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La degustazione

Dal Trentino alla Sicilia per amore del Frappato: “Santa Tresa adesso è casa nostra”

04 Maggio 2021
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di Marco Sciarrini

La parte meridionale della Sicilia evoca luoghi pieni di storia, di influenze e contaminazioni che dal mare, circondata su tre lati, si sono susseguite nel tempo, sia per le frequentazioni di popolazioni mediterranee che hanno reso questa terra luogo di incontro di culture, sia da un punto di vista geologico, essendo una costola del nord dell’Africa staccatasi milioni di anni fa.

Il territorio che oggi approfondiremo è quello che si trova tra i fiumi Ippari e Dirillo nella zona di Vittoria, nel ragusano, dove molti dicono si trovi la Sicilia più autentica, e dove la terra rossa riesce a donare frutti unici. E in questo eden in terra sicula incontriamo una proprietà, quella di Santa Tresa dove di certo non penseremmo mai di trovare produttori non siciliani, ma imprenditori trentini, Stefano e Marina Girelli da tre generazioni nel mondo del vino, che hanno spostato il loro interesse enoico vendendo la storica azienda di famiglia al Nord per fare vini biologici nel profondo sud. L’incontro ha visto fare un focus questa volta su uno dei vitigni storici di questo territorio, il Frappato in due delle sue espressioni. Nel 2001 Stefano e Marina acquistano la tenuta e iniziano un progetto di riqualificazione dell’intera azienda, uno sforzo imprenditoriale ed enologico enorme, guidato dalla tenacia propria del popolo trentino, un progetto imprenditoriale dedicato al vino nel segno della sostenibilità e della scelta biologica in vigna e in cantina come metodo di lavoro e in uno stile di vita, nel rispetto del territorio. Successivamente, nel 2016 acquistano un’altra piccola azienda Cortese di 14 ettari, che vanno a sommarsi a quelli di Santa Tresa, per avere una superfice totale vitata di 39 ettari. Tra i vitigni presenti nell’azienda, Nero d’Avola, Frappato, e Grillo, anche il Viognier vero “intruso” tra gli autoctoni, ma che ha trovato terreno fertile in zona.

Le origini del Feudo di Santa Tresa risalgono alla fine del XVII secolo, probabilmente al 1697, come testimonia una pietra incisa con tale data sulla vecchia struttura, la contrada infatti, fu dedicata a Santa Teresa, divenuta nel tempo Santa Tresa per la trascrizione del dialetto parlato che contrae Teresa in Tresa, alla fine del XVII secolo. Si narra che durante un periodo di forte siccità, un monaco alla ricerca d’acqua trovò una piccola statua di Santa Teresa, decise allora di scavare proprio in quel punto trovando così una sorgente che divenne fonte indispensabile anche per tutte le contrade limitrofe. Quel pozzo esiste ancora oggi ed è situato al confine settentrionale della tenuta. Il simbolo scelto per il brand, risale alla tradizione medievale e rappresenta Sole e Oro. L’Azienda si trova a 240 metri sul livello del mare, i terreni, caratteristici per il loro colore rosso, sono costituiti da un primo strato rosso sabbioso (circa 50-60 centimetri) è ricco di minerali, con un Ph alcalino e una buona permeabilità, dopo 1-2 metri si trova della roccia calcarea originata da depositi di sabbie e limi di vecchi fondali marini, una roccia “fragile” dove le radici riescono ancora a penetrare. Il mosso sottostante trattiene l’umidità ed è caratterizzato da un’alta presenza di argilla che crea una naturale riserva idrica. Tra i tanti progetti c’è anche quello del campo sperimentale condotto in agricoltura biologica, dedicato alla riscoperta e caratterizzato da espressioni di vitigni autoctoni, tradizionali e da loro diversi biotipi, tra cui l’Albanello e l’Orisi, che sono vere e proprie testimonianze viventi dell’antica tradizione enologica siciliana. Il Vigneto è inserito in un progetto che ha visto coinvolta la Regione siciliana.

Il Frappato è la varietà autoctona per eccellenza della zona di Vittoria, “già dalla prima annata abbiamo capito che queste varietà si esprimevano con l’eleganza e la grazia di una ballerina – spiega Stefano Girelli – per questo abbiamo fatto precise scelte aziendali: lavorare intensamente in campagna e ridurre al minimo gli interventi in cantina”. 
Dicevamo che l’approfondimento con una degustazione è avvenuto sul Frappato con due espressioni di questo vitigno.

Frappato spumante rosé Brut Biologico
E’ il primo esempio di Frappato Rosé spumante biologico, metodo Charmat, prodotto in Sicilia. 100% Frappato, l’uva viene raccolta nei primi giorni di settembre. Le uve, refrigerate per circa 48 ore, dopo una delicata diraspatura le uve sono poste in pressa pneumatica dove sostano per circa due ore prima di essere pressate. Il mosto raffreddato per facilitare la sedimentazione statica naturale e ottenere un mosto limpido. La fermentazione alcolica avviene a una temperatura controllata per una durata di circa 8-10 giorni. Ultimata la fermentazione, il vino base viene mantenuto a temperatura controllata fino a quando il processo di rifermentazione avrà inizio. La spumantizzazione è condotta in piccole autoclavi a una temperatura controllata di massimo 14 °C. La spumantizzazione viene attivata da ceppi di lieviti specifici (biologici) che lavorano molto lentamente e a basse temperature garantendo il mantenimento della freschezza e delle note fruttate tipiche del Frappato. Color rosa salmone e con un perlage fine e persistente, al naso note fruttate di fragolina di bosco, melograno e floreali freschi di rosa canina, al palato sorso pieno con delicata acidità sulle note olfattive ed agrumate con un piacevole finale sapido.

Rina Russa Frappato Terre Siciliane Igp 2019
Vino vegano, Bio organic. 100% Frappato di Vittoria di antichi cloni selezionati. “Rina Russa” in dialetto siciliano significa “sabbia rossa”, un omaggio alle tonalità dei suoli delle campagne di Vittoria. Allevamento a Guyot. Le uve raccolte e conservate in una cella frigorifera per una notte al fine di portarle ad una temperatura tra i 6 e gli 8°C, ideale per preservarne la qualità, la fermentazione a temperatura controllata per circa 10-12 giorni. Il vino viene poi separato dalle bucce e inizia naturalmente la fermentazione malolattica. L’affinamento avviene in serbatoi di acciaio inox per almeno 4-6 mesi sui lieviti di fermentazione, con frequenti movimentazioni delle fecce nobili. Di un colore rosso rubino brillante, al naso frutti a bacca rossa fragolina di bosco, lampone, ciliegia sensazioni floreali di viola, al palato croccante bella freschezza sapida e trama tannica, lunga persistenza sulle note fruttate olfattive, di grande bevibilità.