità

Gioco di fine estate: 10 tessuti per 10 vini “Bolgheri è un cachemire, il Prosecco…”

26 Agosto 2014
moretti moretti


Antonio Moretti, non solo vino e moda. Ora anche pasta

Immaginate di tenere un bicchiere di vino con una mano, osservatene il colore, avvicinatelo al naso per sentirne i profumi, fate un sorso e ascoltate le vostre emozioni; con l’altra mano accarezzate un tessuto, che scivola tra le dite e sentitelo al tatto.

Per ogni vino riuscireste ad immaginare un pezzo di stoffa corrispondente alle percezioni sensoriali che avvertite bevendo? In altre parole, è possibile associare ad ogni vino un tipo di tessuto? Sembrerebbe un gioco e, in effetti, lo è. È ancora estate e un po’ di leggerezza diverte e stuzzica la fantasia. È con questo spirito che abbiamo proposto il nostro gioco. Ma a chi? Naturalmente non ad un personaggio qualsiasi. Ci siamo rivolti ad un esperto in materia, anzi nelle materie: moda, ovvero tessuti, e vino; ad uno quindi che i vini li produce e i tessuti li sceglie e li adopera per confezionare capi d’abbigliamento. Si tratta di Antonio Moretti, il manager toscano patron di Sette Ponti e altre tenute toscane e di Feudo Maccari, a Noto, nella Sicilia Sud Orientale.

Antonio Moretti sta al gioco. Cosa ne salta fuori? Ecco una decina, o quasi, di associazioni tra territori a vocazione vinicola e tessuti. La lista comprende poche zone, le più rappresentative secondo Moretti, e tessuti basici o quasi. Il catalogo è questo.


lana – Chianti

La lana è il Chianti. “Senza fare alcuna distinzione con il Chianti classico, direi Chianti in generale, perchè secondo me il mondo riconosce un solo Chianti. La pura lana lo rispecchia. Una grande territorio e una possibilità di avere una grande materia prima che senti subito sulla pelle. Verace e sincera. E molto versatile, identitaria. Una bandiera”.

La lana pettinata é il Barolo. “Potrei dire anche lana per il Barolo, ma per via di una maggiore eleganza, direi una lana pettinata, delicata e di sostanza. Senza mai uscire sopra le righe esprime al meglio la mentalità piemontese di questo grandissimo territorio. Eleganza e longevità”.


lino – grappoli di Nero d'Avola

Il lino è la Sicilia. “Non ci sono dubbi. La Sicilia del vino è un lino puro a tutto tondo, un tessuto che vedi e senti tra le mani. Ne cogli la trama, la materia prima. Possiede quella leggera, elegante e raffinata rusticità che rivedo molto nel territorio siciliano e nel Nero d’Avola in particolare che poi è il vitigno principe. In questo vino, che può piacere o meno, trovi corpo e sostanza, struttura, ricchezza, profumi. Lo vedi già nel bicchiere. Basta berne un sorso per cogliere immediatamente l'identità di un territorio complesso e per certo versi estremo”.

La seta è la Sicilia sud orientale. “Un tessuto scattante, leggero, sottile, come un Syrah, vino di struttura non grassa, filiforme e di grande nobiltà. Anche questa volta, per la seta, immagino la Sicilia, ma in particolare la zona sud orientale, attraversata dal caldo africano che nulla toglie alla raffinata eleganza dei vini. In essi puoi immaginare il tocco esotico che questo tessuto regala”.

Il cachemire è Bolgheri. “Nessun dubbio. Al cashmere, pregiatissima fibra sottile calda e setosa, associo i vini morbidi del Bolgheri, zona di vitigni bordolesi quali il Cabernet franc, il Cabernet Sauvignon, il Merlot e il Petit Verdot. Il cashmere è un tessuto di grande qualità così come i vini di Bolgheri, che si caratterizzano per una corposità che non incede. Di grande piacevolezza, donano sensazioni soffici e calde”.


tweed – Maremma

Il tweed è la Maremma. “Un tessuto di lana storico, originario della Scozia, scimmiottato in Italia. Lo assocerei ad un Morellino di Scansano con cui si identifica la Maremma Toscana. Un vino versatile, che ben si adatta ad un tessuto simpatico, carino. Ma non una gran roba. Insomma per intenderci, in una scala di valori compresi tra 1 e 100, il tweed vale 10”.

Il cotone è l'Alto Adige. “Al cotone assocerei un buon vino bianco, fresco ed estivo, del Nord, dell’Alto Adige. Penso a Terlano, a quei terreni che si caratterizzano per l’elevato contenuto di minerali. Un classico che non passa mai di moda, di piacevole freschezza”.

La flanella è il Brunello di Montalcino. “ Alla flanella starebbe bene un vino del nord. Immagino una flanella cardata, un filato leggero, morbido, dalla personalità decisa e leggermente rustico, un po’ come il Brunello di Montalcino, un vino dal profumo intenso e persistente in cui si riconoscono sempre sentori di sottobosco”.


taffetà – grappolo di Amarone

Il taffetà è l'Amarone della Valpolicella. “Se penso ad un tessuto come il taffetà, mi viene in mente un Amarone della Valpolicella, nel veronese. Dolce, se volete frivolo anche, piacente, ma non di carattere. Sì, per un pezzo di stoffa come il taffetà, l’Amarone sta bene. Come una notte d'amore a metà…un po' incompiuta”.

Il blend di tessuti è lo Champagne. “Un discorso a parte merita lo champagne a cui non si può associare un solo tessuto. Lo champagne è più che altro un blend di tessuti pregiati. Esprime fascino e si può legare ad una conquista, ad un corteggiamento ad un evento da celebrare. Ora prevale la seta, ora la lana, ora il cashmere. Il più complesso di tutti. Inarrivabile”.

Poi Moretti rimugina. “Ah…c'è il Prosecco ma con tutta la mia buona volontà, non saprei cosa abbinare…forse una gazzosa”, dice pungente. E il catalogo finisce qui.

Francesca Landolina