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La degustazione

“L’eccellenza è un’abitudine”. La conferma dalle otto annate del binomio Lunelli-Ferrari a Taormina Gourmet

23 Ottobre 2014
ferrari ferrari

Si annunziava come una delle più interessanti verticali dell’evento. Non è stata così, è stata molto molto di più.

Senz’altro diversa nella concezione, un vero saltabeccare da un’etichetta all’altra, con due tipologie millesimate di Perlé, il Blanc de Blanc (tradotto vuol dire da sole uve Chardonnay) e il Rosé (in cui entra una parte di Pinot) entrambi di due vendemmie diverse, poi altre due annate del Ferrari Riserva Lunelli, il Trentodoc di straordinaria struttura e tra i più rappresentativi della ultracentenaria tradizione della Casa. Per finire con il must del catalogo, il pluripremiato Doc Giulio Ferrari Riserva del Fondatore (annate 2002 e 1996), altra Doc capace di confondersi, nei concorsi mondiali, con i più celebrati Champagne transalpini, e ottenuto da sole uve Chardonnay, espressione del Maso Pianizza, uno straordinario vigneto ad oltre 500 metri di altitudine e interamente circondato da boschi secolari.

Molto di più e di diverso di una verticale dunque, un format  che lascia  godere e capire non solo  le singolarità di ogni etichetta,  l'andamento, e l'influenza, degli effetti climatici di un'annata, rispetto ad un'altra, ma la  vera  anima del vino. Perché i Lunelli per fermentare i  loro gioielli, assieme ai lieviti aggiungono la loro filosofia. Che non è la “banale” passione di cui tutti si vantano, ma un precetto a rispettare  due disciplinari:  il primo è il Trentodoc, di cui producono oltre il 70 per dell’intero consorzio, l’altro è un decalogo che chiamano la  “Carta dei valori”, alla  cui prima voce  hanno posto, un aristotelico e altisonante comandamento: “L'eccellenza non è un atto, ma un'abitudine”.
E poi vanno giù duro con una rigida ed insieme elastica serie di accorgimenti  che porta loro “a coniugare  quell’eccellenza  da sempre il principio ispiratore di ogni scelta in casa Ferrari”.


Daniele Cernilli e Camilla Lunelli

Lo ha raccontato, “pungolata” da Daniele Cernilli, Camilla Lunelli una dei quattro cugini che da quaranta mesi hanno in mano l’eredità, e le redini, dell’azienda ed appena entrati hanno portato una ventata di novità che sta tutta nel modo nuovo di presentarsi, di fare comunicazione di trattare e tenere in pugno le  bizzarria dei mercati, di promuovere ed esaltare le perle di quella loro collana di marchi, vedi “Acqua Sorgiva”, Grappa Sagnana” “Tenute Lunelli”, Locanda Margon, tutte vero orgoglio del “Made in Italy”. A cui si dovrebbe aggiungere l’altra perla che la storia, ancora, all’Italia non riconosce. Quella di aver gettato le basi della spumantistica mondiale, se è autentico quel documento di Francesco Scacchi in cui si parla di una produzione spumantistica cinque decenni ancor prima di Dom Pérignon.  

Ma veniamo ai vini coprotagonisti assieme alla storia, e ai racconti, dell’evento.

Perlé 2007 Il più espressivo dello stile Ferrari. Lo anticipa il colore e il naso lo conferma con un bouquet denso ed eccitante. Spiccano bergamotto mela e limone e persino la crema pasticcera. Cremoso in bocca grazie a delle bollicine delicate e segnate da un’agrumata freschezza.

Perlé 2000  Colore giallo paglierino intenso e perlage finissimo, sottile, persistente. Polpa gialla al naso ma anche fiori di campo  e tenue note minerali. In bocca piacevolmente morbido. Lunghissimo con un finale di nocciola e crosta di pane.

Perlé Rosé 2008. Color rosa antico. Notevole al naso la sua complessità. Sensuale al palato con le sue sensazioni sapidamente carezzevoli. Un finale freschissimo che lo rende di una grande personalità e di una irresistibile bevuta.

Perlé Rosé 2001 Spuma ricca e continua. Naso intrigante con sensazioni di lampone e fragolina di bosco. In seconda battuta compare anche la crosta di pane. In bocca è morbido con un fascino misterioso quasi indefinibile. Che lo rendono unico e inimitabile. Lo si ricorderà per il suo ossimoro di leggerezza-pienezza.

Riserva Lunelli 2006 Una riserva “insolita”. Protagonista il legno. Ma per fornire “un esempio di un suo sapiente utilizzo”. Passano in secondo piano le pur eccellenti sensazioni sia al naso che in bocca, della sua suadenza, mineralità e succosità. 

Riserva Lunelli 2004 Colore giallo paglierino intenso con riflessi dorati ed un perlage fine e persistente. Energico, complesso, fine al naso, con note di mela renetta matura, prugna bianca, lampone e frutta secca e poi spezie, note di pan di Spagna e crema pasticcera. In bocca è secco, caldo, morbido, fresco e abbastanza sapido. Con una lunga persistenza gustativa e ritorni agrumati e di frutta secca..

Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2002.  Giallo paglierino brillante con rilessi dorati. Vigoroso e complesso, un bouquet etereo di rara intensità. In bocca  elegante ed armonico, di corpo vellutato e composito con fragranze di vaniglia, miele di acacia, fieno maturo che ben si accostano a note floreali, tutte componenti che conferiscono un impatto nobile e di notevole persistenza.

Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 1996  Finissimo perlage. Colore coerente con l’età. Naso ampio, ha la stessa ”eleganza di chi lo vinifica”. Ampio anche in bocca. Con note di pan brioche miele, agrumi e un accenno floreale. In bocca “regala” piacevolmente una nota di nervosismo o meglio di “nervosità”. E fa fatica a lasciarti tanta è la sua persistenza. Una chiusura col botto.

Stefano Gurrera