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La degustazione

Capezzana anima del Carmignano: nella verticale salto indietro nel tempo al 1931

02 Dicembre 2021
La_cantina_delle_rarit La_cantina_delle_rarit

di Marco Sciarrini

Quando si parla dei vini della Toscana il primo pensiero è quello che riporta a denominazioni che negli ultimi trenta anni hanno avuto molta visibilità in Italia e nel mondo.

Non molti sanno però che una delle zone vitivinicole più antiche della Toscana è Carmignano. Ed è per questo che abbiamo partecipato a una interessante visita alla Tenuta di Capezzana, che dalle colline che sovrastano Prato rivolge “il guardo” a Firenze, con la sua antica storia e la longevità dei suoi vini. Con una degustazione che parte dal 1931. Sì, avete letto bene: un vino dalla venerabile età di novanta anni. A Carmignano la vite si coltivava già in epoca preromana, circa 3.000 anni fa, come attestano i reperti archeologici di epoca Etrusca che dimostrano la presenza della vite e del vino. Altre testimonianze le possiamo trovare a Firenze nell’archivio di stato una pergamena dell’804, un contratto di affitto, che conferma che nel piccolo borgo tra Firenze e Prato, il vino era di casa. Nel 1716 il Granduca di Toscana con Cosimo III dei Medici emanò un bando con il quale determinava le modalità di produzione e i confini del “vino Carmignano”, un antesignano del nostro Comitato Vini che determina le attuali denominazioni di origine, determinando il costo di questo vino sette volte più caro degli altri. La famiglia Contini Bonacossi entra in azienda nel 1920 ed oggi Capezzana è gestita da una collaborazione tra la quarta e la quinta generazione. Beatrice è la responsabile commerciale, affiancata dalla sorella Benedetta la winemaker e dal fratello Filippo responsabile della produzione di olio e della parte finanziaria. La quinta generazione ha già iniziato a seguire la tradizione della famiglia e oggi lavorano in azienda Serena, responsabile dell’ospitalità e delle pubbliche relazioni e Gaddo, responsabile delle campagne.

(La cantina delle rarità)

La piccola Docg Carmignano è fuori dalla zona dei toscani più famosi, ma la conformazione dei suoli complessi e caotici, originati da frane sottomarine con sabbia, ghiaia, argille verdi e gialle, galestro si alternano all’interno della proprietà, rendendole uniche nel panorama territoriale toscano. Le brezze marine non lontane e l’influenza delle montagne alle spalle, favoriscono escursioni termiche benefiche alla vite. La Tenuta di Capezzana, suddivisa in 3 fattorie e più di 120 poderi, si estende per circa 650 ettari, dei quali 80 ettari a vigneti e 140 uliveti. Il clima è ideale grazie alla presenza degli Appennini che rinfrescano l’aria soprattutto d’estate. L’estensione e la parte boschiva aiuta la biodiversità da cui i vigneti traggono beneficio. Dal 2015 l’azienda è certificata bio. La passione della famiglia per il collezionismo ha fatto sì che oggi Capezzana possa vantare una raccolta di annate storiche a partire dal 1925. E a riprova di questo, hanno preparato una verticale con cinque annate che hanno ripercorso un tempo pari a 80 anni, dal 1931 al 2011, dimostrando come quasi un secolo di vita abbia fatto arrivare un millesimo del 1931 in condizioni accettabili. Le annate degustate sono state la 1931, la 1968, la 1981, la 1998 la 2011. Una degustazione unica che dimostra come Capezzana possa essere citata come esempio dell’enologia toscana, avendo mantenuto nel tempo la stessa filosofia produttiva nonostante in questi cento anni, e non sentirli, ripercorsi a ritroso siano cambiati, a cominciare dall’enologo Gattamorta, dalla quantità di uva raccolta, le rese, le tecniche di vendemmia, le maturazioni, e non da ultimo le tecnologie.

(La verticale)

La degustazione è stata condotta da Filippo e Serena Contini Bonacossi, dall’export manager Pier Paolo Guerra e da Carol Agostini di FoodandWineAngels che ha organizzato la visita.

