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La degustazione

I bianchi e rossi dei colli tortonesi “firmati” dal nipote di Fausto Coppi: “Dalla bici alla vigna”

30 Novembre 2015
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(Francesco Bellocchio con la moglie Anna Manfredi)

da Milano, Giovanna Moldenhauer

Il nipote di Fausto Coppi figlio di Marina primogenita del campionissimo, produce a Castellania, comune che dette i natali al mito del ciclismo italiano, bianchi autoctoni da Favorita e Timorasso, rossi soprattutto di Barbera dei Colli tortonesi affiancata da pochi filari di Freisa e Croatina. Li ha presentati insieme alla moglie Anna Manfredi in una serata di degustazione da Les Gitanes Bistrot a Milano. 

“Il desiderio di iniziare quest’avventura – ha affermato Francesco – nel mondo del vino è nato nel 2003 per un sogno, quello di fare rivivere le terre incontaminate delle nostre belle colline che hanno qualcosa di unico da raccontare. La mia sfida è partita dalla consapevolezza di potere ottenere dai nostri vigneti uve straordinarie”.


(Alcune delle bottiglie in degustazione)

Sin dall’inizio Gianfranco Cordero, enologo di importanti cantine langarole come Vajra e Conterno Fantino, è stato compartecipe di questo progetto dalla scelta dell’altitudine e dell’esposizione più adatte a ogni varietà alla consapevolezza che in alcuni punti sono presenti marne argillose calcaree adatte a conferire al Timorasso a alla Barbera eleganza, sapidità, struttura. Dopo una fase iniziale la produzione degli ultimi anni si aggira su 25 milabottiglie da 4,5 ettari di proprietà.


(La cantina di Marina Coppi)

Tre vini in millesimi diversi sono stati serviti dall’aperitivo alla cena.
Marine, vino dedicato alla nonna Marina Coppi e alla nipote Marina Bellocchio nata alla vigilia della prima vendemmia, è ottenuto da uve Favorita in purezza proveniente da un vigneto dove una parte ha più di 60 anni. I grappoli sono raccolti sempre a maturazione ottimale, con una breve macerazione sulle bucce di 10 ore e dopo la fermentazione con un bâtonnage manuale di 6 mesi sulle fecce fini prima di affinare in bottiglia per almeno 6 mesi.
Fausto “Vino dedicato al nonno – ha confermato Francesco – per la similitudine tra la potenza, l’eleganza e la personalità del Timorasso e quello che è stato Fausto Coppi” è affinato dopo la fermentazione in acciaio per circa 10 mesi sulle fecce con bâtonnage manuale prima di riposare in bottiglia per almeno 9 mesi.


(Le colline e i vigneti)

I Grop è il nome dialettale delle formazioni calcaree ricche di fossili che, in forma di grossi massi, caratterizzano quel tratto della collina impiantato a Barbera con una parte del vigneto esistente prima della fondazione della cantina completato da aggiunte più recenti. Il vino dopo la fermentazione malolattica matura per 18 mesi in botte grande prima di affinare in bottiglia per almeno 9 mesi.

L’aperitivo è stato introdotto dall’anteprima di Marine e Fausto 2013. Erano giovani, con profumi timidi ma già ben delineati di frutta, fiori ed erbe il primo, di fiori, agrumi e mineralità il secondo. All’assaggio avevano un’acidità già bilanciata, morbidezza e una buona persistenza quindi nel complesso erano già molto interessanti. Entrambi con una piacevolezza che potremmo classificare tra il 2 e il 3 in una scala di valutazione da 1 a 5.


(Caramelle di carne chianina con ricotta di capra, uvetta e salsa al cioccolato)

La cena è stata introdotta da un “Trancio di ricciola affumicata con cavolo romano e maionese al pistacchio”. In abbinamento è stato servito un calice di Marine 2012 dove nel calice il profumo di frutta aveva preceduto una mineralità più evidente, fiori ed erbe. Il sorso fresco, sapido di buona persistenza era equilibrato in rapporto al piatto. Gli diamo un 3.


(Costoletta di agnello alla griglia)

Un “Baccalà proveniente da Bilbao nei paesi baschi cotto a bassa temperatura su letto di patata soffice” è stato a nostro avviso un buon accostamento con il Fausto 2012. L’attacco al naso di pietra, d’idrocarburi stemperavano poi su un bouquet di fiori gialli, agrumi, erbe aromatiche. La bocca era fresca e sapida, calda e avvolgente, assolutamente intrigante. Qui diamo 3,5.

Lo chef de Les Gitanes Bistrot ha poi proposto “Ravioli ripieni di stracciatella di burrata con sarde finocchietto pinoli uvetta e colatura di alici” con il millesimo 2011 in magnum di Marine. Il grande formato, l’ulteriore affinamento in bottiglia ha reso i profumi più definiti, complessi enfatizzando l’albicocca, la mimosa, sottolineato la freschezza equilibrata con la sapidità, il retrogusto agrumato. Voto, 4.


(Ravioli ripieni di stracciatella di burrata, con sarde, finocchietto, pinoli e uvetta)

Scenografiche “Caramelle di carne chianina con ricotta di capra uvetta e salsa al cioccolato” avevano in abbinata Fausto 2011 sempre in magnum. Con una tonalità più calda dagli accenni dorati aveva nella degustazione olfattiva tutte le note che rendono affascinante un Timorasso per le note minerali di selce, idrocarburi seguiti da cedro, aneto. Era dotato di una bella freschezza, sapidità, con una notevole persistenza. Un grande bianco ancora giovane. Voto massimo, 5.

Stefano Chiesa titolare del ristorante ha poi proposto “Salsiccetta di brà mantecata al parmigiano reggiano con julienne di carciofi”. Francesco Bellocchio ha servito la barbera I Grop 2010. L’attacco è stato intenso di frutta nera piccola, matura, di fiori rossi stemperati poi nelle note speziate del pepe. L’assaggio era equilibrato, di buona morbidezza e persistenza nel finale. Voto, tra il 3,5 e il 4.

Una “Costoletta di agnello alla griglia” ha visto il servizio di una magnum di I Grop 2009. Il naso decisamente interessante spaziava dalla marasca a note tostate, all’evoluto humus, al pepe. L’assaggio in equilibrio tra eleganza e potenza, era morbido, interessante, lungo con un retrogusto di grafite. Voto, 4,5.