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La curiosità

Audi Q3 e otto vini: un ardito abbinamento

28 Ottobre 2011
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di Giovanni Paternò e Massimiliano Montes

Sembra un conto alla rovescia: Q7, Q5….Q3, è nato il piccolo SUV di Audi, che è stato presentato a Palermo dalla concessionaria Audi Zentrum. L’abbiamo provata brevemente e visto che Cronachedigusto normalmente si occupa di vino e altre leccornie abbiamo immaginato un’ardita novità: abbinare l’auto e le sue caratteristiche ai vini, ogni aspetto un vino e vediamo cosa viene fuori.

ESTERNO e INTERNO. Il family feeling con la Q5 è quasi assoluto: molto difficile distinguere le due, solo piccoli particolari permettono ad un occhio esercitato ed attento di individuare il modello. Le dimensioni sono più piccole specie in lunghezza: 4,39 x 1,83 x 1,61 che la rendono un’auto facilmente parcheggiabile. L’interno denota ottime finiture e materiali di qualità. Cruscotto leggibile, comandi a portata di mano e specialmente un comodissimo posto di guida, per la giusta anatomia del sedile e per la posizione non troppo rialzata. Purtroppo inutilizzabile il bracciolo centrale in quanto troppo in basso. Anche dietro si sta comodi con abbastanza spazio per le gambe e per la testa. Il bagagliaio è nella media e sotto il fondo un pratico vano a scompartimenti. Tradizionale, familiare e piacevole.
  
Solacium Moscato di Siracusa D.o.c. – Pupillo. Il  recupero delle tradizioni. Da un vitigno autoctono che risale ai tempi della Magna Grecia, un grande Moscato che ci ricorda il dopo pasto domenicale. 
  
MOTORE. Il modello provato è motorizzato col diesel 2.0 TDI da 177 Cv, sicuramente quello più adatto alle caratteristiche della vettura. Un motore che unito ad un’ottima insonorizzazione è silenzioso ad ogni regime, pronto alle accelerazioni anche le più violente, tranquillo ed elastico se si viaggia con le marce alte e un filo di gas. I consumi dichiarati dalla casa sono da primato per il tipo di auto: 6,2/4,7/5,2 rispettivamente nel ciclo urbano/extraurbano/misto. Pieno,  brillante e dolce.
  
Aleatico Passito – Massa Vecchia. Uve rosse appassite sui graticci. Morbido, avvolgente, intrigante: forse il principe dei vini dolci rossi.
  
FRENI. Un pedale dalla giusta consistenza permette di dosare al meglio la frenata, che la perfetta assistenza dell’elettronica e le dimensioni dell’impianto  rendono efficace e sicura. Persistente e potente.
  
Primitivo di Manduria Es 2009 – Gianfranco Fino. La rivelazione degli ultimi anni, anche se frutto di una sperimentazione decennale. 16° alcolici di struttura e raffinatezza.
  
CAMBIO. Il modello è dotato di serie dell’eccellente cambio automatico S-tronic a 7 rapporti e doppia frizione. L’elettronica gestisce al meglio il dispositivo e le 7 marce permettono ad un motore diesel prestazioni di rilievo e consumi contenuti. Praticamente si cambia con l’acceleratore: premendolo dolcemente a meno di 1500 giri si passa alla marcia superiore, aumentando la pressione aumentano i giri della cambiata e se si affonda velocemente il cambio seleziona la marcia più bassa possibile permettendo accelerazioni brutali. Anche nelle discese il funzionamento è ottimale e viene selezionata una marcia che permetta un buon freno motore. La doppia frizione consente innesti rapidi e senza alcuna percezione della cambiata. E’ possibile selezionare manualmente e velocemente le varie marce e a questo punto la guida diventa sportiva. Ottima la possibilità di vedere sul cruscotto la marcia innestata sia in manuale che in automatico. Eccellente, inebriante e coinvolgente.
  
Champagne Krug Clos du Mesnil 1998.  Poche parole. Lo champagne giusto per l’occasione giusta.
  
PRESTAZIONI. La trazione integrale permanente con ripartitore e frizione Haldex distribuisce la coppia motrice sull’assale con maggior aderenza per marciare in sicurezza anche in condizioni precarie di aderenza. La tenuta di strada è sicura e l’assetto è abbastanza neutro, col retrotreno che segue fedelmente la traiettoria impostata; anche accelerando bruscamente all’uscita dei tornanti non si verificano fastidiosi fenomeni di sottosterzo. Motore, freni, assetto e specialmente il cambio rendono la guida piacevole e disinvolta anche ad andature allegre. Peccato che lo sterzo sia poco pronto penalizzando un poco la guida sportiva, che l’auto nonostante sia un SUV da quasi 1700 Kg permetterebbe. Appagante, intenso ed ampio.
  
Barolo Monfortino Riserva 1997 – Giacomo Conterno. Considerato, a ragione, un esempio di equilibrio tra potenza ed eleganza. Uno dei migliori vini italiani in un annata perfetta, pronta da bere.
  
CONFORT. L’assetto delle sospensioni è un buon compromesso tra il rigido e il morbido. La comodità dei sedili, la silenziosità del motore e il buon assorbimento delle asperità del manto permettono di viaggiare confortevolmente. Di contro le sospensioni sono purtroppo rumorose. Mediamente morbido e rilassante.
   
Marsala Superiore 1986 De Bartoli. Dolce ma non troppo. Rilassante vino da meditazione.
  
COSTI. Il prezzo del modello provato parte da 38.200 euro, quindi nella fascia alta della concorrenza. Però la chilometrica lista di accessori può farlo lievitare e di molto. Assolutamente da scegliere i comandi cambio al volante, se non si vuole stare con la mano perennemente sulla leva nella guida sportiveggiante in manuale. Si paga il marchio e la qualità.
  
Brunello di Montalcino Riserva Biondi Santi – Il Greppo 1997.  Il nome costa, e quello di Biondi Santi, “inventore” del Brunello, costa ancora di più. La qualità della sua Riserva 1997 si può definire con una sola parola: un sogno.
  
GIUDIZIO COMPLESSIVO.Un’ottima macchina per chi desidera viaggiare anche velocemente senza dare nell’occhio ma con classe e sicurezza pur percorrendo strade sterrate e fondi a scarsa aderenza. Equilibrato.
  
Le Pergole Torte 1998 – Montevertine. Equilibrato è la parola giusta per descrivere questo vino. Classico dei classici, questo Sangiovese rappresenta il fiore all’occhiello della produzione toscana. L’annata 1987 è stata servita nel novembre 1994 alla cena dei G7 a Caserta. L’annata 1995 è stata servita alla cena del Quirinale del 16 ottobre 2000 in onore della Regina Elisabetta d’Inghilterra.
Il 1998, grandissima annata, in perfetta fase evolutiva, è pronto per essere bevuto oggi sulle nostre tavole.