Villa di Capezzana 1931

(Sangiovese 70%, 10% Cabernet Sauvignon, 10%Canaiolo, 10% altre varietà autoctone). La storia delle bottiglie di quel periodo è particolare. Infatti durante la guerra la villa divenne il quartier generale dei tedeschi e, come avvenuto anche per le opere d’arte, ciò che trovavano ne facevano razzia. I proprietari però sapendo questo prima dell’arrivo murarono una parte della cantina, ricreando addirittura l’umidità delle pareti con il muschio, segnale di ingegno non solo enologico. Le bottiglie sono poi state reimbottigliate nel 1966. Nel 1931 si era in regime di mezzadria. All’epoca l’enologo era un certo Gattamorta. Il passaggio in legno poteva durare anche tre anni. Era già un vino per “viaggiare nel tempo”. Il colore è granato chiaro vivo anche se ambrato, al naso le sensazioni si alternano con il roteare del calice: liquirizia, pellame, curcuma, humus, sensazioni balsamiche, che aumentano di intensità col passare del tempo. Al palato sorprendente la presenza di acidità ancora viva con parte iodata e salmastra di alghe umami. Ritorna l’acidità in finale di bocca ed una incredibile lunghezza. C’è una evoluzione di ritorno con note agrumate di bergamotto.

Villa di Capezzana 1968
Sangiovese 70% Cabernet Sauvignon 10%, Canaiolo 10% altre varietà autoctone 10%. Anche nel 1968 si è in periodo di mezzadria. Vinificato insieme in grossi tini dove con il gesso si segnavano le percentuali di ogni contadino. È l’ultima versione del vino Chianti Montalbano che dal 1969 diventa Carmignano. Bottiglie numerate, questa è la numero 81. Colore granato. Al naso caffè, sensazioni balsamiche mentolate, miele di castagno, nocciole, melissa, carruba, cacao, umami e parte ematica; al palato sorso pieno con una tannicità ancora elegante, bella freschezza che porta ad una incredibile lunghezza sulle note speziate e balsamiche.

Carmignano Villa di Capezzana 1981
Grande annata a Carmignano con un clima favorevole ed un andamento stagionale, nel 2010 è stato cambiato il tappo. Il colore è granato, ma molto limpido. Al naso complesso con spezie dolci, incenso, pepe nero, tabacco, caffè, curcuma, erbe officinali e accenni di humus, cuoio, sensazioni balsamiche di eucalipto. Al palato grande freschezza con tannini ancora vibranti che donano dinamica ancora al vino, emergono sensazioni di glicine, viola, arancia sanguinella, buona la progressione con una sapidità che emerge sul finale ancora lungo.

Carmignano Docg Villa di Capezzana1998
L’annata vede tra le varietà autoctone inserite anche la presenza del cabernet sauvignon. Andamento stagionale con estate eccezionalmente calda che ha anticipato di almeno 15 giorni la maturazione. Accenni granati, al naso spezie pepe verde, cioccolato, menta, parte erbacea di viola, rabarbaro e china, frutta in confettura; al palato acidità presente e viva con tannino vellutato, grande estratto che gli consente di essere ancora giovane, emergono sensazioni mentolate e floreali di viola e liquirizia dolce chiude con grafite in un finale lungo e persistente.

Dieci Anni Villa di Capezzana 2011
Il progetto dieci anni nasce nel 2016 con l’intento di far uscire prodotti con dieci anni d’età, per far capire alla clientela la capacità di evoluzione di questo vino. Prodotte 4.000 bottiglie. Vendemmia molto difficile e particolare, estate che da fresca fino ad agosto si è trasformata in tropicale, con temperature diurne vicine a 40° e notturne poco inferiori ai 30°. Affinamento di 12 mesi in tonneaux prima di ffinare in bottiglia. Il colore è porpora scuro, al naso notevole la parte balsamica mentolata e di macchia mediterranea mirto e rosmarino, con note frutti di bosco mora e frutta rossa; al palato sorso pieno, con un tannino già integrato e nobile, lungo finale su note balsamiche e fruttate.

Tenuta Capezzana
Via Capezzana, 100 – Carmignano (Prato)
T. 055 8706005
www.capezzana.it