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La degustazione

Il Timorasso e Walter Massa: se il vino è l’equilibrio sopra la follia

22 Ottobre 2014
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Il racconto della degustazione che si è tenuta a Taormina Gourmet

A Taormina Gourmet, nella sala Giardino dell’hotel Diodoro, la degustazione di Walter Massa ha avuto tutto il sapore di una lectio magristralis. 

Eclettico e geniale, Walter Massa inizia citando Erasmo da Rotterdam Il vino è il riflesso della mente” e nella mente di Massa, c’è un idea ben precisa di vino: “la qualità dell’uva, il buon senso e il tempo”, sono questi i tre ingredienti fondamentali che caratterizzano secondo lui un buon prodotto.

In degustazione, sei annate di Timorasso, che Massa produce in diversi vigneti delle colline tortonesi in quel Piemonte recentemente colpito dalle alluvioni. Vitigno autoctono a bacca bianca, il Timorasso è un uva difficile che esige molta cura, una cura tale che lo zio di Massa ne aveva scoraggiato la  coltivazione: “ Walter, non lo piantare! Se si è perso un motivo c’è”, cita il produttore, consiglio per fortuna da lui non accolto, sicuro di trovarsi di fronte alla più buona uva del mondo. Già nel 1350, del resto Pier De Crescenzi definiva i vini bianchi del tortonese, gioielli della viticoltura italiana, dallo splendido futuro. Dopo anni di oblio, il futuro di quest’uva oggi è stato a pieno titolo garantito da Massa, tanto che si conferma il più grande produttore di Timorasso, in grado di dettare le linee guida di un modo rivoluzionario di produrre, orientato alla sensibilità e al rispetto della natura.

 Dai vigneti, dislocati nelle zone più vocate e dalle diverse caratteristiche pedoclimatiche, origina quattro etichette (per cogliere in ogni bottiglia di Timorasso, le sue diverse sfumature). Nella batteria proposta in degustazione, due etichette base: Derthona 2006 e 2010 e tre Cru : Costa del Vento 2006, 2005, 1997 e Sterpi 2005. Seppure  di annate poco giovani tutti i vini selezionati hanno presentato un unico comune denominatore, grande freschezza e mineralità al palato persino nel Cru di annata più vecchia. Il Costa del Vento 1997 (che nonostante l’età ha sorpreso per il vigore e il tenore di acidità per poi lasciare percepire un retrogusto pieno, complesso, persistente). Il trionfo di profumi terziari, un altro elemento caratterizzante: pietra focaia, smalti, idrocarburi ma anche note aromatiche più morbide. 

Nel confronto tra i due Cru della stessa annata (Costa del Vento e Sterpi 2005), il Costa del Vento sembra uscire vittorioso con i suoi aromi meno pungenti, un colore più intenso e un perfetto equilibrio tattile- gustativo. Il Timorasso è un uva che non ha aromaticità propria ma l’acquista grazie all’invecchiamento e dopotutto Massa tiene a precisare che “senza aspettare non si possono fare grandi cose“. In una sala attenta e divertita, grazie alle indubbie qualità di comunicatore oltre che produttore, Massa ha sottolineato, la necessità di tornare alle radici e a principi etici di produzione. “E’ un dovere per noi produttori, leggere la natura e portarvela nel bicchiere. Il vino non è chimica, la Chimica mi fa schifo. Il vino è una materia umanistica ed è meglio seguire un corso di filosofia che enologia. Senza Filosofia il vino non ha anima”. Per poi concludere, citando Vasco Rossi: “il vino è un equilibrio sopra la follia, grazie per la follia di avermi ascoltato“.

Dalila Salonia