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La degustazione

A Castello d’Albola l’unicità di un terroir. E un Chianti Classico che sorprende ed emoziona

30 Ottobre 2014
castello_dalbola castello_dalbola

di Francesco Pensovecchio

Avrei voluto esserci, scrutarlo, leggere i suoi pensieri, partecipare alla visione. 

Precisamente, nell’esatto momento in cui Gianni Zonin ha gettato per la prima volta lo sguardo a Pian d’Albola, un possedimento presso Radda in Chianti del Principe Ginolo Ginori Conti, e prima degli Acciaiuoli, dei Samminiati e de’ Pazzi. Trattasi di una tenuta di 900 ettari di cui 100 a vigneto con tanto di castello del XII secolo. Attraverso un breve racconto, si intuisce comunque una grande emozione. Racconta: “… La 127 rossa sbuffava su per le salite. Dissi: Fermi. Era Pian d’Albola. Un colpo di fulmine. Il mediatore insisteva perché vedessi altre tenute. Acquietai l’esuberanza del mio “Virgilio”. “Devo rientrare in Veneto, ma fissi l’appuntamento col Principe per sabato: la compro”. Era un freddo febbraio del ’79”.

Pian d’Albola, come detto presso il comune di Radda in Chianti, è in una zona compresa tra Firenze e Siena, una terra antica – non sempre pacifica – coltivata di romani e prima dagli etruschi a vite e olivo. Tra Firenze e Siena non mancano fortificazioni, castelli, borghi con alte mura. Albola era giusto l’ultima roccaforte di Firenze, poi la rivale. Quando la ragione rimosse le diversità, i castelli si trasformarono in ville e residenze sontuose.  


Alessandro Gallo tra i vigneti di Castello d’Albola lo scorso febbraio

Radda è oggi una delle sette capitali del “Chianti Classico”, insieme a Castellina, Gaiole e Greve. Microclima, vitigno e terroir realizzano una combinazione straordinaria che permette di produrre vini unici tra i più desiderati al mondo. Alessandro Gallo è l’enologo della tenuta. Ed è a Taormina Gourmet. Una delle oltre venti verticali protgoniste dell’evento by cronachedigusto.it è dedicata a questo gioiello enologico che proviene dal cuore della Toscana. Gallo, piemontese ormai toscano d’adozione, racconta del vigneto, del vino, dei suoi profumi con quel trasporto e quella sorpresa tipica di chi è testimone di una nuova magia ogni mattina. Ma anche della difficoltà di scegliere tra vigneti diversi, la giusta composizione anno dopo anno. Quindi non un Single Vineyard, ma una selezione svolta su circa 100 ettari che, anno dopo anno, ripropone fedelmente un territorio.

Il Chianti Classico Riserva si ottiene da uve sangiovese e una minima quota di non più del 5% di canaiolo. La fermentazione dura circa 3 settimane. Completata la fermentazione malolattica, il vino affina in fusti di rovere per circa 20 mesi: il 10% del vino riposa in barrique, il 90% in botti tradizionali di rovere di Slavonia. Segue un affinamento di 12 mesi in contenitori di acciaio inox e di ulteriori sei mesi in bottiglia.

Ecco la cronaca della degustazione

Chianti Classico Riserva 2011
E’ un vino di singolare trama, tannini rotondi, morbidezza alcolica, elegante freschezza e sapidità. Naso fine ed energico. Frutti di bosco, ciliegia e viola. L’impronta del legno è ancora chiara. In bocca è deciso, teso, persistente.

Chianti Classico Riserva 2009
Splendida espressione dall’annata 2009. Il colore è rosso rubino intenso. Bouquet ricco con sentori floreali, di frutta matura, tra cui mirtillo nero. In bocca ha nerbo, struttura. Ancora giovanissimo, dimostra una notevole personalità.

Chianti Classico Riserva 2007
Alla vista è limpido, di colore rosso rubino deciso. Naso fine, intenso, complesso. Bacche rosse e nere, spezie, fiori secchi. In bocca è elegante, equilibrato, i tannini ricchi e morbidi. La lenta evoluzione lo muove verso espressioni nobili.

Chianti Classico Riserva 2006
Colore rosso rubino con qualche riflesso granato. Naso complesso, intenso, viola con note di spezie e di frutta matura. In bocca è fine, equilibrato e di bella struttura, si nota l’eccellente opera dell’affinamento.

Chianti Classico Riserva 2004
Colore rosso rubino con qualche riflesso granato. Naso paziente, quasi lento, non immediatamente disponibile. Si aprirà con sorpresa solo al termine del laboratorio. Naso complesso, vivo, viola e confettura di ciliegia, bosso, menta selvatica. In bocca è fine, equilibrato e di elegante struttura. Bella armonia tra tannini e acidità. Finale al cacao con fresche note di cedro. Lunga persistenza aromatica.