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La degustazione

I rosati del cuore di Jancis Robinson

01 Giugno 2012

Non sono solo francesi i rosati che hanno fatto innamorare Jancis Robinson (nella foto) nei suoi ultimi assaggi raccontati sul Financial Times.

La giornalista Master of Wine inglese, l’alter ergo femminile di Robert Parker ha pubblicato recentemente in un articolo i suoi rosé del cuore. Tra questi quelli del sud della nostra Penisola.
 
La lista dei The Best la fa precedere da un “bacchettamento” rivolto ai rosati della Provenza, sul cui stile ha sempre espresso la preferenza. Scrive, con una punta di delusione, sul cambiamento del profilo della maggior parte di questi vini. Che lei stessa definisce adesso più vicini “a quelli del supermercato”. “Un po’ ruvidi e dolciastri, non ricchi di profumi e con una dissonante acidità al finale per renderli freschi o troppo blandi per essere interessanti”.

Poi quelli di questa parte di Francia che l’hanno colpita. Lo Château d’Esclans di Sacha Lichine, rosato che proviene dalle colline della Provenza.  E il “sofisticato”, come lo definisce, Le Secret de Château Léoube dalla proprietà di Bamford di Daylesford/Jcb.

Un rosato per cui  ha letteralmente perso la testa (in inglese ha appunto scritto “I have lost my heart”), è del sud della Valle del Rodano: il Chêne Bleu 2010 Vin de Pays du Vaucluse. E dal Sancerre anche un rosato che secondo lei chiaramente e al meglio esprime il Pinot Noir: il Vincent Delaporte 2011 Sancerre Rosé. Poi nella terra del Pinot Noir trova il rosato che rappresenta “l’eccezione perenne”, il Bruno Clair Marsannay a cui accosta il Dom Bruno Clair 2009.
 
Elenca anche tre rosati non europei. Uno dall’Australia, dalla Yarra Valley. Il Rosè Pinot Noir 2011 Victoria di Innocent Bystander. E da un altro Pese del Nuovo Mondo, dal Cile, La Vigna Loica Rosé Pinot Nior 2011. Il terzo invece dal Sud Africa, La Capra Pinotage 2010 Paarl.
 
Scrive nell’articolo anche del vino con il miglior rapporto qualità/prezzo, questa volta spagnolo: Il Rosado 2011 di Vincente Malumbres. Ottenuto da uve Guarnaccia dalla Navarra e proposto a 5.95 sterline in Inghilterra.
 
La sua top ten la conclude con i rosati italiani.  Si dice sorpresa dalla quantità e varietà che propone l’Italia. Sicilia, Puglia, Campania e Sardegna, per lei queste le regioni da cui provengono i migliori rosati degustati. Tra questi in testa mette il Terre Nere Etna Doc Rosato 2010. Il Nerello Mascalese rende esattamente “l’idea di come ci si immagina il magma”, così sottolinea. Poi descrive il Vinudilice Rosato 2009 Igt di Salvo Foti che presenta ai lettori come enologo produttore “Folk Hero”. Lo considera un vino estremo, piacevole, con l’aroma di buccia di mela, quello tipico che contraddistingue i vini naturali. E lo raccomanda a chi va in cerca di emozioni. Il Mano Primitivo 2011 il rosato pugliese che più le è piaciuto. Mette nel gruppo delle etichette del sud Italia il Ros’aura Rosato 2011 Igt di Feudi di San Gregorio. L’ultima nota la dedica ad un rosé dalla Sardegna: il Saparale 2011 Corse Sartène. Che definisce: quanto di più rustico possiate desiderare.

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C.d.G.