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La degustazione

I piaceri della vita secondo Ruinart: la maison pubblica il suo “libretto bianco”

02 Ottobre 2018
Francesca_Terragni_Davide_Oldani Francesca_Terragni_Davide_Oldani

Presentato a Milano con lo chef stellato Davide Oldani insieme al Blanc de Blancs


(Francesca Terragni e Davide Oldani – ph Claudia Calegari)

di Michele Pizzillo, Milano

Toh, c’è anche un raffinato libretto  che invoglia ad apprezzare i piaceri della vita.

A sostenere tutte quelle attenzioni capaci di mettere insieme le piccole cose che possono contribuire a costruire un mondo più sostenibile; a fare scoprire che la tavola, ed in particolare tutto quello che vi viene posato sopra di commestibile, è quanto di più bello abbia creato l’uomo. “Il libretto bianco” che Ruinart, la più antica Maison di Champagne ha appena pubblicato per celebrare il “Ruinart blanc de blancs”, è una sintesi di tutti quei piccoli piaceri che ci aiutano a vivere bene. Intanto il bere bene, specialmente quando viene proposto un calice di Champagne che Ruinart produce dalla uve Chardonnay, vitigno che è diventato emblema della Maison. Dire Ruinart è dire Chardonnay, che lo chef de caves della Maison, Frédéric Panaiotis conosce così bene da estrarne l’eleganza, la leggerezza e la freschezza che si possono assaporare quando si degusta il suo Blanc de Blancs.


(ph Claudia Calegari)

Per esaltare ancora di più l’emblema della Maison, che non può essere abbinato a tutto, Ruinart ha coinvolto tre “amici”, così Francesca Terragni, direttore marketing per l’Italia dei marchi Ruinart e Estates & Wines della divisione vini del gruppo Luis Vuitton-Moet-Hennessy (Lvmh), chiama i tre chef stellati che sono stati incaricati di preparare il piatto ideale per questo accattivante Champagne. E, cioè, Laurent Magnin, chef generoso e appassionato del ristorante bistronomico “L’Arcane” che propone “aiguillette di pesce San Pietro, ravioli di pompelmo rosa, pepe di Andaliman ed emulsione iodata allo zafferano di Aisazia”. Chris Denney che nel 2016 ha aperto il “108 Garage” a Londra dove dimostra come gli “chef sono i guardiani dei prodotti a disposizione dei consumatori” che propone “conchiglie di Saint-Jacque (capesante) accompagnate da mela Grammy Smith e panna cotta cremosa al rafano”. E, infine, Davide Oldani che con il “D’O”, a Cornaredo, porta avanti la sua filosofia culinaria popolare, che punta a servire piatti di alta qualità a prezzi ragionevoli. La sua cucina è apprezzata per la capacità di saper trovare l’equilibrio perfetto in piatti caratterizzati dal contrasto salato/zuccherato. Un esempio sono gli “spaghetti al caviale di trota e limone nero in polvere”, una delizia con il blanc de blacs prodotto dalla più antica Maison di Champagne.


(Il piatto di Davide Oldani – ph Claudia Calegari)

Per la giornata dedicata alla presentazione del “Ruinart White Book”, nel suo “D’O” che nella cittadina alle porte di Milano si affaccia sulla piazzetta insieme al Municipio e alla Parrocchiale, il piatto clou, gli spaghetti appunto, Oldani li ha fatti precedere da qualche stuzzichino (pane cotto al vapore e arrostito, meringa di carote con paletta di fico d’India candita, grissini soffiati e burro al summaco), nonché da una eccellente “melanzana caramellata e gelato di Grana Padano riserva caldo e freddo” e, seguito, sempre il piatto descritto nel piacevolissimo libretto bianco di Ruinart, da “branzino in crosta e zabaione al dragoncello” e “Sacher di cioccolato e albicocche” ovviamente tutto abbinato con Blanc de Blacs. Poi, scorrendo la piacevole scrittura de “Il libretto bianco”, si scopre che la finezza aromatica del vino emblematico della Maison Ruinart proviene da Premier Cru della Montagna di Reims e della Cote des Blacs; la rotondità dai Premier Cru delle colline di Sézanne; mentre la leggerezza e la freschezza dai Premier Cru del Massiccio di Saint Thierry e, quindi, si ha la sensazione che la colazione da Oldani è stato quasi un viaggio in tutta la Champagne, però seduti attorno al tavolo di un raffinato ristorante italiano capace di esaltare le peculiarità dello Chardonnay vocato a produrre bollicine emozionanti – in questo caso creato da una ventina di cru provenienti da varie annate -. Che, però, non possono essere abbinate a tutto. Tant’è che l’agile ed elegante libretto bianco pubblicato da Ruinart, elenca gli abbinamenti giusti, oltre a presentare le tre ricette replicabili a casa quando si ha voglia di degustare ul blanc de blacs nella propria intimità.  

C’è da aggiungere che per esaltare la luminosità e lo splendore del colore giallo dorato di questo Champagne, Ruinart ha scelto una bottiglia completamente trasparente. Così, già gli occhi cadono su qualcosa di veramente bello. D’altronde la Maison Ruinart è conosciuta in tutto il mondo per essere lo Champagne dell’Arte Contemporanea per eccellenza, con una particolare sensibilità per “l’art de vivre à la française”, con le sue numerose presenze a eventi internazionali. Il Ruinart Blanc de Blancs è fatto al 100% con uve Chardonnay provenienti da vare vigne della Champagne, raccolte a mano e controllate alla perfezione, che permettono di ottenere un prodotto che al naso presenta note agrumate, di frutta esotica, quelle fresche e vivaci delle spezie ma anche di fiori bianchi unitamente a qualche nota di pepe rosa. In bocca la rotondità è quasi inaspettata, unitamente al concentrato di sentori prevalentemente di pesca bianca e ananas. Tutto accompagnato da una freschezza e leggerezza accompagnate dalla delicatezza aromatica di bollicine dalla consistenza delicata e persistente.