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La degustazione

I migliori bianchi 2014 secondo Doctor Wine

03 Agosto 2016
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di Daniele Cernilli, Doctor Wine

Annata disgraziata, piogge, attacchi di botrytis, vendemmie difficilissime, qualità molto discutibile. Quante ne abbiamo sentite sulla vendemmia del 2014…

Eppure in alcune regioni è andata molto bene, in Sicilia, in particolare sull’Etna, in Sardegna, dove è considerata fra le migliori del secolo. Poi i rossi hanno avuto alcuni problemi, ma dipende da quali vitigni derivavano, ma per i bianchi in qualche caso è stata un’annata straordinaria. Qui ve ne commento alcuni che, a mio parere, sono assolutamente formidabili.

Cervaro della Sala 2014 – Umbria Igt – Castello della Sala
Un famoso enologo francese in degustazione coperta ha giurato che fosse un Batard Montrachet, ma che non riusciva a collocarlo bene, forse un nuovo produttore. Invece era il Cervaro, chardonnay 90%, grechetto 10%, barrique per un anno almeno. La versione del 2014 ha meno struttura e più acidità, il colore è meno carico, i profumi virano verso la pietra focaia e gli agrumi, con qualche ricordo di susina gialla. Il sapore è salino, agile, fresco, elegantissimo, di beva coinvolgente e finale magari sottile ma lunghissimo. Mi espongo, per me è il migliore di sempre.

Vintage Tunina 2014 – Venezia Giulia Igt – Jermann
Deriva dal complesso e storico blend tra chardonnay, che passa in parte e per qualche mese in barrique, poi sauvignon blanc e, in piccola parte, ribolla gialla, malvasia istriana e picolit. La vendemmia del 2014 gli ha donato grazie e agilità, profumi di fiori di campo e di pesca bianca, sapore salino, fresco e molto piacevole, ottima persistenza. Invecchierà bene, tra l’altro, il ph è sufficientemente basso per farlo prevedere.

Fiorduva 2014 – Costa d’Amalfi Furore Bianco Doc – Marisa Cuomo
Ripoli, fienile e ginestra sono le uve locali dalle quali deriva, la Costiera è lo scenario che le rende mature e profumate. La vendemmia 2014 ha consentito che l’acidità riuscisse a equilibrare in modo delizioso la massa estrattiva che un vino del genere propone quasi sempre, tanto è profondamente mediterranea la sua origine. Così i profumi di cedro, di gelsomino, di nespola matura dominano il campo, e una delicata freschezza rende questo vino semplicemente indimenticabile.

Contrada Calderara 2014 – Etna Bianco Doc – Cottanera
Da uve carricante. Qui c’è anche un pizzico di legno a rendere la scena più complessa e articolata. È alla prima uscita, ma già si capisce che qui è nata una stella. Una meraviglia. Naso con note di pietra focaia, pesca bianca, agrumi, sapore teso, pieno, in dialettica continua tra calore alcolico e freschezza acida, a rendere quasi sensuale e di certo coinvolgente la bevibilità. Finale molto persistente.

Sauvignon Riserva 2014 – Alto Adige Sauvignon Doc – Cantina Produttori Bolzano
Alla base c’è uno dei migliori sauvignon dell’Alto Adige, da vigneti alti e drenati. Poi c’è la sapienza di Stephan Filippi, magico Kellermaister, che è riuscito a far convivere le note tioliche del sauvignon con un tocco di legno piccolo che non è per nulla coprente. Ha un passo bordolese, fa pensare a Domaine de Chevalier, tanto per capirci, e la mandorla fresca e un pizzico di pietra focaia duettano con note di sambuco, di anice e di kiwi.

Sauvignon Piere 2014 – Friuli Isonzo Rive Alte Doc – Vie di Romans
Quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare, diceva John Belushi. Il duro in questo caso è Gianfranco Gallo, che in un’annata non facile ha prodotto un grandissimo Sauvignon, che recupera alcuni aspetti “nordici” accanto ai consueti toni di frutta esotica che lo caratterizzano normalmente. Qualche accenno più vegetale, di sambuco e di foglia di pomodoro, in particolare, che vanno a impreziosire un vino dall’impatto deciso, salino e lunghissimo.

Podium 2014 – Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Doc – Garofoli
Da uve verdicchio, eccovi un grande classico che non flette neanche se l’annata è come il 2014. Pesca bianca, fiori di campo, accenni tiolici, fumé, quasi da trimetil diidro naftalene (quello del riesling per intenderci), a definire un’essenzialità dello spettro olfattivo che ha del magico. Grande carattere, tensione acida, ottimo corpo, finale di estrema persistenza.

Riesling Windbichl 2014 – Alto Adige Valle Venosta Doc – Castel Juval – Unterortl
Non è stato facile per niente, ma le vigne di Castel Juval e la testardaggine di Martin Aurich hanno davvero compiuto un miracolo. Il Windbichl, un Riesling Renano magnifico, ha profumi affumicati, tiolici, poi note di pompelmo e di fiori di campo particolarmente ben definite. Ottimo l’impatto gustativo, pieno e tesissimo, con qualche ricordo di residuo zuccherino, da Spätlese più che da Auslese vero e proprio. Finale sottile e di lunghezza sorprendente.

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